venerdì 28 novembre 2003

sono affascinato dalla possibilità di scrivere i miei pensieri su un supporto volatile.


ma non riesco a far entrare il piccione nella macchina per scrivere

giovedì 27 novembre 2003

arrivo sulla tolda cantando sometimes it's hard to be a woman da "stand by your man" di tammy wynette. faccio anche i gesti sul ritornello,  così, perché mi va.
la malattia mentale avanza indomita sulla fascia da capitàno. stringo le mani ai fans in delirio, firmo autografi, scene di panico fra la folla, cose così…
a cosenza ci sono 24 gradi. qui è stato avvistato hagar il vichingo che girava incazzoso per il paese minacciando innocui pinguini.
intavolo flebili ma stimolanti conversazioni con l'ufficiale di rotta (detto anche “il grande timoniere”) che mi apostrofa indefesso

-ci sarebbe da fare la spesa
-...
-no perché mi mancano un po' di cose.
-...ok, vedrò cosa posso fare.
-no, perché sai, mi serivrebbero.
-…
-allora vai a fare la spesa?
-me l'hai già chiesto, o è un'anomalia di matrix?

capitan harlock aveva conversazioni più interessanti

mercoledì 26 novembre 2003

strizzo gli occhi come una brava lavandaia, sperimento nuove piacevoli sensazioni per masochisti passando con voluttà la lingua sull’arcata dentaria. provo visualizzazioni di televendite senza grande successo. forse ho sbagliato candeggio.


il mercoledì non si trova posto neanche nei dintorni di marte, che è discretamente lontano da qui. giro a vuoto per qualche minuto, poi lascio la toledo a riflettere sulle connessioni fra biosfera e zetetica applicata al traffico, mentre qualcuno mi urla qualcosa da lontano. forse ho sbagliato parcheggio.


in ufficio apro outlook e invio una mail di protesta in risposta a raphael goins cambiando il subjects in “sorry i don’t want to increase my penis, i know it could be strange, but my penis is quite ok.”. sette minuti dopo ricevo in risposta dal mio capo tre punti interrogativi. forse ho sbagliato carteggio.


arrivo a casa per il pranzo e vengo costretto a ritirare la tenda vinta con i punti della girella. estraggo i picchetti dalla stiva, martellandomi con gioia l’indice destro. forse ho sbagliato campeggio.


inizia a starmi sulle palle ‘sta cosa di sbagliare sempre. 

martedì 25 novembre 2003

gentili passeggeri la nostra compagnia è lieta di darvi il benvenuto a bordo della toledo verde del ’91.


è il vostro capitano che vi parla e che desidera informarvi che come al solito piove e la temperatura esterna è particolarmente bassa.


il fatto che non vediate fuori dipende dai vetri appannati, tramite la prestigiosa strumentazione di bordo stiamo già provvedendo, e il problema sarà risolto approssimativamente entro 25 minuti.


nel frattempo volevo informarvi che le gocce d’acqua che scendono dalla parte interna del parabrezza fanno parte di un progetto atto a studiare il microclima abientale della biosfera “toledo 1991” e sono dunque da considerarsi semplice condensa e non pioggia, come potrebbe sembrare ad un primo avvistamento.


d’altra parte, visto che il parabrezza è scheggiato e temporaneamente fuori sede potrebbe pure essere pioggia…nel dubbio, è preferibile ignorarle.


la toledo del ’91 è dotata di tecnologia interattiva per cui la macchina è perfettamente in grado di girare a destra da sola entro un raggio di 35°. siete pertanto pregati di non distrarre il pilota dalla guida perché staccando le mani dal volante, la toledo tende ad assumere iniziative che non le competono.


poiché molti altri accessori di “toledo ‘91” sono temporaneamente fuori sede, siamo in grado di offrirvi delle ottime vibrazioni. rilassatevi e godetevi il viaggio.


il criceto che vi cammina sulle ginocchia è omaggio.


