venerdì 29 dicembre 2006

non è vero che parlo da solo.

semplicemente parlo con delle cose che poi non mi rispondono.



questa cosa di usare gli anni come misura di riferimento, in un mondo che non appartiene più a tribù di raccoglitori, mi lascia perplesso. a questo punto tanto varrebbe usare le fasi lunari, o il ciclo di vita del moscerino della frutta. oltretutto ci sarebbero molti più giorni festivi.

disquisivo di questa e di molte altre incongruenze dell’universo alla riunione del comitato per le attività economiche interplanetarie, tenutasi in una località svizzera sconosciuta ai più ma molto in voga fra gli altri operatori matematici.

il tema della riunione era la possibilità di far colpire la terra da un grosso asteroide entro il 2020 in modo da abbassare i tassi di interesse sugli investimenti nel lungo periodo e contemporaneamente alzare vertiginosamente i premi per le assicurazioni sulla vita. d’accordo, il tema sull’estinzione volontaria dell’universo era decisamente più interessante ma tanto io vado alle riunioni solo per le tartine al salmone.

verso sera torno a casa, metto sullo stereo il primo concerto di jakob welsjinkij nella partitura per flauto dolce, violino salato e motofalciatrice, e mi smaterializzo per migrare verso latitudini più intelligenti, almeno per qualche giorno.

se mi vedete passare, fate ciao con la manina.



ultim’ora

sarà inaugurata dal cardinale di milano, questo weekend a malpensa, la nuova chiesa intitolata a san giovanni decollato, patrono del servizio aereo.

mercoledì 27 dicembre 2006

si chiama nebbiolo perché il mattino dopo un vago alone di nebbia ti galleggia nel cervello


mi sveglio e mi ritrovo sul set della pubblicità del permafrost. nessuno mi aveva avvertito.

voglio dire, l’amministratore dell’universo almeno un cartello poteva metterlo (una cosa del tipo: si avvisano i signori condomini che l’universo sarà ghiacciato dalle 22 di domani sera fino a mattina inoltrata a causa di un film pubblicitario. siete pregati di rimanere a letto per non rovinare le riprese). non mi sarei preso il disturbo di andare in ufficio.

sulle scale di casa incrocio due inuit che mi sussurrano qualcosa a proposito della pesca in acque gelate e un paio di pinguini che servono cocktail analcolici: la produzione non deve aver badato alle spese.

fuori, due nonnine si esibiscono in un triplo toe-loop mentre un coro di nani da giardino canta il jingle pubblicitario bells

accompagnato dal ritmo dei raschietti che puliscono i parabrezza.

nella confusione, il cruscotto di toledo 1991™ si adegua al clima della festa di fine dicembre (è inutile, quella parola proprio non riesco a scriverla) ed è tutto un fiorire di lucine rosse fisse e lampeggianti, una specie di remake di ‘la spia che venne dal freddo’. ma almeno ha il buon gusto di partire.

arrivo in ufficio, attacco la segreteria telefonica (il messaggio registrato dice più o meno: il mondo sta per finire, quindi è il caso di inquadrare la vostra richiesta in una prospettiva corretta: se avete qualche necessità urgente, dovevate pensarci prima; per tutto il resto, prendetevela comoda) e mi rimetto a dormire.


giovedì 21 dicembre 2006

stavo litigando con un margravio per questioni di parcheggio (o quantomeno sull’interpretazione del concetto di parcheggio) quando all’improvviso vengo trasportato in una dimensione alternativa (la si riconosce perché ha i capelli rasta e l’eskimo stazzonato) dove tutto è tranquillo e scorrono fiumi di miele ma non c’è nessun problema con le api quando vuoi fare dei picnic (avevo prenotato in agenzia un viaggio astrale per il pomeriggio, ma i pullman di linea astrali non rispettano quasi mai gli orari).

d’altra parte occorre dire che da queste parti trovare un parcheggio libero il mercoledì è decisamente utopico, un po’ come volere svuotare l’oceano, o riuscire a parlare con il servizio tecnico di fastweb, quindi prenotare un viaggio astrale per mercoledì è una strategia intelligente.

il fatto è che fa decisamente troppo freddo (per esempio quando gratti il ghiaccio dal parabrezza per cinque minuti, poi sali in macchina e scopri che la macchina non parte (perché fa freddo, no?), e tu rimani lì, fermo, con il tuo parabrezza pulito, a guardare una splendida porzione di muro).

