sabato 28 febbraio 2004

è tornato il freddo....

è tornato il freddo. forse non se n’era mai andato.


resto in piedi ritto sulla tolda, aggrappato al timone, mentre il vento ghiacciato si impegna ad alesarmi le orecchie. c’è sempre da sedare qualche rivolta interna, di questi tempi. l’ufficiale di rotta mi fa notare che esistono modi migliori per ammalarsi. lo stordisco con una flèche di sciabola.


 


breve lezione interlocutoria, giusto per rinfrescare la memoria.


 


spesso per vedere le cose, è necessario allontanarsi. la sindrome del pittore: questioni di prospettiva.


il fatto è che l’uomo non è solo software, è giocoforza fisicamente orientato. ha gambe e braccia, un alto e un basso, gli occhi lo sguardo sono orientati in una direzione, in un senso che è dato dallo sguardo.


non è un caso se il dio cristiano è definito “colui che sta in ogni luogo”. la prospettiva totale per definizione è negata all’uomo.


ciò che chiamiamo reale, non ha nulla di oggettivo. è il risultato di una mediazione imperfetta di prospettive coordinate in convenzioni.


 


compito a casa:


dividetevi a coppie. prendete carta e penna e una moneta da un euro. sedetevi uno di fronte all’altro e mettete la moneta sul tavolo. ognuno descriva la moneta. poi confrontate le descrizioni.


avete davvero visto la stessa moneta? (se non è così, adesso probabilmente avete due euri invece che uno. è un metodo fantastico per chi ha pochi soldi)

giovedì 26 febbraio 2004

ho appena finito di ...

ho appena finito di tagliare 135 vignette, dopo aver passato allo scanner una quantità aliena di tavole. la taglierina di photoshop mi ha fatto alcune proposte matrimoniali che mi riservo di valutare a mente serena.


il mio cervello trasmette “il fatto”, monologo di un giornalista fervido consumatore di funghi allucinogeni, mentre mi avvio al corso di meditazione profonda. lo tiene un dugongo che fa lezione nei ritagli di tempo, con tutta l’esperienza che gli deriva dall’essere un organismo euribate.


l’unica scocciatura è il the con le alghe durante la pausa. (ma sicuramente è meglio del maestro precedente, che mi parlava per epifonemi in glagolitico. che io neanche lo capisco, il glagolitico).


scopo del corso, raggiungere la consapevolezza, che secondo la sua linea di pensiero andrebbe palesata urlando "epiphany" in verdana 36.


finita la lezione, decido di dare una svolta alla mia vita.


arrivo a casa e scarico da www.illogicieclettici.com "woman in love 3.0", un tools per limitare l’uso di logica nelle connessioni neuronali.


ho scoperto che, in caso di controllo, non passerei il test di turing

mercoledì 25 febbraio 2004

si scatena la bagarr...

si scatena la bagarre sulle truffe bancarie. trovo inaccettabile che si spari a zero su presunti illeciti di banche e operatori finanziari.


proprio oggi ho acquisito delle stock option di una finanziaria irreprensibile: se il cliente accetta il piano di investimenti gli danno in omaggio l’astuccio di poochie.

martedì 24 febbraio 2004

soffia il vento da n...

soffia il vento da nord, e gli alberi delle barche ormeggiate esprimono animatamente il loro disappunto.


esco in incognito, con la cuffia tirata sugli occhi e il bavero alzato fino alle sopracciglia. ora: la cuffia dovrebbe stare in realtà sulle orecchie, ma non stiamo a sottilizzare, come dicevano gli avversari di duns scoto.
non sto fuggendo solo dal freddo, i miei creditori minacciano di deportarmi nel carcere di spielberg, un posto dove ti costringono a guardare indiana jones e il tempio maledetto 23 ore su 24.
nella restante ora potrei mangiare, dormire e scrivere "le mie pigioni", libello incentrato su un giovane ribelle impossibilitato a pagarsi l'affitto. ma temo che non reggerei l'orrore.
quando ho messo un po' di strada fra me e l'ufficio, mi travesto da agente del mossad.
il che significa che inizio a saltellare in punta di anfibi fra le pozzanghere, cantando "let's call the whole thing off" con tutta la storia di pomodori e pigiama.
(gli agenti del mossad lo fanno. gli ingenui credono che per travestirsi da agente segreto occorra non dare nell'occhio. au contraire. chi non vuole dare nell'occhio assume un atteggiamento assai sospetto. un vero agente segreto, non sembrerebbe mai un agente segreto)
infatti arrivo a casa senza problemi


mi divanizzo e ordino una pizza con pancetta e ricotta, prima di rendermi conto che non c'è un servizio di consegna pizze a domicilio nel raggio di 25 km.


mi segno sul blocco note che devo protestare con la proloco.

lunedì 23 febbraio 2004

MSN Sergio scrive: ...