grazie per aver scelto di viaggiare con noi

lunedì 24 novembre 2003

mi assalgono strani pensieri mentre cerco di comprendere le otto declinazioni del pali, eppure ero sicuro di aver ordinato una lobotomia totale per oggi.


devo rivedere gli accordi sindacali con i miei neuroni.


mi difendo dalla vile aggressione cambiando la risoluzione del monitor a 1280x1024.


altre parti del corpo abusivamente connesse al sistema limbico fanno sapere che la fattiva collaborazione che hanno fino ad ora assicurato potrebbe subire alcune sostanziali modifiche.


nel frattempo linus torvalds lascia la sua coperta azzurra e conquista l’universo.


anch’io rilascerei un cluster prepacchettizzato, se solo sapessi cos’è.

sabato 22 novembre 2003

sono passato perché dovevo ritrovare me stesso.


ho guardato bene ma non ci sono.


neanche tu ci sei.


siamo per caso usciti insieme?

venerdì 21 novembre 2003

la collezione autunno inverno 2003-2004 del lago sta dando il meglio di sé.


fonti attendibili comunicano che si terranno qui le olimpiadi del grigiore; gli organizzatori si dichiarano assolutamente soddisfatti.


prenderò una sana rivincita con qualche nuotata a luglio (piccola vendetta lombarda)


nel frattempo sono allo studio ipotesi di letargo

giovedì 20 novembre 2003

alcune cose di cui ero a conoscenza ma che riaffiorano in una giornata uggiosa di novembre per motivi quantomeno misteriosi:



  • la bocca non è affatto il luogo adatto per cementare fili di acciaio che tengono in trazione i denti, nonstante il mio dentista sostenga (evidentemente in malafede) il contrario

  • piove sempre sul bagnato. qui piove e basta. oggi non ha nemmeno la forza di piovere

  • forma e sostanza sono i corrispettivi di medium e messaggio

  • il sinflex è assolutamente inefficace contro il mal di denti causato da apparecchio ortodontico. facoltà inutili tipo la masticazione rimangono inibite. l’alimentazione stile tacchino viene elevata a stile di vita

  • apostrofare miliardari con frasi tipo “lei non fa un cazzo” non è affatto una buona idea

  • ascoltare in loop “ganja” di bitch and animal non rende improduttivi sul posto di lavoro. è proprio che non c’è niente da fare.

  • chi sostiene che la realtà sia razionale non ha mai avuto il mal di denti


l’abuso della parola denti in questo post è autorizzato dal ministero della sanità, che però invita a precisare che ogni riferimento a cose o persone è puramente casuale.


questo non è un medicinale, potete fare a meno di leggere il foglietto illustrativo

mercoledì 19 novembre 2003

loro sono in 2, e io sono da solo. devo sembrare una preda facile.


si avvicinano caute, con una manovra a tenaglia; io lascio fare, almeno apparentemente. butto distrattamente l’occhio alle torri di guardia che sventolano nel pomeriggio freddo.


poi la più anziana mi rivolge la parola, credendo di trattare la resa.


 


-lei non crede che i giovani oggi debbano avere una guida?


-ancora quella storia della patente, sì, vabbè,  hanno abbassato il tasso alcolemico, quello è vero, però insomma, uno studia un po’, i corsi di recupero, se uno non fa grosse cazzate..


-ehm, no, noi dicevamo che oggi i giovani hanno perso la speranza, lei legge il vangelo?


-ah, testimoni di genova. un po’ fuori mano, eh? stavo giusto riflettendo su dottrina cristiana e transustanziazione, e sulle conseguenza della kenosis nella predicazione di paolo, finalizzate al raggiungimento dell’agape. voi che ne pensate?


-…


-no, perché sapete, con questa storia dei salvati, insomma quei 144 mila, uno magari ci pensa prima; allora io ho fatto le preselezioni, sono arrivato 147.354; adesso, anche ad imaginare 500-600 rinunce, qualche disdetta dell’ultim’ora, io sono comunque tagliato fuori, non credete?