e poi il mercoledì mi mette ansia (secondo una teoria nata molti secoli fa, presso alcuni yogi sulle montagne dell’himalaya, l’intero universo viene creato ogni giovedì. vale a dire che il mercoledì è l’ultimo giorno della nostra esistenza, e questo immagino possa creare alcuni scompensi. almeno, a me li crea).

poi però il pullman ha un problema con il filtro dell’olio e per l’ora di pranzo mi ritrovo di nuovo al freddo, in compagnia di una comitiva di bavaresi che cantano ‘heilige nacht’ con la maglia di sepp maier.

prima di fare una pazzia (tipo abbonarmi a una rivista di uncinetto o bere una rivella*) mi infilo in ufficio e mi rifiuto di fare qualsiasi cosa che non sia stordirmi con freecell. credo di essere troppo sensibile per certe cose.

tutto quello di cui avrei bisogno è un cervello minergie©.

probabilmente tutto quello di cui avrei bisogno è un cervello.


*rivella, ein gesundes stück schweiz!


(disclaimer: questo post è in nomination per il premio ‘kiwi 2006’ per l’uso più gratuito di parentesi in uno scritto inutile e involuto. nessuna parentesi è stata maltrattata durante la scrittura)


lunedì 18 dicembre 2006

-con questo clima questo posto mette tristezza

-questo clima, qui c’è sette mesi l’anno

-…

-beh, ci sono anche dei lati positivi. adesso non mi vengono in mente, ma ci sono



oggi è la festa della sacra forbice. tutte le forbici osservanti si riuniscono a rovaniemi per un happening di feste e incontri spirituali per tre giorni. se non trovate la vostra forbice, in ufficio, adesso sapete perché.

io stavo cercando di costruire un rifugio per lemming a forma di cupola geodesica, ma le mie capacità manuali sono molto simili a quelli delle specie che mancano di pollice opponibile.

fuori, alcuni gabbiani provano delle figure molto tecniche per i campionati olimpici di grigiore sui parabrezza ghiacciati delle macchine posteggiate sul lungolago, e il sole è più sfuggente del servizio tecnico di fastweb.

sono nato alla latitudine sbagliata.

sul portone dell’ufficio incrocio l’abbè pierre, che mi vuole vendere a tutti i costi un paio di calendari disegnati con parti del corpo non ortodosse, dei quali apparentemente vuole disfarsi perché invisi al patriarca di costantinopoli.

io lo guardo come se fossi un numero primo e non mi scompongo.

poi gli spiego che non amo gli uomini di chiesa che lavorano per le discoteche e che ho qualche problema con il calendario gregoriano. alla fine lo stendo con una presa elson e chiudo il portone.

verso sera arrivo a casa, metto sullo stereo l’hexachordum apollinis nella partitura per archi, volte, e cardiofrequenzimetro, poi mi chiudo nella lavatrice e seleziono il programma per i delicati.


(però poi so di questo e sono felice)

giovedì 14 dicembre 2006

affinità/divergenze fra il paramecio e me, dal conseguimento della laurea in filosofia


ero da qualche parte nella quattordicesima dimensione (trovarsi in questa dimensione produce una totale immobilità corporea nella dimensione base, per cui a volte viene inopinatamente scambiata da non addetti ai lavori per una banale assenza di veglia) quando il mio animale guida prende male una curva e mi ritrovo in ufficio in orario di lavoro.

non sembra, ma trovarsi in un posto dove non si voleva andare è una cosa estremamente seccante (che è uno dei motivi per cui le piante non amano viaggiare).

l’aspetto positivo è che nonostante in questi giorni abbia una quantità di lavoro pari all’intero debito del continente africano, essendo da solo in ufficio, posso gestirmi autonomamente. quindi decido di passare la mattinata cercando di insegnare al gatto a dire grützi, nel caso debba cercare di interloquire con uno svizzero tedesco.

a fine mattinata non ha ancora imparato, in compenso adesso mi guarda come se fossi una manifestazione dell’armageddon e cerca di rifugiarsi all’interno della fotocopiatrice. dovrò ricordarmene quando mi batte giocando a scacchi.

invece la cena di fine anno del comitato per la difesa del pianeta dagli ufi crudeli è andata benissimo, anche se il discorso sulle attività svolte è stato piuttosto problematico, e in futuro bisognerà ricordarsi di farlo prima dell’aperitivo a base di negroni (e comunque smettetela di dire che non facciamo nulla oltre ad ubriacarci alle cene del comitato. se non avete visto ufi crudeli di recente, vuol dire che stiamo facendo un ottimo lavoro).

bisogna anche dire che non ho più il fisico per fare certe cose (come diceva sempre l’ex moglie di enrico fermi) e sono rimasto rincoglionito per due giorni di fila (ma tanto non si nota la differenza).


