sabato 2 agosto 2003

talete aveva mostrato la via.


restava solo da mettersi d’accordo su quale fosse il principio primo e perché. dopo di che bisognava stabilire come da questo principio potessero avere origine tutte le cose. è quello che in gergo si chiama “il problema del divenire”, come da una cosa possa derivarne un’altra diversa. non entriamo nei particolari, ma il principio primo venne individuato di volta in volta nelle cose che quegli scienziati avevano a disposizione: aria, acqua, fuoco, ma tutto aveva una spiegazione razionale, tutto era argomentato, come farebbe oggi un buon scienziato, o come farebbe un buon investigatore che fa delle ipotesi su cosa sia realmente successo.


quello che mi interessa far notare oggi, è che tutte le soluzioni che questi filosofi trovarono, erano soluzioni materiali. noi siamo abituati a pensare un soprannaturale, un mondo spirituale che ormai fa parte del nostro modo di percepire le cose. quando talete dice che il mondo è pieno di dei, intende che tutto è fatto di acqua (un principio niente affatto spirituale) e che questo principio pervade il mondo. (si può ancora parlare di panteismo?). ma il principio di talete non ha connotazioni spirituali.


seconda sorpresa: ciò che sta al di là del fisico, quello che non si trova nel mondo, ancora non è stato inventato dalla filosofia, sarà inventato molto più tardi, da una persona che più che scienziato, si sentiva matematico.


i primi filosofi, da bravi scienziati, si limitavano a osservare quello che gli stava intorno: la natura.

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