 


si allontanano in silenzio. so essere un buon conversatore, in condizioni di estremo pericolo…

la vita, da queste parti, è un inferno di latitudini immeritate…(op. cit.)


metto su il concerto in do maggiore per papera e violoncello di p.baumgarten e mi ritiro a meditare nei miei alloggi

lunedì 17 novembre 2003





<medieval mode on>


 


arrivo al lavoro cercando di tenere a bada il sonno della ragione, ma mentre apro la porta dell’ufficio un alano di lilla con una tunica da chierico mi abbaia il suo neoplatonismo e citazioni dal de planctu naturae.


tiro dritto senza dargli retta e lui dalla rabbia mi morderebbe, se stesse dalla parte giusta di un cancello chiuso.


sulle scale discuto per alcuni minuti questioni di sostanza e sussistenza con gilberto de la porrée. più o meno in questi termini:




 


gilberto: l’essere non è, perché non è ciò che è ma ciò per cui la sostanza è.


io: sopra la panca la capra è stanca, sotto la panca ci sta una crepa. no, forse non era così… sopra la panca la capra avvampa, sotto la panca la crepa arranca… no, neanche… sopra la banca la uno bianca, sotto la banca il caveau…


vabbè, senti, devo scappare, sono un uomo impegnato, come tende a farmi notare il monte di pietà.




 


lui non desiste, allora me lo levo dalle palle con un’esperta mossa di judo.



 


entro in ufficio travestito da bernardo di chartres, creo scompiglio urlando “conveertiteviii!” all’indirizzo di file mp3 che non hanno ancora capito che il verbo qualitativo si esprime in wav.


poi mi siedo somministrando a tappeto easy CD-DA file converter




 


in tutto ciò trovo che l’argomento ontologico sia una petizione di principio. come tutto, del resto.

sabato 15 novembre 2003

sky of consciousness


 


18.20, sono in ritardo di quasi mezz’ora, lo so… ok, per questa settimana può bastare... prendo la giacca ed esco. smartpress lunedì, la relazione è finita… spento il computer? spento. il monitor? spento. quello lo lascio sempre acceso, ma com’è che a quest’ora non c’è mai nessuno qui… chiavi della macchina? eccole. no, non sono queste… dove cazzo sono? possibile che tutte le volte… tasca sinistra jeans… sì… eccole… ricordati di comprare le buste prima di tornare a casa... ok, 5 minuti e sono in cartoleria, altri 5 minuti e sono a casa… attacca lo stereo... sì. charlie parker o miles davis? davis va bene, questo stereo vibra ancora, devo passare a farlo fissare, si ma quando, che quello del negozio si è anche spostato, non so neanche dove cercarlo… le buste, devo ricordarmi le buste! ok, mi ricordo, mi ricordo, ma ho soldi nel portafoglio? no... però ho moneta… ok, facciamo così, trovo posto e parcheggio davanti alla cartoleria poi controllo se ho moneta. if moneta, then buste, else casa. ok? va bene... cosa c’è alla radio? musica, va bene... tibor fischer, la gang del pensiero, doveva arrivare, ti ricordi? sì, chiamo paolo in libreria, che libro fantastico quello, poi ci sono anche le cose del post di ieri, adesso mi è più chiara tutta quella faccenda, un giorno o l’altro dovrò scriverne... il cd non funziona, lo devo rifare, se arrivo a casa e lo rifaccio mi conviene mettere tutto il una cartella, non capisco perché questo qui non funziona… la precedenza sarebbe mia, se la rispetti mi fai anche un piacere, bravo... musica...