martedì 12 dicembre 2006

d'accordo, può essere che sia colpa mia.

ma davvero non riesco a credere che un universo che ha generato "lucignolo" possa avere avuto alcunchè di razionale nel suo sviluppo.

mercoledì 6 dicembre 2006

ero indeciso se svenire sul divano oppure cercare di liberare il tappeto smantellando il test sull’equilibrio al risveglio che ho realizzato qualche mese fa, ipotizzando di venderlo a un’equipe di comportamentisti russi.

ho optato per una soluzione creativa e sono svenuto sul tappeto.

fra le altre cose, in questo modo ho complicato notevolmente il test, anche se dubito che a) sia scientificamente riproducibile e b) i comportamentisti russi intendano comprare anche me.

passo il pomeriggio sbattendo ritmicamente la testa contro un muro (è un esperimento scientifico, devo avervelo già spiegato: i muri sono fatti di atomi, e gli atomi, per il 99,99% sono composti di vuoto. il fatto è che si muovono piuttosto a caso, e creano un campo di forza solitamente impenetrabile; ma visto che si muovono in continuazione, esiste anche la possibilità teorica che si crei una configurazione atomica tale da poter penetrare la materia e passarci attraverso. sto cercando di verificare).

verso sera finisco di trascrivere le motivazioni più plausibili da usare per giustificare un ritardo in ufficio* la mattina, poi infilo il mio costume da federico di svevia per passare inosservato ed esco di pattuglia canticchiando auferstanden aus ruinen alla ricerca di ufi crudeli, almeno finchè non comincia a piovere. gli ufi non escono volentieri con la pioggia.

allora torno a casa, mi chiudo nella mia stanza e vedo cosa trasmettono sul soffitto.


*(le cinque motivazioni più plausibili da usare la mattina per giustificare un ritardo)


-davvero non c’è l’ora legale, oggi? pensavo di essere in anticipo

-sono arrivato tardi perché non trovavo la teiera di russell per preparare la colazione

-sono arrivato tardi perché l’ortodossia della mia religione mi proibisce di alzarmi prima

-sono arrivato tardi perché un camino di kimberlite mi è esploso dentro casa

-non è che sono arrivato tardi. è che la mia vita scorre su un piano temporale diverso dal suo



ultim’ora

james halton jr., docente di chimica biomolecolare e dottrine zazen alla southern illinois university, in un lungo articolo pubblicato sulla rivista mensile del m.i.t. di boston, sostiene che in un qualsiasi sistema controllato, la complessità del sistema sia inversamente proporzionale alla consapevolezza all’interno del sistema stesso: sarebbe a dire che svolgendo operazioni più complesse si perde la consapevolezza delle capacità di base.

ciò sarebbe evidenziato in particolar modo dall’evoluzione del sistema corpo/mente nella specie homo sapiens e dall’evoluzione dei sistemi operativi nella specie personal computer.

questa posizione ha creato scompiglio fra gli addetti ai lavori e scatenato accesi dibattiti sul progresso nel mondo scientifico.

alcuni ricercatori non condividono molti dei risultati presentati dall’articolo: una delle posizioni più avversate dai suoi detrattori è l’ipotesi che per ottenere uno stato di animazione sospesa basti mettere ‘gli aristogatti’ nel videoregistratore e schiacciare il tasto pausa.


venerdì 1 dicembre 2006

superman vs. supermercato


ho sonno, e quando ho sonno sono intrattabile e dico cazzate. anche quando non ho sonno, adesso che ci penso. o forse ho sempre sonno, chi può dirlo.

verso l’ora di pranzo vado a predire il futuro osservando la disposizione dei cavedani. è un’operazione che richiede un po’ di tempo, così ne approfitto per meditare* fino a quando i cavedani non si riuniscono, e si distribuiscono in modo da formare la scrtta lascia perdere. saluti da enki.

fa sempre più freddo e io vorrei migrare verso altri lidl.


