giovedì 19 giugno 2003

musica: rid of me, pj harvey
libro: the lost language of cranes, d.leavitt, mondadori.


soffia il föhn, il mal di denti non mi dà tregua...


c'è molto vento oggi, un vento caldo che increspa il lago e si spalma sulle montagne.
il vento porta sempre un'inquietudine strana che mi consuma. allora sono uscito in strada a camminare.
erano le nove e mezza, e io ho preso la strada del lago, quella che facevo com mio padre quando avevo cinque anni.
qualche chilometro, roba da poco. era malato e non poteva camminare molto.
amo camminare.
è come liberarsi, spegnere il cervello all'improvviso per mettere un passo avanti all'altro, adattarsi al respiro del mondo.
il primo pezzo di strada costeggia il lago, e verso quell'ora, d'estate, le montagne perdono spessore e sembrano pezzi di cartone incollati nel cielo scuro.
sono tornato passando dal paese, e ho visto la casa di marco e manuela con le finestre spalancate, così mi sono fermato a bere una birra.
abbiamo parlato, più o meno, mentre telepiù trasmetteva un film surreale tipo "giovani carini e disoccupati", solo che non erano disoccupati e neppure tanto giovani.
a pensarci bene non erano neanche tanto carini. e non c'era winona rider che bastava guardarla per innamorarsi. ma fa lo stesso.
siamo stati lì a parlare per un po' come se non fosse passato neanche un secondo dall'ultima volta che ci eravamo visti. poi sono tornato a casa, camminando piano.
anche questo vuol dire abitare ai confini dell'impero...

1 commento:

Spring ha detto...

Camminare a piedi scalzi su un prato fresco di pioggia appena caduta, mentre gli ultimi raggi di Sole fanno brillare le goccioline delicatamente posate sui fili d'erba....Camminare....Camminare e smettere di pensare...Camminare e sentirsi un'ala del falco che vola sul tetto del Mondo....