lunedì 31 maggio 2004

brè - monte boglia in 1h e 15 è il miglior diaforetico che conosca.


non sono svenuto, un punto a mio favore.


 


teorema della zattera


credo che nessuno abbia dimostrato che sia lecito applicare la logica all’essere.


la logica è solo un mezzo per permettere la comunicazione: le regole del gioco.

sabato 29 maggio 2004

esterno giorno


dovrei essere in svizzera a consegnare un pacco.


invece sono in frontiera e un signore simpatico sta cercando di smontarmi toledo 1991™ che se la prende a male, per l’accento più che altro.


succede un po’ spesso, stavo quasi pensando che ad avere un po’ più di soldi potrei chiedere se mi subaffittano la dogana.


contemporaneamente dovrei essere anche a 40 km di distanza, dove un altro signore dovrebbe spiegare ai muscoli del mio collo che non è il caso di fare tutte quelle storie, che ormai sono grandi e dovrebbero comportarsi come si deve (a una certa età, bisogna mettere la testa a posto).


il trucco della bilocazione, al corso di esperienze extracorporee a cui sono iscritto, non ce l’hanno ancora insegnato (il problema è che non capisci mai quando c’è il maestro e quando non c’è. e poi l’ubiquità ha anche i suoi inconvenienti, occorre dirlo. i creditori hanno più posti dove trovarti).


nel frattempo mi chiamano al telefono per sapere se sono libero.


faccio sapere che è estremamente improbabile, a meno che con un colpo di classe non riesca a trilocarmi


 


interno notte
alcune pagine di un libro tentano di forzare il blocco del cervello, ma tutto quello che ottengono è una scritta lampeggiante: eddie non è in linea, potrebbe non rispondere (probabilmente è un modo subdolo per ricordarmi che sono sottopeso).


ho il cervello sconnesso, come il fondo stradale del camel trophy.


metto sullo stereo kind of blue di miles gloriosus davis e provo una stimolazione cerebrale cozzando ripetutamente contro il muro.


serve ad aprire il chakra della veggenza.


funziona.


una volta che lo fai, poi non lo rifai più perché sai già cosa succede.

giovedì 27 maggio 2004

ed ecco, si aprirono i cieli ed egli vide lo spirito scendere come una colomba e venire su di lui.


ed ecco una voce dal cielo che disse: “esistono forse modi meno scenografici per venire rapiti dagli ufi?” (mt 3,16)


 


sto cercando di investire due svizzeri di aarau per questioni di parcheggio, quando vengo rapito dagli ufi.


lì per lì ci rimango anche male, che ci tenevo a contribuire al controllo demografico dell’argovia.


gli ufi (da non confondere con i gufi che prediligono rapire invertebrati, né con i sufi che hanno sviluppato la tecnica del rapimento tramite estasi mistica) ti costringono a salire sulla loro astronave e ti portano a milano dove ti fanno parlare con gente che per non rischiare di capire qualcosa ha assunto dei tecnici dell’università di yale per farsi blindare il cervello


fa parte di un test redatto dagli ufi: se sei in grado di sopportare le persone più inutili dell’universo (quindi è chiaro perché il test si svolga a milano) non sfigurerai in una conversazione noiosa su alnilak, che è un pianeta dove i copywriter hanno chiamato un rasoio “occasione” solo per poter utilizzare come slogan "ognuno dovrebbe avere un occasione” (scritto proprio così, senza apostrofo, che rasoio è maschile).


a quel punto l’unica difesa possibile è assumere la caratteristica espressione da tamia e  ubriacarsi a negroni.


solo che per avere un negroni a milano devi chiedere un finanziamento ad una società di leasing, che ottieni solo presentando una busta paga (ho già provato con un involucro giallo dall’aria soddisfatta, ma mi hanno riso in faccia così tanto, che neanche a un matrimonio) e dimostrando di frequentare il locale solo durante la cerimonia religiosa dell’eppiauar, quando la sala è sovraffollata per assistere al miracolo della liquefazione dello zucchero di canna.