*esistono varie scuole di pensiero che riguardano la meditazione e il modo in cui va eseguita. quella che trovo sia più vicina all’essenza delle cose definisce la meditazione come: stare seduti e aspettare una buona occasione per alzarsi.


mail to v. collezione autunno-inverno 2005


sto cercando di suicidarmi con delle infinite sessioni di free cell, con alterni risultati.

quando muoio definitivamente ti telefono.

quindi non è facile per me scrivere lettere in questo periodo. cioè, te ne ho mandate due per sms, e precisamente la effe e la gi, se non ricordo male, e questo è più o meno tutto quello che riesco a produrre in questo periodo. ma vabbè.

solita vita, solito tutto. due palle.



mercoledì 29 novembre 2006

esercizi di stile

studio # 213

natura morta con fotografia sbiadita



quando sei bambino capisci sempre le cose che ti spiegano. a volte fai finta di non capire, ma solo per far piacere ai grandi, che sono contenti quando pensano che i bambini non capiscono, non so bene perché, forse perché così si sentono ancora più grandi.

quello che non capisci è perché i grandi debbano mentire così spesso, che se solo la smettessero di mentirti, faresti molta meno fatica a crescere, e magari la smetteresti di chiuderti negli armadi. che poi gli armadi sanno di naftalina, che non mi è mai piaciuta, e non so mica come faccia eta beta che se la mangia, e poi finisce che ti devi nascondere nei tombini, che lì è più difficile che ti trovino.

voglio dire, io lo so che uno mente quando ha paura, ma non è mica facile capire di cosa ha paura un grande. magari ha paura delle stesse cose di cui ho paura io, le punture, guardare i film dell’orrore e che le persone non mi vogliano più bene e smettano di tenermi stretto.

poi i tombini sono molto utili anche quando i grandi si arrabbiano con me senza che io abbia fatto niente, che mi viene sempre da piangere, ma non posso perché mica voglio dargli soddisfazione.

nei tombini, quando piangi non ti vede nessuno.

l'unica cosa negativa è che nei tombini è sempre buio e non puoi leggere, ma tanto quando piangi non è che hai tanta voglia di metterti a leggere.


lunedì 27 novembre 2006

stavo cercando di consultare la mia ghiandola pineale a proposito di alcune faccende riguardanti il concetto di equilibrio

quando, esattamente mentre mi trovo sulle spalle di san cristoforo, da qualche parte in mezzo al lago, l’universo all’improvviso collassa.

non che sia una grave perdita, immagino, ma insomma, al momento uno ci rimane male.

poi, in un tempo che poteva essere brevissimo, oppure infinitamente lungo, quasi quanto un’era geologica, o l’attesa per l’attivazione di fastweb, tutto sembra ritornare alla normalità, e io sono di nuovo in mezzo al lago.

non ho capito esattamente cosa sia successo. temo mi toccherà consultare il mio oracolo di fiducia, un anziano signore che vive nel bosco qui di fronte, che si dice si nutra di muscaria, consulti regolarmente una variante europea dell’i-ching chiamata i-ching hiali, e in questa stagione pare si travesta da coro di bambini stonati al fine di assumere l’identità di saggio di fine anno.



ultim’ora

è in preparazione una nuova avvincente serie tv che avrà per protagonisti dei laureati in filosofia che cercano quotidianamente di salvare delle vite umane tramite l’utilizzo di dottrine esoteriche, credenze gnostiche e pratiche alchemiche derivate dalla magia egizia. la nuova serie, che sarà in onda su sky da gennaio, si intitolerà ‘e.rmetic r.ewiew’, ermetici in prima linea

mercoledì 22 novembre 2006

oggi il cielo ha un colore vivace come un’acquaforte di piranesi e io ho una faccia allegra e sorridente tipo quella di martin landau in mission impossible. se pensate che le due cose siano collegate, beh, avete ragione.

tra l’altro, sulle montagne qui intorno è arrivata la neve, a meno che il comitato per la salvaguardia della montagna svizzera non abbia dato corso al progetto di spalmare le vette con panna montata (serve per attirare il turista e ovvia al problema del ritiro dei ghiacciai, alcuni consigli cantonali stavano valutando la proposta con estrema attenzione).

ho protestato con alcune divinità preposte al controllo clima ma pare fossero occupate in una partita di briscola chiamata particolarmente impegnativa e mi hanno chiesto gentilmente di non disturbare fulminandomi il mouse del pc di casa.

poteva andare peggio. il reverendo robert clayton, nel best seller “scopri dio in quattro mosse, ma poi non ti lamentare se ti punisce perchè ha freddo” (ed. il punto d’incontro) parla di terribili maledizioni, come:

- reincarnarsi in arconada alla finale degli europei dell’84.