 


[deletia]


 


dove sono le chiavi di casa? eccole... 2 scatti sopra uno sotto, sì... accendo il computer e facciamo ‘sto cd… CAZZO, LE BUSTE… ma io… non ci credo, non ci sono passato in cartoleria, no…


 


come ho fatto? devo rivedere la scatola nera…

venerdì 14 novembre 2003

mi affaccio a prua avvolto in una giacca pesante, affrontando tenacemente depressioni caspiche causa abbondanza di freddo e mancanza di sonno.


l’ufficiale di rotta mi spiega come sia importante l’equilibrio nella vita prima che lo stordisca con il boma. quantomeno imparerà che non è che serva a granchè l’equilibrio se vieni spalmato sul pavimento da un lungo bastone nodoso.


i miei neuroni mi hanno citato in giudizio. nonostante il parere negativo del mio legale agisco come un qualsiasi rispettabile uomo d’affari e assumo sostanze psicotrope killer per sterminarli prima del processo.


e mentre rientro in casa, impegnato a ridurre i pensieri al minimo per diventare finalmente un atarassico ficus sapiens (il mio maestro dice che mi viene particolarmente bene, ma non so se è credibile come maestro una quercia guerrafondaia che si dichiara nipote del generale sherman) mi guardo allo specchio e mi assale una riflessione fastidiosa come una zecca di stato.


insabbio, come tutto il resto, mentre mi alleno per le olimpiadi dei giochi da spiaggia dell’estate 2004.


adesso, se volete la riflessione, provate all’ufficio oggetti smarriti.

giovedì 13 novembre 2003

per la piccola rubrica dei consigli salutari, riceviamo e volentieri pubblichiamo (io mi alleno a fare il redattore nucleare, se qualcuno si prendesse la briga (CH) di assumermi…)


 




Ecco come risolvere i problemi di insonnia derivanti dall'avvicinarsi del giorno di discussione della tesi:


Passare una serata tentando di spiegare ad una persona con delle inestistenti capacità manuali le tecniche per ricomporre il cubo di Rubik


Trascorrere circa mezz'ora ridendo di tale persona e dei danni che sta combinado in camera tua.


Bere due bicchieri di Bonarda (o Croatina ) prima di coricarsi, magari spizzicando della deliziosa frutta secca sotto miele di acacia


Lavarsi per depurare il fisico e iniziare a leggere "Java: didattica e programmazione".




 


Landi

mercoledì 12 novembre 2003

i sofisti non erano gli unici a essersi resi conto che le questioni sul mondo restavano irrisolte e che i fisici non riuscivano a mettersi d’accordo neanche davanti ad una tazza di the.


un altro che notò l’incongruenza fu socrate


e qui c’è un piccolo problema. perché socrate è ancora legato al mondo orale (e a tutto quello che abbiamo detto nelle lezioni precedenti) e non ha lasciato nulla di scritto. oltretutto le testimonianze su di lui sono piuttosto discordanti, più o meno come i dati di affluenza di una manifestazione antigovernativa.


da quello che si è potuto capire, anche socrate è consapevole del potere della parola, esattamente quanto i sofisti. ma con una piccola eccezione: è convinto che al centro degli studi e dei dibatti non debba stare la parola, ma l’uomo. non è sensato cercare di capire il mondo se non si conosce chi effettua la ricerca.


l’uomo in quanto tale, l’uomo in quanto uomo (e qui stanno probabilmente gli inizi di quello che platone chiamerà idea) non un uomo in particolare, a la categoria degli uomini.


e cos’è l’uomo? socrate dà una risposta strana: l’uomo è la sua anima. ma non l’anima di cui parlavano i poeti; un’anima che è coscienza pensante, ragione.


in questa posizione ci sono ben due idee nuove, che cooperano e a volte combattono:


a) la via per raggiungere qualcosa di sensato è conoscere se stessi (cazzo, ancora matrix, ma è una persecuzione!)


b) la parte rilevante dell’uomo è la sua anima, ossia la parte cosciente e pensante. (socrate non doveva essere bravissimo a correre, o a fare la lotta)

lunedì 10 novembre 2003

mentre tuo malgrado tenti di raggiungere l’ufficio ti imbatti in una signora che attraversa la strada con in braccio una papera gialla.


la papera ti guarda strano.


ma cazzo, pensi, pure le papere adesso?