per protesta mi chiudo in un ipogeo dove rimango in stato catatonico per le seguenti 24 ore, mentre alcuni kouroi di passaggio mi guardano con stupore.


prima di raggiungere la fase di autismo conclamato chiedo agli ufi se, gentilmente, la prossima volta, possono rapire qualcun altro.

martedì 25 maggio 2004

equilibrio instabile, più o meno come stare in piedi con un piede solo su una pulka lanciata sul ghiaccio. (non so se abbiate mai provato, ma in effetti non è facile)
sono intellettualmente impegnato nella ricerca di uno scopo sostenibile nella mia vita. al lavoro cerco su internet un tutorial per il programma vita 1.0, ma lo trovo solo in urdu. babelfish non contempla l'urdu, non so bene perché.


sicuramente c’è una morale in tutto questo, anche se non ho ben presente quale.
incassata la delusione mi dedico a cose più serie: la scienza, per esempio.


tirando 300 volte una moneta da 5 franchi viene fuori 152 volte testa e 148 croce. chi dice che le probabilità sono il 50% non ha mai verificato (fra le altre cose, per fare testa o croce è assolutamente necessario avere una moneta da 5 franchi. con i due euri si fa testa o europa, oppure aquila o europa, cose così. mica è la stessa cosa)


sulla strada del ritorno verso casa carico un cormorano autostoppista. parliamo del più e del meno fino a che non mi rendo conto che mi sta massacrando sul piano dialettico. quindi faccio finta di niente e lo scarico millantando una crisi di tetania (che mi viene particolarmente bene)
arrivo e casa e metto sullo stereo “all that you have is your soul” di tracy chapman, che mi ricorda l'anno della seconda superiore e la mia attuale condizione economica.



 


alcune cose che ho imparato sabato (e che sfrutterò probabilmente come conoscenze aggiunte nel mio curriculum)


 



· il tempo piovoso non impedisce le regate.


· devo avere nei geni tracce di un antenato xerofilo che mi tormenta.


· nel bosco vicino a casa vive un folletto che ha avuto il buon senso di fuggire dal suo rappresentante.

lunedì 24 maggio 2004

dovrei smetterla con tutti questi slittamenti di significato: sono tropi.

domenica 23 maggio 2004

intermezzo


 



un cielo così azzurro di questi tempi è da considerarsi un evento eccezionale, come il trasporto.


si parte la mattina, nello zaino pochi viveri, una coperta, una borraccia, una maglietta


del resto lo dice anche il proverbio: se la montagna non va a maometto, avrà di meglio da fare.


forse non era esattamente così.


il tamaro e il limidario osservano placidi, ancora striati di bianco stanno di guardia sulle sponde.


verso il pomeriggio si trova un prato che guarda il lago, dalle isole fino a brissago, e si resta a dormire disturbati solo dai discorsi dei grilli (che poi i grilli fanno discorsi molto banali, cose del tipo ‘non ci sono più i prati di una volta’ e ‘di questo passo dove andremo a frinire’, e uno si addormenta subito). quando ci si sveglia si torna a valle.


a volte non è male vivere ai confini dell'impero.

sabato 22 maggio 2004

il manifesto dello scettico (reprise)


 



uno scettico non è mai molto sicuro di esserlo (p. tusset)


non siate sicuri di nulla, poiché nulla è certo.


a cominciare da questa affermazione

venerdì 21 maggio 2004

mi sono ritirato dal corso di divinazione. quando il maestro mi ha chiesto perché mi ritiravo ho risposto che ero sicuro che non ce l’avrei mai fatta.


mi ha fatto pagare la tariffa intera, però mi ha promosso.


adesso mi mi sono iscritto a un corso di ipnosi, o almeno, così mi hanno fatto credere.