MSN


Sergio scrive:


vado, devo finire quel cazzo di articolo su *** e ***


Sergio scrive:


non riesco a farmi venire in mente la prima frase


Sergio scrive:


figurati il resto. non sono messo molto bene...


eddie scrive:


io un paio di idee le avrei...


Sergio scrive:


serie o evito di perdere tempo?


eddie scrive:


evita, come la peron


Sergio scrive:


ecco, appunto...


eddie scrive:


chimami peron, sarò la tua birra argentina


Sergio scrive:


ti chiamo la neuro, è lo stesso?


Sergio scrive:


"ciao, la neuro, come va?"


eddie scrive:


abbastanza bene, grazie


Sergio scrive:


non è male. ci sono nomi peggiori


Sergio scrive:


fammi gli auguri ciaaaaaaaaaaaaao


eddie scrive:


ti faccio gli aruspici. a presto

domenica 22 febbraio 2004

continua a nevischia...

continua a nevischiare. a pensarci, il nevischio è l'esplicitazione del casuale, del muoversi in armonia con il respiro del mondo. un delicato equilibrio fra pioggia e neve.
molto zen, se ne sei consapevole.
ho provato ad intavolare una disquisizione in proposito, ma il nevischio non si è degnato di rispondere.
molto zen anche questo.


del resto, come vuole la tradizione, sotto il nevischio bisogna baciarsi…

venerdì 20 febbraio 2004

erlebnis de...

erlebnis


 


devo avere ancora negli occhi la tribu di john burger king, presumibilmente cugino del colonnello del kentucky fried chicken, perché il mio corpo è rilassato ma la mascella è serrata in posizione di attacco. cerco invano qualsiasi sostanza rassicurante in grado di insediarsi stabilmente nell’ipofisi, convincendola che presto si sistemeranno i problemi economici, il chievo vincerà lo scudetto e ci sarà pace nel mondo per gli uomini di buona volontà.


sfortunatamente, nessun miorilassante all’orizzonte, se non consideriamo la propoli e il fastum gel.


il mio cervello è ospite d’onore alla sagra dello gnocco fritto e il livello di quantità di informazione immagazzinata e organizzata fornisce agli scienziati un’adeguata esplicitazione di un sistema al massimo livello possibile di entropia.


efisio, indegno rappresentante della categoria ‘telefono mobile’, ne approfitta e decide sua sponte di rimanere in ufficio dove si dedica a party selvaggi finalmente lontano dal mio controllo.


nel frattempo,  per recuperare un qualsivoglia rapporto con la tecnologia, porto toledo 1991™ dalla manicure. il dottore delle gomme mi sussurra qualcosa in antico gaelico e io faccio finta di capire, lisciandomi il mento come il druido panoramix.


mi tradisce lo sguardo, fisso come dopo una retrospettiva di reiner werner fassbinder, ma sono quasi certo di intuire che le notizie sono positive. questo mi coglie di sorpresa, che non ero affatto preparato. lo archivio come mio successo personale, insieme ad aver vinto un pesce rosso al luna park all’età di nove anni, e aver conquistato il primo premio per il cliente di banca più insignificante dell’ultimo decennio.


arrivo a casa e la centralina elettrica del paese decide di suicidarsi per la disperazione, gettando nello sconforto centinaia di orfani di don matteo e causando dispermie ai giovani fan del grande fratello. il mio pc si spegne con un ultimo beffardo sussurro di ventola.


mi chiudo in una tomba a tholos dove organizzo sit in di protesta con alcuni reperti archeologici cretesi e un dolope di passaggio, convinto di partecipare ad una manifestazione di orgoglio gay. alla fine lo bacio per non essere costretto a rivelargli la verità.

giovedì 19 febbraio 2004

nevica. una nevicata...

