domenica 2 novembre 2003

tutto è parola…


 


l’abilità nel parlare non era solo una prerogativa di protagora.


anche gorgia (anche lui nella schiera dei sofisti) era un maestro riconosciuto dell’arte oratoria: come vedremo, l’uso della retorica era essenziale al suo approccio alla filosofia.


la tesi di gorgia era che se i filosofi precedenti si erano così contraddetti nella ricerca di un principio primo (che da parmenide in poi prende il nome di “essere”) significa che questo essere alla fine non esiste.


ma se anche esistesse, non sarebbe affatto conoscibile. se per parmenide il pensiero è sempre pensiero dell’essere, gorgia si accorge che se lui pensa ad un uomo che voli, evidentemente questo non esiste nella realtà.


ossia, per gorgia è possibile pensare ciò che non esiste, e quindi il non essere.


se è vero questo, è vero anche l’inverso, ossia che l’essere non è pensabile. (questo è ciò che in seguito i logici chiameranno paralogismo)


ma anche se l’essere fosse pensabile, non sarebbe comunicabile. questo perché la sola fonte di comunicazione è la parola,  e la parola è solo “parola”, non la realtà dei fatti: la parola non può significare in modo veritiero ciò che è altro da sé.


 


in sintesi, se non esiste un fondamento della realtà, (che, ricordiamolo, è il metro di giudizio principe, nel nostro modo di pensare, per creare una scienza, una morale, distinguere il vero dal falso ecc.) ciò che conta è convincere l’uditorio della verità della propria tesi, a prescindere dal fatto che sia vera o no (e né ci sarebbe modo di provare se sia vera o no. l’unico criterio di “verità” se così vogliamo chiamarla, sta nell’accordo dell’uditorio)


ecco perché la retorica è così importante per gorgia. non fosse altro che in questa maniera c’è modo di tirarci fuori un sacco di soldi (cosa che gorgia era piuttosto abile ad ottenere)


 


se la verità non esiste, la parola acquista un’autonomia pressoché sconfinata.


 


i vantaggi di una posizione di questo tipo sono molti. ad esempio viene evitato a priori il fondamentalismo. ogni “verità” deve venire conquistata con il dibattito e l’accordo dell’uditorio, e potenzialmente ogni cosa è sempre in discussione.


oltretutto si mette la parola fine a tutti quei tentativi (sempre infruttuosi) di giustificare razionalmente una metafisica, o trovare un accordo “vero” per tutti su qualsiasi argomento (vi ricordo per un istante che anche la scienza non è affatto “vera”. è una semplice deduzione fatta a partire da premesse condivise)


ma anche gli svantaggi si fanno chiari. la decisione su ragioni e torti non è in alcun modo razionale, se per razionale intendiamo l’uso di dimostrazioni formali. è razionale solo nella maniera in cui si conoscono le tecniche relative ad un argomentazione (che però,  a loro volta, potrebbero essere messe in discussione ecc.)


per farla breve, oggi gorgia sarebbe una persona colta, divertente, amante del dibattito e del gioco verbale, per nulla fondamentalista e piuttosto pragmatica. ma verosimilmente farebbe il portavoce di berlusconi

5 commenti:

HiroProtagonist ha detto...

"ma anche se l’essere fosse pensabile, non sarebbe comunicabile". Ecco, quando penso questo divento nervoso e penso al suicidio (cosa che non farò sicuramente per molto tempo ancora, ma per altre ragioni). Ora, non voglio investirti di una tale responsabilità, ma dimmi una cosa: come ci si può convivere secondo te? Ah, grazie anche stavolta: le tue lezioni sono fantastice.

Climacus ha detto...

Gorgia, se non mi confondo, è stato anche l'avvocato difensore di O.J. Simpson. Ehm... avrei una domanda da farti, eddie. Posso? Che roba è un paralogismo?

eddiemac ha detto...

hiro: ci si può non convivere? (l'arte di rispondere ad una domanda con un'altra domanda, o l'arte del filosofo)
clim: è un ragionamento che non ha fondamento nella logica formale, ad esempio un paralogismo può essere questo sillogismo falso:
socrate è ateniese
socrate è brutto
dunque gli ateniesi sono brutti
tieni presente che il sillogismo e la conseguente logica formale, vengono inventati dopo gorgia

HiroProtagonist ha detto...

Si può diventare pazzi o ci si può suicidare per non conviverci. Quello che cerco di capire io è se c'è un modo "soddisfacente" di conviverci. Un modo che non sembri un contentino. Mi sa che mi sono scaldato il cervello a bagnomaria.

eddiemac ha detto...

il "matto in sè" non esiste. è sempre una convenzione socialmente contestualizzata. questo perchè il matto ha capito molte cose della vita, e si irrita di fronte alle finzioni (non dovrebbe leggere borges, il matto) mentre coglie il nonsenso. ergo, la prima risposta è una strategia decisamente interessante. ma anche scaldarsi il cervello a bagnomaria ha i suoi vantaggi...