esibisci senza tema di imbarazzo la tua pettinatura da monciccì, che sembra che tu abbia sbagliato candeggio (mentre in realtà ieri ti ha phonato il parrucchiere delle dive in estasi mistica) e ingrani la prima,  mentre lo stereo della macchina decide che non ne vuole sapere della tromba di miles gloriosus et gaudiosus davis.


visto che anche una lampadina dell’hifi di casa tua va ad intermittenza e anticipa di un buon mese e mezzo gli addobbi natalizi (che fra le altre cose tu odî profondamente, insieme alle canzoncine di natale e alle feste comandate in genere) ti chiedi se per caso qualche divinità low fidelity ti abbia preso in simpatia.


reciti un’opel mantra per placare l’ira funesta che è il tallone di achille dell’aspirante al nirvana.


prendi in considerazione quel lavoro da barista a vienna, poi vaghi per il mondo in cerca di qualsiasi cosa abbia a che fare con del paracetamolo.


quando il tuo miliardario di fiducia fa sapere che per questa sera sei esentato dal presentarti nel suo ufficio con aria didattica festeggi con una giga in ¾.


 


in tutto ciò è virtualmente impossibile convincere XP a levare il collegamento a “your porno collection” che si impossessa del desktop all’avvio automatico. se non riesco entro 15 minuti scateno una furia iconoclasta che leone isaurico scenderà a chiedermi con deferenza se per caso non ho esagerato

domenica 9 novembre 2003

-maestro, come posso raggiungere l’illuminazione?


-guarda non chiedere a me, dovresti provare con l’enel, io gli ho scritto due volte, ma con quello che vogliono di bolletta bimestrale…


-no, maestro, io intendevo la pace, il nirvana…


-ah, per quello bastano karma e sangue freddo


-…


 


sapevo che non avrei dovuto vedere matrix…

sabato 8 novembre 2003

il lago non ha marlin. o almeno così ho sempre creduto.


per lo meno non ne ho mai visti, il che poteva andare bene prima del ‘700, ma dopo la critica all’induzione di j.s mill, ci si ritrova in alto mare…


ci sono gli agoni, quelli sì, i pesci competitivi che se la prendono con i persici.


nel frattempo piove con metodo, quella pioggia lieve che non porta via nulla tranne i sogni che si sciolgono nei tombini, e io mi ritrovo a fare i conti  con il mio stomaco che ha preso iniziative che non gli spettano e ha fatto causa per intossicazione ad un cuoco malese (del resto, occorre dirlo, non tutti i malesi vengono per cuocere) che immagino muoia dalla voglia di sperimentare il suo kriss nuovo di zecca con cui affettava i salumi.


il freddo mi scollega le sinapsi e ciò è cosa buona e giusta,  specie un alcolico venerdì sera mentre al kindi (versione delice) discute di mistica sufi e previsioni del tempo.


mi si fa notare che a volte tendo ad essere criptico. che è come dire ad un nano che è basso, o far notare al papa che indossa sempre vestiti bianchi.


annuisco indulgente, poi mi dirigo al corso di autoannientamento indossando un comodo velo di maya che fa pendant con i mocassini aztechi.

venerdì 7 novembre 2003

è troppo freddo per avere un senso.


cervello momentaneamente impegnato in operazioni maieutiche sul sentimento.


si accettano scommesse.

giovedì 6 novembre 2003

MSN


 


eddie scrive:


ho sonno. ti pare possibile?


Sergio scrive:


assolutamente sì, anche se di sfrodo, ma rientri nella categoria homo sapiens, no?


eddie scrive:


se lo dici ti mi fido. ma se la categoria homo sapiens comprende i morti di sonno, non so se ci voglio entrare...


Sergio scrive:


non puoi decidere, ci sei e basta


Sergio scrive:


non esagerare col delirio d'onnipotenza...


eddie scrive:


fascista!


Sergio scrive:


Mu?


eddie scrive:


adesso lancio una campagna "liberatevi dalla dittatura di homo sapiens"


Sergio scrive:


cioè vuoi convincere un gruppo di imbecilli a tentare di uscire dalla loro specie biologica di appartenenza?