nevica. una nevicata coi fiocchi


e quando nevica divento demofobico.


per curare la mia meteoropatia mi metto in analisi dal dottor martens, che è bravo e non fa passare l’acqua nel cervello. come terapia, disegno kleksografie e le spaccio come opere di pollock. sidney. non la città.


però come effetto collaterale adesso ho un agente di spettacolo e un cervello ipsofilo.


apro la finestra e provo a ricorrere agli strumenti dell’eristica per convincere la neve a smetterla.


inspiegabilmente, la neve non collabora: credo misconosca le più elementari regole della dialettica. schiaccio alt + f4, per chiudere la finestra, che entra freddo.


poi provo un metodo più radicale. schiaccio esc, in un crescendo di frenesia, ma non succede nulla. continua a nevicare.


mi segno sul blocco note che devo portare il mondo da un buon tecnico.

mercoledì 18 febbraio 2004

billie canta april i...

billie canta april in paris.


invece è febbraio e io rifletto sui massimi sistemi, come i giocatori di totocalcio.


 



arrivo sulla tolda in perfetto orario, in tempo per incrociare un sacerdote bizantino completo di kalymauchi che si è proditoriamente infilato il mio costume da betamax. mi tira due palle sul fatto che lui dà pal ai suoi cani perché il ntsc è impronunciabile e trenta fotogrammi al secondo gli sembrano eccessivi, poi si lancia in una filippica sul trading on line, prima che lo termini con uno stinger.
del resto, mica posso perder tempo. la compagnia di folletti mi aspetta per vedere le puntate registrate della storia della poesia del novecento: ungaretti, montale e il dottor carter, quando il sottinteso e l'inespresso hanno preminenza sul palese. ci mettiamo comodi e infiliamo nel sony la puntata di “ermetici in prima linea”.

magadino mon amour (haiku nippo-ticinesi)


vira il battello


nell’alba alla finestra


comprami il kiepfer

martedì 17 febbraio 2004

MSN (reloaded) eddi...

MSN (reloaded)


eddie scrive:


che si borbotta di bello da quelle parti? (io sono nero. di seppia)


Sergio scrive:


solite cose. Sto scrivendo un intervento che devo fare in una conferenza venerdì, su multimedialità e didattica. So che il risotto era strepitoso


eddie scrive:


già. (anch'io voglio fare le conferenze. poi alzarmi con decisione la manica destra della felpa e dire "oggi parlerò a braccio")


Sergio scrive:


Certo... Beh, magari nella clinica dove ti porteranno prima o poi organizzano un ciclo di conferenze, che ne sai?


eddie scrive:


ne sarei felice. del resto in una clinica ne faranno molti, di interventi.


Sergio scrive:


Sì, lobotomie soprattutto...


eddie scrive:


bah, mi risolverebbe un sacco di problemi, immagino.

lunedì 16 febbraio 2004

esplicitazione del r...

esplicitazione del rasoio di ockham per alcolisti


 


se funziona semplice, non complicarlo

domenica 15 febbraio 2004

la lingua del daino ...

la lingua del daino è calda e morbida.


si fa strada con cautela, spingendo il naso umido attraverso la rete, fino ad arrivare alle briciole di pane secco.


e solo nell’istante in cui la lingua ti accarezza la mano, in quel preciso istante, ti rendi conto di essere vivo.


 


sto cercando di spiegare questa cosa a domitilla che mi guarda immobile e sembra non capire.


del resto domitilla è una pianta, e non mi aspetto che capisca.


milano mi accoglie nel grigio del mattino e decide che è disposta a sopportarmi un paio di giorni senza subire traumi. io faccio il carino e mi complimento per le migliorie che la città ha apportato durante la mia assenza. in via vallazze, al posto della unes, c’è un lidl.


poi per due giorni alcune scosse di elettricità statica mi attraversano il cuore lasciandomi  alcune consapevolezze, fra cui il fatto che alle giraffe piace essere accarezzate sul collo.


quindi torno a casa e mi tuffo nel nero di seppia. temo che la seppia non abbia gradito, ma che ci devo fare?