 


i miei neuroni mi hanno di nuovo fatto causa.


il mio avvocato mi dice di non preoccuparmi. al processo sosterremo che un giorno sarebbero invecchiati e mi avrebbero danneggiato, quindi si è trattato di legittima difesa preventiva.


mi ha anche spiegato che per rassicurare la corte sul mio prezioso apporto all’economia dovrei fare un po’ di debiti, il problema è che io non ho abbastanza soldi per potermi permettere di fare debiti.


vedendomi sotto pressione come una pentola, il mio maestro di armonia spirituale mi ha regalato una fornitura di thè tibetano rilassante, venduto sul mercato col marchio namas thè.


arrivo a casa e per distrarmi infilo nello stereo la terza sinfonia di gaspare corbini, detta “la poderosa”, nella partitura per mestolo e flicorno

giovedì 20 maggio 2004

ufficio, interno giorno.


il mio cervello trasmette la finale dei giochi senza frontiere del 1981, facendo registrare uno share del 60%. due neuroni tengono il fischietto in mano come dennis pettiaux e ripetono come mantra “prêtes: trois, deux, un” e fischiano.


in sottofondo alcuni colleghi intonano inni a greyskill, padrone della bacchetta magica (strumento di fatashop), signore della scala di grigio e cavaliere template.


per ingannare il tempo (che il tempo mica è furbo) studio nuovi metodi per guadagnare soldi. per adesso do lezioni di dialettica ad uno schizofrenico, viene un’ora alla settimana ma me ne paga 4. però ha il vantaggio di poter esercitarsi a casa da solo.
i soldi delle lezioni li ho investiti in un corso di meditazione e yoga.


con un paio di sedute ho scoperto perchè non ci sono certezze nella mia vita: il mio spirito guida non ha mai preso la patente.

mercoledì 19 maggio 2004

esco dall’ufficio con un’acconciatura degna di paperoga.


arrivo sulla tolda fischiettando eleanor rigby inframmezzato da versi del tantum ergo (di cui esiste anche la versione non inquinante, il tantum verde). provateci, mica è facile.


apro la porta della cabina e me lo trovo lì, senza un perché. del resto, non è che i perché siano necessari, a questo mondo.


raimondo lullo in tutto il suo splendore di predicatore (da cui l’aggettivo “lullone”) che mi guarda torvo e recita passi in latino, probabilmente della summa contra gentiles et cabrinis.


quando hai bisogno di uno smaterializzatore non ne trovi mai uno a portata di mano.


-non dovresti essere morto e sepolto dalle parti della penisola iberica?


-mi hanno dimesso per buona condotta


-…


lo abbatto a randellate e chiamo un agenzia di vigilanza per farmi mandare un suricato come sentinella.


poi mi infilo in bagno e mi lavo i capelli con il mercuro cromo

martedì 18 maggio 2004

campagna elettorale.


un uomo ben vestito mi guarda ammiccante da un cartellone.


un simbolo in evidenza, e un pay off a chiosa.


“fatti, non parole”.


allora istigano. poi dicono che uno si droga

domenica 16 maggio 2004

stavo sul divano a guardarmi una puntata registrata di george & mildred, quando mi sono ricordato che ero in ritardo per il mio corso di ikebana per neuroni (se avete voglia di criticare george & mildred lasciate perdere, che io li adoro)


che ho anche compilato un compendio sull’arte di disporre audiocassette negli appostiti raccoglitori, e ci tenevo a fare bella figura con i ragazzi del corso.


l’insegnante ha una motricità fine da fare invidia al campione del mondo di rollaggio di cartine anche se non ha mai gareggiato perché un malvagio editto non permette ai polipi di iscriversi al torneo, se non in qualità di antipasto misto al buffet della premiazione.


ad ogni modo sono arrivato puntuale, qualsiasi cosa questo voglia dire in un universo governato da particelle subatomiche che hanno un’idea della continuità temporale rappresentabile con un’apertura di una partita di shangai
finita la lezione ci siamo tuffati in nel nostro pub preferito per l’esercitazione di fine corso, che prevedeva una composizione artistica di boccali vuoti.


sono rientrato a notte fonda mentre cercavo invano di ricordarmi le parole di “the piano has been drinking” (not me), sforzo completamente inutile, anche perché non le ho mai sapute a memoria.