Sergio scrive:


interessante, e in cosa vi volete trasformare, in celenterati?


Sergio scrive:


coleotteri?


Sergio scrive:


anfibi?


Sergio scrive:


mocassini?


eddie scrive:


mocassini non sarebbe male. anche se ho una leggera preferenza per il ficus.


eddie scrive:


sarei un perfetto ficus sapiens


Sergio scrive:


no, saresti un ficus ficus, il ficus sapiens non esiste


eddie scrive:


eh, già. penso dunque esisto. come ficus intendo. da lì a dimostrare che sono sapiens il passo è breve. è poi, che cazzo, sono io che faccio la classificazione, mi classificherò poi come voglio! (secondo posto alle olimpiadi invernali, robe, così...)


Sergio scrive:


ah, cambi pure i criteri di classificazione? Ficus!


eddie scrive:


visto? in fondo è facile. vuoi la tessera di partito?


eddie scrive:


che poi non sarebbe il mio primo partito


eddie scrive:


però è un buon partito....


eddie scrive:


o forse io sono partito.


eddie scrive:


vabbè...


Sergio scrive:


ma da mo' che sei partito...


eddie scrive:


l'altro è Forza Palma, lottiamo per un clima migliore in italia, vorremmo che l'italia fosse inserita almeno nella fascia sub tropicale, che qui si gela dal freddo.


Sergio scrive:


certo...

mercoledì 5 novembre 2003

-ma non hai fatto la spesa?


-si era detto domani, no?


-ti sbagli, era per oggi.


-chiedo la verifica del notaio…

martedì 4 novembre 2003

a questo punto imperversa la confusione mentale. non è detto sia un male.


torno verso casa nel tenue traffico della pausa pranzo. medito sulla lontra che mi precede tempestandomi di domande esistenziali che provvedo immantinente a dirottare nel cestino di outlook.


mentre salgo le scale incrocio un materasso che si avvia mesto verso una solenne cardatura, il che vuol dire che la situazione camera tende ad essere instabile, per via della teoria olistica.


la custodia del cd di herbie hancock che imperversa nel lettore dello stereo potrebbe essere ovunque, compreso stringhe spazio temporali momentaneamente non disponibili sul circuito sensoriale.


recenti studi fisici hanno infatti confermato che il letto funzionava da catalizzatore di materia, rimuovere il materasso potrebbe aver causato scompensi nel multiverso difficilmente assorbibili in tempi brevi.


avverto un tremito nella forza. o forse è il mio stomaco, chi può dirlo, fare il saggio jedi è diventato insostenibile dall’avvento del frullatore a potenziometro.


mi consulto con efisio sul da farsi. efisio non mi è di grande aiuto, ma non posso pretendere granchè da un telefono cellulare.


in 23 minuti riesco a fare un quantitativo di cose che polverizza il record precedente di gaetano imposimato del ’73, ma il notaio mi contesta un vizio di forma e non registra l’evento, quindi mi presento in vesti di esperto al corso di excel. ho già preso accordi per il corso di odontotecnica e fisica nucleare


al lavoro il mio maestro di ikebana mi manda il memorandum sull’arte di disporre appunti su chaim perelman, mi segno mentalmente di non perdere il telegiornale in romancio alle 19.00 sulla TSI2, poi mentre torno a casa provo ad ipnotizzarmi con la ventola dell’aria calda, ma con scarso successo.

lunedì 3 novembre 2003

sono rimasto prigioniero in un corax.


elaboro le stesse informazioni per un numero di volte intero a caso elevato alla n.


studio soluzioni alternative, metodi laterali, verticali, a 5 dimensioni, chiedo conforto a un architetto dell’ikea, che però mi parla solo in svedese.


accantono l’idea di un corso di svedese tenuto da un alcolista di uppsala, solo perché la mia carta di credito non riesce a sostenere la spesa. c’è la possibilità di un corso gestito da un agente di cambio di goteborg che in più è ai caraibi. decisamente meglio la latitudine, ma non ho dimestichezza con i quadri svedesi.


