venerdì 14 maggio 2004

ho la mobilità neurale di un’attinia. attendo un evento illuminante, una cosa tipo l’allacciamento all’enel  dell’ipofisi.


uno dovrebbe svagarsi nella vita, fare cose interessanti, tipo programmare una gita in karelia, o starsene sul divano a guardare il telegiornale rumantsch sulla TSI2, che, peraltro, riesco a vedere solo il venerdì.
toledo 1991™ sente la primavera (ma mi sa che è l’unica che qui fa ancora freddo) e si è trasformata in un giardino. io vorrei levare la terra da dentro ma i tecnici di biosphere 2 che stanno studiando il microclima me l’hanno impedito. non riescono a spiegarsi come mai la carrozzeria fiorisca in primavera.


devo smetterla di parcheggiare sotto il glicine.
incontro marc augè sulle scale, nel parcheggio del supermercato, in aereoporto, in banca, finchè non mi decido a fargli sapere che deve smetterla di seguirmi, e per rendere più chiaro il concetto gli rigo la macchina.


arrivo al riparo sulla mia nave, mi siedo sul ponte di comando e osservo la situazione storica: mi chiedo come sia possibile che abbia interiorizzato la reotassi dei miei discendenti acquatici. poi mi ricordo che il primo comandamento della mia religione recita “non farti domande che non contemplino una risposta rassicurante”.


mi metto comodo e ordino un rolfing cerebrale.


la sera passo il tempo a raccontarmi fiabe; la mia preferita inizia con “c’era una volta, celeste”.

11 commenti:

anonimo ha detto...

La mia inizia con c'era una svolta, ma poi, senza motivo, mi perdo nell'intreccio. Sto cercando di capire chi è il mio attante oppositore.. Sarà mica Augé e il loop dei non-luoghi?

eddiemac ha detto...

iniziasse con "c'era un'architrave" sarebbe forse più lineare...
(sehnsucht nach der sonne... se ricordo ancora qualcosa di tedesco)

estate-indiana ha detto...

la mia invece è "c'era una volta, a botte". Che nelle sere d'inverno si rivela funzionale nonchè reversibile nel suo reciproco "c'era una botte, a volte".

anonimo ha detto...

c'era una volta, pila di

anonimo ha detto...

Ricordi giusto e condivido. Poi, di venerdí, la cosa piú importante da ricordarsi é Feierabend zu machen ;-) Tschüüüß

anonimo ha detto...

Sì, ma come finisce? E vissero felici e contanti?

Ekatherine ha detto...

reotassi è la mia parola nuova del giorno

riccardococco ha detto...

cera, una volta. o almeno così è riportato sul manuale d'uso della mia auto.

astrokudra ha detto...

Certo, con l’ipofisi allacciata all’enel, dosaggi ormonali ogni due mesi per la lettura e un imbarazzante led come terzo occhio…

Marc Augé, se schivato velocemente, potrebbe diventare Marc Augégé, simpaticissimo brasiliano assiduo frequentatore di non luoghi (a procedere). Non dovessi riuscire a schivarlo in tempo, ti consiglio di apostrofarlo con un “lei, la smetta di farsi il senso degli altri”. E comunque, non so quello che sto scrivendo. K.Inc.

jaft ha detto...

ero sul punto di proporre una raccolta firme che renda fuorilegge lo studio della filosofia, poi ho letto la parte in cui righi la macchina di marc augè, e mi sono ricreduto

Ubikindred ha detto...

Anch'io mi sono ricreduto, sono un ingenuo...riesco a fregarmi tutte le volte....