 


cose_da_fare.txt



  • ricordarsi di essere qui, e non altrove

  • ascoltare in loop educated guess

 


disclaimer: il fatto che io sia salito su una bici non ha nulla a che vedere con quello di sconvolgente che è successo nell’universo in queste ultime 32 ore. almeno credo.


la cronologia degli eventi narrati risente di riferimenti spazio temporali non necessariamente adeguati alla nostra dimensione: ad ogni modo per saperne di più sugli avvenimenti spaziali rivolgetevi all’esa, per i temporali consultate il meteo.

giovedì 12 febbraio 2004

esco dallufficio me...

esco dall’ufficio mentre una commissione di esperti sta cercando di convincere dei driver a flirtare con una microcamera da dentista (anche se, data la forma alcuni sospettano possa essere utilizzata per ispezioni rettali). preferisco defilarmi, temo possano esplodere da un momento all’altro, stile popocatepetl.


la quiete sotto il vulcano.


i supporti tecnologici stanno lottando per il diritto al libero arbitrio (deve avere a che fare con il föhn, immagino, che soffia dalle montagne qui intorno) e pare stiano vincendo.


arrivo a casa e word decide che ogni 30 secondi sente un irrefrenabile desiderio di mostrare alert pop up tipo “microsoft word non può utilizzare l’elenco delle correzioni automatiche. funzionalità non installata correttamente. eseguire l’installazione ora?”. lo fa per farmi piacere, si sente utile.


visto che non ho un cd di office sottomano sto pensando di terminarlo con delle bombe ad alta frammentazione.


 



dopo il 12esimo ascolto di round midnight nella versione di miles coppa davis decido che è tempo di darsi da fare. tipo trovare un lavoro che abbia uno stipendio, e dei benefit che siano qualcosa di più di “ehi, puoi usare il bagno, se ti va”…


penso che dovrei scrivere un libro divulgativo. qualcosa del tipo “dionigi aeropagita e la canna da zucchero” o “trigonometria, trabeazione e tetris”. potrei smerciarlo ai semafori (pare che la teologia apofatica venda un sacco, ai semafori)


mi infilo la tunica da maestro e uso il mio sguardo ieratico per ipnotizzare cavedani di passaggio.


è importante lo sguardo ieratico, ma non va sottovalutato l’approccio dialettico all’ipnosi. a dire la verità con i cavedani è facile, basta guardarli fissi.


poi, dopo un breve consulto di aruspici mi stendo sul letto.


werner heisenberg mi fissa da dietro un’anta dell’armadio, ma non mi dà noia.



(comunicazione di servizio)


dopo aver vinto il primo premio per l’uso più gratuito di puntini di sopensione in un blog mi sto applicando anche nella sezione parentesi
la direzione avvisa la protezione animali che nessun cavedano è stato realmente molestato per scrivere questo post. sono state aperte due scatolette di tonno e qualcuno ha mangiato un merluzzo. tutto qui.

mercoledì 11 febbraio 2004

-è la vita che è cat...

-è la vita che è cattiva baby


-non è cattiva, la vita. ha il bacino


 


tecniche di suicidio


esistono molti modi per suicidarsi.


ad esempio guardare le previsioni, leggere che a kingston ci sono 26 gradi e morire d’invidia. oppure partecipare alle riunioni di condominio, o convincersi che sia possibile passare attraverso i muri e cercare con ostinazione di dimostrarlo.


uno dei miei metodi preferiti, prevede invece, dopo mesi di inattività, la partita di pallone la sera, con la neve ghiacciata che ti osserva e ride da bordo campo.


 


breve fenomenologia dei sintomi


dopo dieci secondi a 2 gradi sotto zero il soggetto improvvisamente ricorda di essere irrimediabilmente eliotropo. dopo due minuti il soggetto in piena crisi d’asma assume la posizione del galata morente, maledicendo il brachicefalo che l’ha convinto a giocare. al quarto minuto il soggetto esala l’ultimo respiro mormorando “numero uno, velocità curvatura!”, in un crescendo di delirio, deliquio e recita di egloghe in esametri.


se non sopraggiunge morte istantanea, il soggetto si ritira da solo in porta, come un inuit morente, dove viene finito a pallonate.


dite quel che volete, io lo trovo sexy.