coinvolgo gerarchie celesti, in funzione apotropaica, mi costa 4 punti vita, sacrificati sull’altare dello pseudo dionigi.


chiudo gli occhi un istante e seleziono l’opzione stand by. faccio ciao con la manina mentre osservo il mondo dentro e seleziono l’opzione stand bye.

domenica 2 novembre 2003

tutto è parola…


 


l’abilità nel parlare non era solo una prerogativa di protagora.


anche gorgia (anche lui nella schiera dei sofisti) era un maestro riconosciuto dell’arte oratoria: come vedremo, l’uso della retorica era essenziale al suo approccio alla filosofia.


la tesi di gorgia era che se i filosofi precedenti si erano così contraddetti nella ricerca di un principio primo (che da parmenide in poi prende il nome di “essere”) significa che questo essere alla fine non esiste.


ma se anche esistesse, non sarebbe affatto conoscibile. se per parmenide il pensiero è sempre pensiero dell’essere, gorgia si accorge che se lui pensa ad un uomo che voli, evidentemente questo non esiste nella realtà.


ossia, per gorgia è possibile pensare ciò che non esiste, e quindi il non essere.


se è vero questo, è vero anche l’inverso, ossia che l’essere non è pensabile. (questo è ciò che in seguito i logici chiameranno paralogismo)


ma anche se l’essere fosse pensabile, non sarebbe comunicabile. questo perché la sola fonte di comunicazione è la parola,  e la parola è solo “parola”, non la realtà dei fatti: la parola non può significare in modo veritiero ciò che è altro da sé.


 


in sintesi, se non esiste un fondamento della realtà, (che, ricordiamolo, è il metro di giudizio principe, nel nostro modo di pensare, per creare una scienza, una morale, distinguere il vero dal falso ecc.) ciò che conta è convincere l’uditorio della verità della propria tesi, a prescindere dal fatto che sia vera o no (e né ci sarebbe modo di provare se sia vera o no. l’unico criterio di “verità” se così vogliamo chiamarla, sta nell’accordo dell’uditorio)


ecco perché la retorica è così importante per gorgia. non fosse altro che in questa maniera c’è modo di tirarci fuori un sacco di soldi (cosa che gorgia era piuttosto abile ad ottenere)


 


se la verità non esiste, la parola acquista un’autonomia pressoché sconfinata.


 


i vantaggi di una posizione di questo tipo sono molti. ad esempio viene evitato a priori il fondamentalismo. ogni “verità” deve venire conquistata con il dibattito e l’accordo dell’uditorio, e potenzialmente ogni cosa è sempre in discussione.


oltretutto si mette la parola fine a tutti quei tentativi (sempre infruttuosi) di giustificare razionalmente una metafisica, o trovare un accordo “vero” per tutti su qualsiasi argomento (vi ricordo per un istante che anche la scienza non è affatto “vera”. è una semplice deduzione fatta a partire da premesse condivise)


ma anche gli svantaggi si fanno chiari. la decisione su ragioni e torti non è in alcun modo razionale, se per razionale intendiamo l’uso di dimostrazioni formali. è razionale solo nella maniera in cui si conoscono le tecniche relative ad un argomentazione (che però,  a loro volta, potrebbero essere messe in discussione ecc.)


per farla breve, oggi gorgia sarebbe una persona colta, divertente, amante del dibattito e del gioco verbale, per nulla fondamentalista e piuttosto pragmatica. ma verosimilmente farebbe il portavoce di berlusconi

sabato 1 novembre 2003

MSN


Sergio scrive:


tu che sei delle cozze dentro (te la spiego di presenza), è corretto che le storie che entrano nel conteggio per il mese di ottobre sono quelle di smeerch, baggins e hiroprotagonist?


eddie scrive:


non ho capito bene la storia delle cozze. non ho capito bene neanche la storia del conteggio, a dire la verità. (...)