- avere bisogno del servizio tecnico di fastweb

- parlare con marcato accento switzerdütch

- fare il redattore per il tg di italia uno

alla fine mi sono arreso ai rimedi tradizionali, come la cuffia di lana, la giacca a vento modello roald amundsen e il disgelo dei contatti neuronali versandomi il paraflu direttamente nelle orecchie.



ultim’ora

con una conferenza stampa la lavazza ha annunciato che diverrà il nuovo sponsor della a.s. roma calcio. la sponsorizzazione sarà affiancata da una grande campagna pubblicitaria che avrà come claim lo slogan “lavazza, l’unico caffè che tiene l’aroma”.


lunedì 20 novembre 2006

concerto per viola, rosso vivace e motore a reazione, in 4/4


ieri sera, all’aeroporto* c’era il comitato di accoglienza del ‘gruppo studi sulla persona umana’ al gran completo.

mentre mi riportavano a casa disquisivamo sulle domande fondamentali dell'esistenza, tipo: chi sono io? qual è lo scopo della vita, e della vita umana in particolare? ci va la panna nella carbonara? e abbiamo deciso di fermarci nella nostra pizzeria di fiducia per una pizza quattro stagioni all’inferno, con i seguenti ingredienti:

- tonno e cipolle

- melanzane e grana

- salame piccante, peperoni e tabasco

- speck e zola.

la variante cozze e nutella, non ce la siamo sentiti.

i risultati della riunione saranno raccolti in una dispensa per gli iscritti all’associazione ma si possono sintetizzare in:

a) vivere alla latitudine sbagliata può inibire il sistema nervoso centrale

b) mai sottovalutare l’importanza di trovare parcheggio

c) l’idea di imprinting è lampante quando al concerto della bandabardò molti partecipanti non conoscono tutte le canzoni del gruppo ma *tutti* cantano una canzone dei pooh.

d) tutto quello di cui un essere umano ha bisogno, in certi momenti, è un’altra birra.


*alcune cose che ho imparato durante un anno di frequentazioni di aeroporti:


1. dietro alle nuove leggi sulla sicurezza negli aeroporti, e in particolare sui controlli per il trasporto dei liquidi sugli aerei, ci deve essere un disegno per la promozione dell’autostima.

cioè, l’utente medio ha tempo una mezz’ora di coda in attesa di passare i controlli in cui può riflettere sul fatto che se un branco di inutili alienati mentali è a capo degli enti per la sicurezza dei voli, allora anche lui ha qualche speranza per una laurea in fisica nucleare.

2. per evitare che le code ai controlli si estendano fino alle piste di decollo, si creano dei percorsi obbligati per cui ci si trova a passare più volte dalla stessa mattonella della sala controlli: un signore che ha deciso di lasciare a terra la borsa per riprenderla al passaggio successivo ha scatenato un’ondata di panico che, a confronto, wall street nel ’29 sembrava una sala relax.

se questa per voi non è una prova dell’operato degli ufi crudeli sul pianeta, io non so più che dirvi.

3. i viaggiatori di lungo corso, se possono scegliere, si siedono di fianco alle uscite di sicurezza dell’aereo. state pensando che sono consci del pericolo dato dal calcolo delle probabilità ore di volo/numero di incidenti. niente affatto: c’è più spazio per le gambe (del resto non è che uno sano di mente può pensare che se un aereo ha la pessima idea di schiantarsi da qualche parte l’uscita di sicurezza serva a qualcosa).

4. esistono degli aerei a forma di dugongo.

mercoledì 15 novembre 2006

la macchina fotografica digitale funziona di nuovo (credo sia posseduta. non da me, evidentemente. eppure ho lo scontrino*).

l’ho portata con me in ufficio nel tentativo di sorprendere il gatto a fregare l’inchiostro dal plotter (dice che gli serve per costruire opere concettuali surrealiste), ma quello è furbo e non si è fatto vedere. così ho passato la mattinata a meditare sull’economia dell’universo e a giocare a free cell (l’apparente ordine dell’universo non è dissimile dal gioco del free cell, sappiatelo).

comunque forse dovrei presentarmi alle riunioni dei freecellisti anonimi, da quando il mio scopo nella vita è diventato finire tutte le partite di free cell nell’ordine da 1 a 32000 la qualità della mia vita non è migliorata sensibilmente come mi aspettavo (migliorata sì, comunque, ma ci voleva poco), e ormai sono alla partita 5591; del resto l’unica vera motivazione per frequentare le riunioni dei freecellisti anonimi è il buffet gratis alla fine delle riunioni.

solo che il giovedì ho il corso di riprogrammazione neurale e gestione delle realtà alternative che mi tiene molto impegnato, senza contare la responsabilità della difesa contro gli ufi crudeli, per cui alcune sere devo essere reperibile (dovete smetterla di sottovalutare gli ufi, ieri mattina ho trovato un crop circle nel tappetino del bagno).



