mercoledì 31 agosto 2005

scivolo piano sull’argine per evitare di svegliare ventinove papere che iniziano a mostrare alcuni impercettibili segni di agitazione. le papere sono assai suscettibili, occorre dirlo.

ventinove non è un numero simbolico (andiamo, cosa starebbe a simboleggiare ventinove? la grande depressione?) le ho proprio contate.

contare papere è un passatempo come un altro, se proprio lo volete sapere.

che poi non sono papere ma germani reali, anche se tutto sommato, a loro non frega granchè.

me ne sto lì, a guardarle, e non so bene cosa fare. almeno fino a quando una papera si alza, si avvicina lentamente con fare circospetto, mi punta gli occhi addosso e domanda: “cazzo guardi?”

io l’avevo detto che le papere erano suscettibili, voi che non ci credevate.

niente - rispondo - è un periodo un po’ così.

in questo periodo il tempo è assai indeciso. non è il solo.

per dire, anche lo spazio, a volte, non sa che fare.

grande è la confusione sotto il cielo, come diceva l’abbè pierre, ma anche qui mica si scherza.

del resto la fretta è cattiva consigliera, la frutta va bene in conigliera, la fratta, non saprei. e comunque va a finire che nella ci vita ci si occupa essenzialmente di aria fritta.

dovrei smetterla con tutti questi slittamenti di significato. sono decisamente tropi.


ultim’ora

attilio fabbri, docente di matematica teorica alla normale di pisa, dopo anni di ricerche sul teorema di incompletezza di gödel, constatata l’impossibilità di trovare un fondamento organico e razionale per la sua disciplina senza incorrere in proposizioni indecidibili, nonchè l'impossibilità di dimostrare all'interno delle stesse teorie la loro coerenza, ha finalmente raggiunto la conclusione che la matematica non è un pignone.


lunedì 29 agosto 2005

sono tornato, come disse mac arthur.

il fatto che abbia iniziato a parlare come un generale dell’esercito degli stati uniti in vacanza nelle filippine immagino significhi che ho fatto una cazzata.

d’altra parte stavo girando per la quinta dimensione (le prime sette dimensioni sono, nell’ordine: larghezza, altezza, profondità, tempo, rothéneuf, edmund husserl, frullatore) quando a un certo punto mi sono materializzato in ufficio.

al corso di smaterializzazione corporea avevano avvertito che materializzarsi nei posti sbagliati può causare non pochi inconvenienti, ma non credevo fosse così terribile.

visto che sono di pessimo umore la sera litigo con alcune divinità minori per questioni di scarsa rilevanza, come l’aumento della piovosità, l’opportunità del costruire alberghi in riva al lago in grado di ospitare animali da allevamento, la destinazione di parcheggi alla dimensione husserl invece che alla nostra.

il giorno dopo partecipo ad un simposio in cui assurbanipal spiega le necessarie sconnessioni dalla rete neuronale e la pessima abitudine di accordare eccessiva fiducia ai concetti di passato e futuro.

da apprezzare un gradevole intervento di gianantonio ratti, docente di metodologia presso l’università di padova che sostiene due tesi interessanti:

1. l’inevitabilità dell’essere è sostenuta solo da chi non ha mai provato a ottenere un rimborso spese dalla burocrazia universitaria

2. l’eurostar soggiace a leggi di curvatura temporale che non interferiscono con la realtà così come noi la percepiamo


alcune cose che ho imparato in questo periodo

- la differenza fra le gru e gli aironi è che un airone, tendenzialmente, non lo puoi usare per sollevare una trave

- nel caso si viaggi come passeggero su una harley davidson tornano piuttosto utili lo ore passate ad imitare uno zaino

- le cameriere dei ristoranti sono, di norma, accondiscendenti con i malati di mente

- finire insabbiati non è un privilegio riservato alle stragi di stato

- gli orari di partenza degli aerei sono alquanto flessibili e capita che te li anticipino di circa un’ora e mezza

mercoledì 24 agosto 2005

rispondo a un paio di domande su origine e finalità dell’universo e sono subito da voi.

martedì 2 agosto 2005

ed ora uno sguardo al meteo (alla meteo, se siete svizzeri).
non si prende neanche la briga di piovere. diluvia.
il fatto che sia agosto e i telegiornali continuino a ripetere che fa caldo (è importante stare sulla notizia; ad esempio, a gennaio diranno che fa freddo. che meravigliosa informazione) sembra non influenzare minimamente il tornado che ha deciso di prendersi una vacanza da queste parti. (si vede che si è trovato bene l’anno scorso, ed è tornado. vabbè).
io e il mio psicologo di fortuna, un cormorano belga che con grande lungimiranza ha deciso di stabilirsi qui per la mitezza del clima, ci affrontiamo con il tipico sguardo intelligente ed affidabile che potrebbe contraddistinguere un vopos


- che si fa con un problema insolubile?
- si evita di metterlo in acqua
- è quello che pensavo anch’io


il mio cervello è in ferie. io pure.
deve essere per quello che piove.
tutto quello che mi resta da fare è scrivere un posto pieno di parentesi inutili.


ultim’ora
jacques fernandez, copywriter di una casa produttrice di palloni e articoli sportivi, nonché autore del libro “non dite a mia madre che faccio il pubblicitario, poi dovrei passarle dei cospicui assegni mensili” (lupetti editore) si è arricchito coniando lo slogan “mikasa es tu casa”.



post scritto (che poi gli altri mica sono audio) vagamente autoreferenziale
questo blog chiude momentaneamente per manutenzione neuronale.
è in programma anche una terapia psicologica di gruppo, con supporto di farmaci a base di salsedine.
se avete voglia di leggere qualcosa, l’archivio è lì apposta. lo so che non l’avete mai guardato, è due anni che scrivo sempre gli stessi tre post e non se ne accorge nessuno.
poi vi lascio i compiti delle vacanze. dovreste assolutamente leggere almeno due di questi libri:


-la gang del pensiero, tibor fischer, garzanti
-cosmix bandidos, a.c. weisbecker, meridiano zero