martedì 28 ottobre 2003

un tapiro urlante, verosimilmente in fuga da kodiak piuttosto incazzosi, disturba la mia quiete mentale.


mi piacerebbe tranquillizzarlo, ma mica posso fare tutto io, e poi sto provando il costume da kaiser guglielmo che oggi mi calza a pennello. oltretutto i tapiri urlanti e idrofobi hanno la tendenza a comunicare in koinè, che io francamente misconosco. ho sempre creduto che bisognasse essere acuti per capire il cuneiforme.


 


freddo, troppo freddo per queste latitudini dell’anima, mi ci perdo, come un granello di sabbia portato dal khamsin, e posato su un campo semantico sbagliato. ho detto freddo, sia ben chiaro. come la lama di un coltello affilato, eccomi.


 


quando uno finisce di mescolare, le particelle restano un attimo in sospensione, prima di tornare a posarsi dolcemente sul fondo. ecco. quell’attimo è poesia.

4 commenti:

Ekatherine ha detto...

che carino il costume da kaiser guglielmo... se hai bisogno di una traduttrice per la koinè sono qui, magari non troppo efficace ma alessandrina come non mai. Accetto pagamenti in cibo greco e kebab (buono, non quello soft per parmigiani che fanno da queste parti)

eddiemac ha detto...

forse prefersico non capire ciò che dice... ma sappi che apprezzo l'offerta.

Climacus ha detto...

"Languido il limone tiene sospeso/un incolore ramo polveroso/sull'incanto della fonte limpida,/e lì in fondo sognano/i frutti d'oro... "(...)Antonio Machado, Soledades// Hai ragione, Eddie. Quell'attimo di sospensione è poesia.

eddiemac ha detto...

sì, ma machado l'ha detto meglio, a quanto pare...