* albert krawsberg, nel saggio “soluzioni logico-razionali alle sfide dell’informatica: impronta analogica e impronta digitale” (ed. theoria), individua 4 livelli di inconvenienti tecnologici e le operazioni necessarie per la loro eliminazione

1. livello base: riparazione fai da te, detta anche “spegni e riaccendi” perchè prevede l’accensione di ceri e incensi a divinità informatiche.

2. livello avanzato: contattare un tecnico specializzato, il cui numero di telefono sarà invariabilmente occupato.

3. livello esperto: contattare un esorcista.

4. livello programmatore: contattare un metalmeccanico che possiede una chiave inglese del 24.



lunedì 13 novembre 2006

tecnologia batte eddie 4 a 0 (dalla gazzetta dello sport di oggi)


campionato chiuso? è ancora presto per dirlo. il torneo è ancora lungo, ma certamente una disfatta del genere pesa sul morale e potrà lasciare dei segni indelebili alla ripresa del campionato.

è una partita che si è giocata sugli episodi, fa sapere l’allenatore di eddie, “una punizione che non meritavamo, al di là del risultato sono contento per come abbiamo giocato”. ma in sede di cronaca, è inevitabile notare come la crisi della squadra sia ormai evidente.

che la giornata non fosse delle migliori si è capito subito, al decimo del primo tempo, quando il pc portatile dell’ufficio

decideva di non riconoscere più l’alimentatore collegato alla presa di corrente. vibranti le proteste di eddie che fa notare come l’alimentatore, alla prova dei fatti non sia rotto. l’arbitro però convalida, e il pc si spegne dopo cinque minuti, con un sibilo soffisfatto.

mentre cerca di recuperare, eddie viene colpito nel suo momento migliore, con il più classico dei contropiede. tagliando in due la difesa avversaria, una tazza instabile indirizza un improvviso diagonale di earl grey tea con aggiunta di latte e zucchero sul tavolo della cucina, il liquido lambisce il bordo del tavolo e si infila nel telefono cellulare lasciato colpevolmente solo.

sul due a zero eddie reagisce bene e riprende a macinare gioco, ma nei primi minuti della ripresa, l’episodio chiave che chiude la partita: la macchina fotografica digitale acquistata da tre giorni, dopo la sesta foto decide autonomamente di bloccarsi: il display si spegne, lo zoom rimane in fuori, il software implode e disattiva qualsiasi tasto. nessun tentativo di rianimarla dà esito positivo.

scossa nel morale, sul finire del secondo tempo la difesa incassa anche la quarta rete, quando il pc di casa va in crash con conseguente perdita di dati.

il quadro della situazione non è roseo, come si intuisce dalle dichiarazioni della società a fine partita: “la bruciante sconfitta in campionato non preclude niente, ma ormai recuperare sarà dura. adesso dobbiamo accantonare il campionato e privilegiare la coppa delle bestemmie, dove invece siamo in ottima posizione”.

mercoledì 8 novembre 2006

oggi è la festa di arvlaad il terribile. nella mitologia nordica, arvlaad il terribile era il padre di tutti i mal di testa e si divertiva ad aggiungere tequila nei cocktail analcolici delle feste (forse per quello, in seguito è diventato il patrono della polizia stradale).

la festa di arvlaad il terribile si festeggiava sul divano in assoluto silenzio, tranne che per le lamentazioni sul freddo e sulla mancanza di luce, ed era proibito fare qualsiasi lavoro manuale. in effetti era esattamente quello che intendevo fare oggi.

sfortunatamente la religione ha perso sempre più importanza nella vita moderna, io sono in ufficio a lavorare e, essendo mercoledì, non c’è un parcheggio disponibile fino ad alpha centauri. tra l’altro pare che anche su alpha centauri stiano prevedendo di mettere il disco orario, oppure un comodo tagliandino prepagato acquistabile presso qualsiasi cartoleria di un sistema solare diverso.

io e il gatto stiamo facendo la conta dei dialetti switzerdütch udibili nel vicolo sotto l’ufficio, solo che fa freddo, e stare sul balcone a cercare di sentire gente che parla pianissimo non ci fa tanto bene. allora tiriamo dei bicchieri d’acqua sui turisti (solo l’acqua, che il bicchiere ci serve) così quelli gridano e noi possiamo metterli nel database.

il progetto sarebbe quello di costruire un manuale consultabile, una cosa simile alla guida essenziale agli ufi e specie aliene di alexander pernenbrod che trovate in tutte le librerie serie.

poi lui si addormenta sulla mia sedia e io per non svegliarlo mi siedo su quella di fianco; solo che quella di fianco non è esattamente allineata con il computer, e adesso stando dritto vedo solo la metà sinistra dello schermo, e mi verrà il mal di schiena (stupido gatto. non poteva andare ad addormentarsi da un altra parte?).