 


questo per dire che non sono io a scrivere. è un creatore testuale random che si chiama andrew 1.0. (ammettiamolo, non notate alcuna differenza)

martedì 10 febbraio 2004

ed egli fu condotto ...

ed egli fu condotto nel tempio del dio roy, il dio pinguino che insieme a silo presiede i riti di abluzione mattutina ed elargisce il dono della purificazione dai mali del mondo.


e poichè gli dei pinguini sono equivoci, il tempio è ricco di mosaici, dipinti, sculture e vetrate tiffany.


poi si apprestò al rito.


ed ecco si aprirono i cieli ed egli vide lo spirito scendere come una colomba e venire su di lui. ed ecco una voce dal cielo che disse: “devi andare dal dentista, cazzo. mica ti puoi dimenticare anche stavolta


ed egli biascicò qualcosa del genere “seat toledo voluntas tua” e si avviò là dov’è pianto e stridore di denti, per il bene dell'umanità.


 


almeno credo sia successo questo. devo dire al dentista che forse ha esagerato con l’anestesia

lunedì 9 febbraio 2004

-buongiorno, dovrei ...

-buongiorno, dovrei pagare il bollo auto


-eh, è in ritardo. la scadenza era lunedì scorso, dovrà pagare una sovrattassa


-non si preoccupi, il mio bollo scadeva in agosto


-…



 


sole e vento. prove tecniche di primavera.


il mio cervello è temporaneamente emigrato a kingston, da dove si diverte a mandare cartoline equivoche random. almeno così sostiene il mossad (sezione controllo patologie inquietanti)




 


parlando di metafisica, qualcuno mi chiede la mia posizione. presumendo che non gli interessi una conferma del fatto che io sia seduto davanti ad un computer, mi permetto di rimandarlo qui

sabato 7 febbraio 2004

mentre tornavo a cas...

mentre tornavo a casa ho incrociato un koapi in riva al lago.


almeno credo fosse un koapi. poteva anche essere un topo un po’ cresciuto, o uno dei 27 travestimenti del dio pseudoles, divinità creativa del falso in bilancio (oltre ad assumere occasionalmente la foggia di koapi, pseudoles ama girare travestito da chiave inglese, da moto guzzi e da ufficiale delle imposte. quest’ultimo travestimento, oltre al fatto di essere praticamente imbattibile nelle gare di insulti, lo rende assai poco popolare fra le altre divinità, e ai party tende ad essere evitato).


comunque il koapi (?) se n’è andato appena mi ha visto, anche perché di norma il koapi è un animale molto timido. anch’io lo sono. animale, intendo.


ho passato il resto della serata nel tentativo di capire alcune cose, che al momento mi sfuggono.


devo avere qualche problema di comprensione.


io ho sempre pensato che le montagne russe fossero gli urali.

venerdì 6 febbraio 2004

MSN (reprise) &nbsp...

MSN (reprise)


 



eddie scrive:


boooooorb! (c'è post@ per te)


Sergio scrive:


già visto, grazie. lo cercavo da un pò


eddie scrive:


che nasce dal monviso


Sergio scrive:


a cattivo gioco?


eddie scrive:


quello si chiama gioco pericoloso: "ammonito per gioco pericoloso"


Sergio scrive:


nel proverbio è cattivo gioco. monviso a cattivo gioco


Sergio scrive:


cioè, davanti a una situazione potenzialmente pericolosa, fingere di essere una sorgente montana


eddie scrive:


ah. quella della carne


Sergio scrive:


ecco, appunto...


Sergio scrive:


la famosa sorgente da cui sgorgano copiosi i quarti di manzo


eddie scrive:


da cui il proverbio non mettere troppa carne al cuoco


Sergio scrive:


i quinti di vitello


Sergio scrive:


e i primi di pesce


eddie scrive:


tipo pasta panna e polmone


Sergio scrive:


che schifo...


eddie scrive:


l'hai già provata?


Sergio scrive:


non ci penso nemmeno...


eddie scrive:


e allora come fai a dire che fa schifo? (non si dice "che schifo" della roba da mangiare. pensa ai bambini che muoiono sotto i camion)


Sergio scrive:


cercando di sgranocchiare i copertoni?


eddie scrive:


masticare. la gomma si mastica, non si sgranocchia


Sergio scrive:


i copertoni dei camion sì, a meno che i tuoi denti non li abbiano fatti i signori Black e Decker


Sergio scrive:


di Trapani (hihihihihi)


eddie scrive:


blecchedeccher, si scrive tutto attaccato (i miei denti sono in riabilitazione. appena finiscono i lavori ti faccio vedere)


Sergio scrive:


passerai all'ingestione di profilati di alluminio come pratica voluttuaria?


eddie scrive:


sì, si chiama profilassi di alluminio


Sergio scrive:


quello è il congiuntivo (che io profilassi, che tu profilassi, etc. etc.)


eddie scrive:


non era io alluminio, tu alluminii, egli alluminia?