prima di entrare in casa, per ripicca, ho intagliato un crop circle su tutti gli zerbini del condominio

venerdì 14 maggio 2004

ho la mobilità neurale di un’attinia. attendo un evento illuminante, una cosa tipo l’allacciamento all’enel  dell’ipofisi.


uno dovrebbe svagarsi nella vita, fare cose interessanti, tipo programmare una gita in karelia, o starsene sul divano a guardare il telegiornale rumantsch sulla TSI2, che, peraltro, riesco a vedere solo il venerdì.
toledo 1991™ sente la primavera (ma mi sa che è l’unica che qui fa ancora freddo) e si è trasformata in un giardino. io vorrei levare la terra da dentro ma i tecnici di biosphere 2 che stanno studiando il microclima me l’hanno impedito. non riescono a spiegarsi come mai la carrozzeria fiorisca in primavera.


devo smetterla di parcheggiare sotto il glicine.
incontro marc augè sulle scale, nel parcheggio del supermercato, in aereoporto, in banca, finchè non mi decido a fargli sapere che deve smetterla di seguirmi, e per rendere più chiaro il concetto gli rigo la macchina.


arrivo al riparo sulla mia nave, mi siedo sul ponte di comando e osservo la situazione storica: mi chiedo come sia possibile che abbia interiorizzato la reotassi dei miei discendenti acquatici. poi mi ricordo che il primo comandamento della mia religione recita “non farti domande che non contemplino una risposta rassicurante”.


mi metto comodo e ordino un rolfing cerebrale.


la sera passo il tempo a raccontarmi fiabe; la mia preferita inizia con “c’era una volta, celeste”.

giovedì 13 maggio 2004

immagino che tu non capisca.


vorrei spiegarti un po' di cose ma temo possa essere considerato accanimento terapeutico

mercoledì 12 maggio 2004

ho cercato di insegnare il corax* al mio pc, che però non si è dimostrato molto disponibile. adesso si


è fissato che all’avvio vuole eseguire a tutti costi c.exe e caricare image.dll, anche se non esistono.


del resto XP è stato progettato per cambiare i files di registro a seconda delle diverse congiunzioni astrali.


installare XP risponde ad una precisa esigenza di adottare un antivirus omeopatico…


mi hanno detto che mi farebbero bene i fiori di bach. ho girato un po’ di negozi, ma non ho trovato il CD


infilo nick cave nello stereo e vado su www.mentichefunzionano.com per l’aggiornamento al pacchetto metacomunicazione 2.0


 


 




*altrimenti detto l’argomento del calcio di rigore. funziona più o meno così:


1- il portiere sa che l’attaccante di solito tira a destra. dovrebbe tuffarsi a destra


2- ma il portiere sa che l’attaccante sa che il portiere sa, quindi cambierà angolo e il portiere dovrebbe tuffarsi a sinistra.


3- ma il portiere sa che l’attaccante sa che il portiere sa che l’attaccante sa, quindi si tufferà a destra.


4- ma il portiere sa che l’attaccante sa che il portiere sa che l’attaccante sa che il portiere sa, quindi si tuffa a sinistra


5- ripetete l’operazione per un numero di volte pari alle cifre che compongono pi greco


6- l’attaccante farà il cucchiaio


7- si ignora la posizione dell'arcivescovo di costantinopoli e dei 33 trentini

lunedì 10 maggio 2004

gli spazzolini appaiono e scompaiono senza alcun motivo apparente. questo perché seguono logiche dimensionali a noi sconosciute.


ero assorto in questa indubitabile certezza mentre osservavo i topini della stazione centrale di milano (binario 14) che procedevano in sommarie esplorazioni e fuggivano da piccioni e mixomatosi fulminanti.


secondo un recente sondaggio l’80% della popolazione umana sostiene che i topi siano stupidi. curiosamente, secondo lo stesso sondaggio, il 65% dei topi pensa la stessa cosa della popolazione umana.


questo dimostra una volta per tutte che i topi sono decisamente più possibilisti.


nel frattempo un mio vicino di posto si lamentava perchè aveva piantato dei tulipani in un giardino zen e adesso i tulipani non crescevano.