Sergio scrive:


mi sei stato di grande utilità, grazie...


eddie scrive:


è sempre un piacere, caro


Sergio scrive:


...


eddie scrive:


hai mica bisogno di sapere altro?


Sergio scrive:


no, no, a posto così, grazie...


Sergio scrive:


('cagare...)


eddie scrive:


noto dell'astio nella tua ultima affermazione.


Sergio scrive:


affatto, mi offende che tu mi attribuisca ostilità nei tuoi confronti, lo trovo ingiusto...


Sergio scrive:


('cagare...)


eddie scrive:


temo  che una frase ('cagare) si sia infiltrata tuo malgrado nella gentile conversazione che testè stiamo affrontando, e poscia che io giammai adirei credere ad un tuo adiramento, incolperò lesto la tecnica porgendoti umilmente le mie più sentite scuse


Sergio scrive:


sono affranto dall'inconveniente che inficia l'urbanità del mio eloquio, oso sperare che la tua augusta persona non si lasci turbare dall'oscenità di quanto occorso...


Sergio scrive:


('cagare...)


eddie scrive:


giammai potrebbe turbarmi una siffatta conversazione fra gentiluomini, urge però rimembrare alla sua onestissima persona che il turpiloquio ahimè continua indefesso, e non v'è modo di porre fine all'increscioso incidente. voglia pertanto la sua signoria prendere atto della mia ferma protesta


eddie scrive:


('cagare...)


Sergio scrive:


poffarbacco, ha invaso anche il mio scranno virtuale, adesso!


Sergio scrive:


('cagare...)


eddie scrive:


strumenti di perdizione o di deliquio (qual vogliasi credere) sono dunque codesti trasmettitori di messaggi subitanei, che inficiano le nostre gentili et eziandio corrette disquisizioni? voglia il cielo credere (e il monitor m'è testimone) che nulla potrebbe darmi più dolore che recare affronto e offesa a lei mio cordialissimo signore ed amico


eddie scrive:


('cagare...)


Sergio scrive:


caro amico, lungi da me soltanto pensare (e il modem m'è testimone) un simile abominio! Purtroppo viviamo tempi oscuri, in cui il progresso sembra voler osteggiare, invece che favorire, l'urbano scambio di idee tra ottimati. Avremo la forza per superare anche questo?


Sergio scrive:


('nculo)


eddie scrive:


credo che la forza di un gentiluomo (e lei, perbacco, certamente lo è) sia quella di contrastare i barbari e oltraggiosi tempi che tosto cercano di intimidire il nostro eloquio. facciamoci forza, ordunque, affinchè i modi onesti e gentili trionfino sull'oscurità che avvolge  le nostre intonse persone, mio caro


eddie scrive:


('nculo)


Sergio scrive:


Non posso non accogliere con sollievo e giubilo la sua esortazione, mio caro, anzi, mi adopererei per estenderla a tutti gli ottimati che patiscono lo stesso turbamento! Che tempi!


Sergio scrive:


('nculo)


Sergio scrive:


('soreta)


Sergio scrive:


('sta di cazzo)


eddie scrive:


sono lieto che la mia proposta abbia avuto successo presso la sua persona, credo che questa nostra conversazione abbia presto contribuito a palesare lo spirito di unione e rettitudine che unisce i nostri spirti saldi e temerari. pertanto mi permetta di rivolgere a lei sentiti ringraziamenti e la mia più tacita ammirazione, così come si conviene fra uomini di rango


eddie scrive:


('ottiti)


eddie scrive:


('ronzo)


Sergio scrive:


Ah, l'oltraggio si fa più molesto e osceno. Facciamoci forza, caro sodale, e lottiamo impavidi!


Sergio scrive:


('sta di minchia)


eddie scrive:


ahi lasso, non ci si lasci intimidire dalla brutalità dell'infame insulto, chè mai pensieri oltraggioso hanno avuto l'ardire di sfiorare la mia mente


eddie scrive:


('zzo di 'erda)


eddie scrive:


('oprio 'n 'azzo da 'fare, eh?)