Sergio scrive:


quello è il presente


eddie scrive:


ah, già.


eddie scrive:


c'aggia fa pe' campa!


eddie scrive:


(tradotto. che mangi a fare, bevi il campari)

giovedì 5 febbraio 2004

a volte io e il dio ...

a volte io e il dio dei lavori pubblici abbiamo delle schermaglie dialettiche. questo può essere un problema in caso di ordalia.


ma chissenefrega, io seguo la scuola del grande veicolo, infatti ho una toledo 1.6 con un bagagliaio capientissimo


 



-quello è meglio che lo lasci stare


-e perché mai?


-è un intellettuale oltranzista


-che vuol dire?


-ha rapinato un supermercato con una montblanc per dimostrare una volta per tutte che la penna non ferisce più della spada. infatti l’hanno preso.


-lo prendevano anche se aveva la spada. adesso sparano, non ricordi? secondo me l’esperimento non è conclusivo

martedì 3 febbraio 2004

sono stato una serat...

sono stato una serata a parlare di display di stereo con un coniglio (da me argutamente ribattezzato “coniglio”)


il display del mio stereo a volte smette di funzionare.


così, senza preavviso.


può essere imbarazzante se uno è in stanza e cammina alla fioca luce del display dello stereo.


che poi va a sbattere contro gli Insidiosi Spigoli, una razza aliena che si materializza nei posti bui del pianeta. gli Insidiosi Spigoli vengono da ikeon, un pianeta freddo fuori dal sistema solare e amano materializzarsi sulla terra per via del caldo e della pizza. ma sono fotofobici, e se c’è luce, solo raramente si può andare a sbattere contro un Insidioso Spigolo.


il display del mio stereo a volte decide di prendersi una vacanza, una pausa di riflessione, come gli specchi stanchi, e fine delle trasmissioni.


poi, sempre senza preavviso, dopo qualche settimana torna a funzionare.


pensavo avesse a che fare con il flusso delle maree, o i processi di decadimento del carbonio 14.


adesso, dopo una ricerca maieutica con l’aiuto del coniglio, credo di avere intuito la spiegazione.


lo stereo è del 1988, ma, non so come, deve avere al suo interno tecnologia XP


mi infilo il costume da fusibile e provo ad entrare per controllare.



 


comunicazione di servizio per l’arguto lettore: l’uso del carattere maiuscolo, solitamente proibito dalla mia religione, è occasionalmente ammesso in giornate particolari come la notte di valpurga, la notte degli oscar luigi scalfaro, la Sacra Giornata del Tagliapiante, e il giorno della tartaruga volante, che quest’anno cade il tre febbraio.

lunedì 2 febbraio 2004

mi sveglio e sto gui...

mi sveglio e sto guidando.


succede quando i due emisferi del mio cervello litigano e smettono di comunicare.


disinserisco smoluchowski (il pilota automatico che decide la direzione seguendo la formula del moto browniano, che descrive perfettamente il moto del traffico cittadino), mentre cerco di riprendere il controllo della situazione.


gestisco interferenze con nonchalance, cambiando con abilità la frequenza dei pensieri.


poi carico in macchina un gabbiano con i cernecchi, che, avendo esaurito il bonus di passi, fa l’autostop verso il mio libraio di fiducia. tutti e due vogliamo matt ruff e a. c. weisbecker.


discutiamo di molte cose, ma non riesce a convincermi della necessità di recarsi al muro del pianto. non vedo l’utilità di lamentarsi e piangere con chi ha il cuore di pietra.


 



rientro a casa la sera e trovo quattro pinguini che si stanno chiedendo come sia possibile che io abbia lasciato la finestra aperta prima di uscire.


spiego che nonostante il mio odio per il freddo intendevo essere ospitale, e spero ricambino installando sole e palme in antartide quando sulla via dell’estinzione ci sarò io.


 



resto dell’opinione che polenta uova e aglio alle 3 del mattino non sia stata un’idea grandiosa.