io volevo spiegargli che il giardino zen ha altre funzioni, tipo essere usato per il rilassamento emotivo, o in alternativa come cassetta del gatto (sempre che uno abbia un gatto) però ho immaginato che non avrebbe gradito


qualche ora dopo, custodivo sulle ginocchia un libro di john “burger” king e guardavo la campagna veneta dal finestrino, anche se trovavo la cosa piuttosto difficoltosa, visto che la campagna continuava a muoversi.


in tutto questo ho avuto l’ennesima conferma che i ferrovieri mi guardano male fino a che non smetto di seguire spazzolini in vortici dimensionali ed eseguo il vecchio trucco della materializzazione del biglietto

time out


è stato ampiamente dimostrato, che il tempo sia in realtà relativo all’osservatore.


ciò significa che se non avete tempo, c’è una buona possibilità (diciamo intorno al 75%) che siate morti.

venerdì 7 maggio 2004

arrivo a casa che sto quasi correndo, e non so bene perché.


sulle scale, teodorico di chartres mi coinvolge in una dotta quanto noiosa disquisizione sulla comparazione di mondo prima della creazione e aperitivo


per levarmelo di torno gli appioppo un trattato di gnomologia (la scienza che studia gli aforismi degli gnomi, e spiega perché quando si citano a memoria i nomi di tutti i sette nani ne manca sempre uno) e gli dico che voglio una relazione entro 3 giorni.


chiudo la porta per lasciarmi dietro tutto il casino. non avevo considerato la finestra


il palmipede mi osserva muovendo appena le zampe piantate sul davanzale


 



-non dovresti perdere tempo così.


-sì, ma poi cerco bene e lo ritrovo.


-dovresti mettere la testa a posto


-ho provato, ma non si stacca dal collo. e tu hai esaurito il bonus di “dovresti” consentito dalla convenzione di ginevra


-…


-non hai niente di meglio da fare? (del resto neanch’io…)


-quack


-…


-sono pur sempre un germano reale



ultim’ora


da siti specializzati è possibile scaricare una patch (adams) che protegge explorer dagli attacchi dei virus che girano in rete. pare che si chiami opera

mercoledì 5 maggio 2004

MSN Sergio scrive:...

MSN


Sergio scrive:


ei fu siccome immobile, dato il mortal sospiro...


eddie scrive:


stette alla spiaggia immemore, orma di tanto spiro (gyra)


eddie scrive:


piove


e io no...


Sergio scrive:


steps (ahead)? Tu no cosa?


eddie scrive:


io non piovo


Sergio scrive:


beh, sarebbe inquietante il contrario...


eddie scrive:


sì, ma così non mi sento attivo


Sergio scrive:


prova ad essere nuvoloso, dicono che rilassi...


eddie scrive:


naaaa. non ci riesco. mi sto esercitando ad essere ombroso, ma è un casino. fossi nato quaoche secolo prima avrei potuto essere lombroso, invece. (nasco sempre nei momenti sbagliati, io)


Sergio scrive:


non è colpa tua, è colpa di pfizhul, il dio del tabellone della sala parto


eddie scrive:


cazzo, lo sapevo. pfizhul non mi è mai stato simpatico. neanche io a lui, evidentemente


eddie scrive:


lì com'è?


Sergio scrive:


lascia perdere...


eddie scrive:


se lascio perdere te vuol dire che vinco io?


Sergio scrive:


dipende


Sergio scrive:


dovresti chiederlo a pfizhul, il dio degli arbitrati relativi al linguaggio comune


eddie scrive:


'sto pfizhul ha un po' rotto. c'è mica un rito per ingraziarselo? che so, dar fuoco all'ufficio, immolare un turista dell'appenzello su un banchetto del mercato,  mettere una bomba nel tendone della fiera (così magari smette anche di piovere)


Sergio scrive:


in realtà ci sarebbe l'antico rito della glassatura della papera parlante. Non è che ti ritrovi, così, per caso, una papera parlante, vero?


eddie scrive:


ma dimmelo prima!!! l'ultima l'ho salutata 5 minuti fa, mi ha detto che migrava verso paesi caldi e secchi. mi ci sarebbe voluto un attimo a glassarla...


eddie scrive:


glassare un camaleonte strabico non è la stessa cosa, vero?


Sergio scrive:


assolutamente no! pfizhul è il dio protettore dei camaleonti strabici e delle marmotte dislessiche! ma devo dirti tutto io?!


eddie scrive:


(detto fra noi... 'sto pfizhul.... è immortale?)


Sergio scrive:


immortale... di 'sti tempi... col rito dell'obliterazione della bagnacauda fumante fugge alle caiman per una trentina d'anni e può essere richiamato soltanto da uno sciamano birmano accompagnato da un alano afghano in vena di burle (lo sciamano, non l'alano)


eddie scrive:


ok, quello che mi sfugge è *dove* devo obliterare la bagnacauda fumante. poi mi dedico allo sterminio degli sciamani birmani dotati di senso dell'umorismo


Sergio scrive:


alcuni autobus della linea Zurigo - Bergamo - Pontremoli sono dotati dell'apposita obliteratrice, ma viaggiano solo col plenilunio e una temperatura esterna tra i 18 e i 22 gradi.


eddie scrive:


cazzo, mi tocca aspettare luglio....

i sedili sanno di um...

i sedili sanno di umido. se è per quello anch’io.


la pioggia cade di traverso ma non arriva a lambire il finestrino, si limita a riempire le pozzanghere sul marciapiede della banchina.


fuori, milano si perde nella pioggia.


dentro il treno rumori indistinti, pendolari al rientro, qualche sospetto studente, fruscìo di giornali, una coppia di ignari turisti stranieri…


-plink


-questo treno è diretto a *inserire qui località sperduta e probabilmente dimenticata da gran parte delle divinità presenti sul globo, tranne quelle particolarmente spiritose*


i due stranieri si guardano straniti (vabbè…). poi si alzano in cerca del capotreno.


immagino che avrebbero gradito l’informazione prima che il treno partisse...


arrivo a casa qualche ora dopo. metto sullo stereo la versione di chet “boris” baker di autumn in new york, che è di stagione…

lunedì 3 maggio 2004

piove. pare che ciò...

piove.


pare che ciò sia indispensabile per la buona riuscita della festa di zafirullah, il dio che si manifesta sotto forma di castoro ed è protettore delle dighe e delle innondazioni (e in ciò si rivela un non indifferente conflitto di interessi)


zafirullah è il terzo figlio del dio moki, un dio che appare solo in sogno, e dà ai suoi fedeli i numeri del lotto: peccato che moki sia una divinità un po’ burlona, e si diverta a darli sbagliati. quindi nelle zone dove moki è venerato, il giro di affari del lotto è molto scarso.


io invece attendo la festa di airmu, il dio della pigrizia (da non confondere con pime che è quello della nigrizia) che appare ai viandanti sotto forma di bradipo; o meglio, apparirebbe sotto forma di bradipo se solo ne avesse voglia. di norma si limita a non apparire.


questo risolve una volta per tutte la questione della sua esistenza: visto che la sua essenza consiste nel non aver voglia di apparire, se non appare esiste sicuramente.


immagino che molti di voi non ne abbiano mai sentito parlare.


in effetti le origini del culto si perdono nella notte dei tempi. in alcune zone si festeggia il 12 maggio, in altre il 13, in altre zone ancora (tendenzialmente più ortodosse) da gennaio a dicembre.


il problema è che i suoi fedeli erano decisamente troppo intelligenti per costruire templi, officiare riti, affannarsi nel proselitismo, e così via. in suo onore si limitavano a passare la giornata in meditazione sul divano.


in effetti i più osservanti non avevano un cazzo di voglia di omaggiare il dio, che quindi tendeva a venire dimenticato; nonostante ciò, il culto di airmu sopravvive tuttora nel rito cattolico della domenica.

non ho visto kill bi...

non ho visto kill bill, però ho visto il trailer.


non ho ben capito perchè kwai chang caine, invecchiando, è diventato cattivo.