dopo un paio d’ore faccio un paio di telefonate e arriva un’inserviente che lo sradica dalla sedia mentre io lo guardo con aria innocente, e lo deposita sul divano di casa sua.


lunedì 6 novembre 2006

nel portone dell’ufficio trovo la signora delle pulizie travestita da leonid brežnev che mi sussurra qualcosa a proposito della nuova politica economica del vetril, solo che io ho un debito di sonno che tradotto in euri farebbe immediatamente crollare tutta l’economia di mercato occidentale e non voglio darle soddisfazione.

entro in ascensore e solo al secondo piano mi accorgo che all’interno dell’ascensore sono state immagazzinate tutte le riserve nato per il centro europa di secchi di candeggina, gusto pino marittimo.

al terzo piano ho già gli occhi che sembrano disegnati da roy lichtenstein in overdose per notizie incontrollate sulle armi di distruzioni di massa (sia detto una volta per tutte, da notizie in possesso del sismi sappiamo che le armi di distruzione di massa esistono, e per precauzione è già stata allertata anche carrara e tutta la versilia); al quarto piano ho una teofania completa e vengo messo al corrente che tutto va per il meglio dell’universo, a parte una lieve mancanza respiratoria; al quinto piano, poco prima che le porte si aprano, parte il ritornello di de que callada manera ma contemporaneamente ricevo un biglietto dal governatore dell’universo con scritto “guarda che prima si scherzava, eh”.

arrivo in ufficio e disquisisco con il gatto sulla liceità della dimostrazione della creazione ex nihilo.

prima che mi batta sul piano dialettico lo stordisco insufflandogli dell’alito vitale nelle narici così come prescritto dal genesi, approfitto del suo momentaneo smarrimento e lo chiudo sul balcone uscendo dalla sfida palesemente vincitore.

poi stacco il telefono, accendo il computer, e mi addormento sulla tastiera.

siate bravi, non fate troppo rumore, grazie.

giovedì 2 novembre 2006

a lisbona parlano tutti inglese, si vestono di verde e bianco e tifano tutti il celtic glasgow.

ad ogni modo, ecco un test che vi fornirà il vostro grado di adattabilità ad un paese lusitano, o, in alternativa, una tessera sconto in tutte le case di fado dell’alfama.


il fado è un canto popolare malinconico che deve il suo nome:

a) all’espressione latina fatum

b) alla crasi dell’espressione inglese fade out

c) al fatto che nelle melodie si usano solo due note


coimbra è:

a) una cittadina universitaria fra porto e lisbona

b) una marca di sigari cubani

c) arthur antunes, detto zico


chiedere la ‘conta’ al ristorante significa:

a) chiedere di pagare il pasto appena consumato

b) chiedere che il conto venga saldato da una persona influente della città

c) far recitare una conta al cameriere per decidere chi pagherà il corrispettivo dovuto


le cifre 17 e 55 vi ricordano:

a) l’anno del terribile terremoto che distrusse lisbona

b) i numeri che giocate al lotto regolarmente e che non escono mai

c) l’ora in cui vorreste uscire dall’ufficio


lo stemma al centro della bandiera del portogallo rappresenta:

a) uno scudo

b) un porto

c) un gallo


la costa do sol è:

a) la spiaggia ad est di lisbona

b) l’accordo di sol maggiore

c) la linea esterna della corolla solare, su cui il portogallo avanza pretese territoriali


l’espressione ‘vinho do porto’ sta per:

a) un vino liquoroso prodotto dalle uve impiantate dagli inglesi sulle rive del douro

b) un vino da viaggio, conservato nelle caratteristiche fiaschette

c) il vino a basso costo bevuto nei locali dei bassifondi che circondano la zona fluviale di lisbona


la rivoluzione dei garofani è:

a) l’evento del 1974 che mise fine alla dittatura instaurata da salazaar

b) il cambio di front man da parte di un famoso gruppo musicale degli anni ‘60

c) l’abitudine portoghese di capovolgere i garofani nei cimiteri per la festa del 2 novembre


il ‘gotico manuelino’ è:

a) uno stile architettonico di gotico flamboyant del xvi secolo

b) un palazzo di lisbona del xvii secolo

c) un bambino di nome manuel protagonista di un fumetto dark


cascais è:

a) la località balneare più famosa della costa de estoril

b) la variante portoghese del cous cous, l’alimento base di molte regioni dell’africa

c) l’esclamazione di re joao i durante un corteo reale, dopo che fu disarcionato dal cavallo


risposte:

- maggioranza di risposte c: abbiamo delle cose in comune (io ho lasciato una cartelletta all’edilizia privata, ad esempio)

- maggioranza di risposte b: ah, se solo vi applicaste di più (sareste probabilmente un adesivo)

- maggioranza di risposte a: siete dei portoghesi. il che significa che dovreste pagare i biglietti, immagino

giovedì 26 ottobre 2006

ero impegnato a firmare la petizione della campagna per l’abolizione dell’universo (diciamolo, qualcuno ha un motivo sensato per cui l’universo dovrebbe esistere?) quando il comitato centrale per il controllo ufi* mi avvisa che è stata programmata una riunione il mercoledì sera, e quindi questa settimana dovrò rinunciare al corso di ikebana per neuroni.

più tardi esco dall’ufficio ed è buio. ovviamente questo non influisce affatto sul mio umore. cazzo.

mi infilo in toledo 1991™ e mi appiccico dietro a una toyota targata zurich che evidentemente è in missione di ricognizione gasteropodi. alla fine mi offro di aiutarli, perchè altrimenti restiamo lì tutta la notte, e io avrei anche altro da fare.

la riunione la passiamo a mangiare gnocchi fatti in casa (che notoriamente tengono lontani gli ufi**) e bere primitivo (che sarà anche primitivo, però è buono), poi ce ne torniamo a casa piuttosto soddisfatti.

arrivo in camera, metto sullo stereo gli arizona amp and alternator, provo ad ubriacarmi di sinalco®*** e saluto teodorico di chartres che mi spia dal bordo dello specchio mentre compila alcune glosse al de trinitate di boezio.

quando realizzo che in camera sono secoli che non ho uno specchio, sto già dormendo.



* qualcuno sostiene che non si dica ‘ufi’ ma ‘ufo’, perchè significa sempre ‘oggetto volante non identificato’. ora, mi sembra chiaro che ‘oggetto volante non identificato’ viene ‘ovni’, mica ‘ufo’, quindi, al massimo potrei chiamarli ovni. ma ufi è meglio. ufi. oltre al fatto che mica tutti gli ufi volano. per dire, tipo quando c’è brutto tempo, o sono troppo ubriachi preferiscono non volare. poi ci sono quelli che proprio hanno paura di volare, e al corso di ufi prendevano sempre le insufficienze, quelli volano solo se sono costretti.

** è facile da dimostrare. avete mai visto un ufo mentre mangiavate gli gnocchi fatti in casa? ecco.

*** besuchen sie sinalco®, der klassiker weltberühmt seit 1905. l’unica bevanda gusto arancio, mandarino e gas metano.

martedì 24 ottobre 2006

metablog (e metà qualcos’altro)


c’è questa cosa che splinder ha un aggeggio che si chiama counter, che dovrebbe contare le persone che entrano a vedere il blog. solo che questo counter è un po’ distratto, e non si accorge se una persona entra, poi esce, poi entra di nuovo, da dove arriva, quanto si ferma, se entra ed esce vorticosamente, se è confusa e ha dimenticato di attaccarsi sulla schiena il cartello ‘non seguitemi, mi sono perso anch’io’.

insomma, non è che a questo counter interessi proprio quello che succede realmente lì intorno, gli basta avere una vaga idea; diciamo che è un po’ come un dipendente dell’azienda trasporti che sta nei mezzanini delle metropolitane.

ci sarebbero shinystat e affini, certo, ma io ho un’idiosincrasia alle statistiche, oltre il fatto che non trovo significativo sapere che uno è arrivato su questo blog cercando “strategie sessuali: rapoport e la zia di perelman a lovanio”, anche perchè con tutta probabilità sarei io.

il concetto è che non so esattamente quante persone sono passate di qui, effettivamente; però uno un’idea se la fa.

quello che ho capito è che, se ogni volta che qualcuno fosse passato di qui mi avesse lasciato un soldino, adesso sarei ricco e potrei fare a meno di lavorare.

qui ci vuole una parentesi: io li vedo tutti questi imprenditori, uno lavora per diventare ricco, poi quando diventa ricco davvero, si è dimenticato perchè stava lavorando, e va avanti a lavorare per diventare ancora più ricco. non è mica logico; voglio dire, fai imprendere qualcun altro, che magari diventa ricco pure lui. invece no, si ostinano. qui si scambia il fine con il mezzo, che è come scambiare un lord inglese con un autobus (questa la capite solo se avete problemi psichici gravi. lo so che li avete, per quello l’ho scritta).

insomma, quello che intendo dire è che adesso nessuno può dirmi che alla mia età avrei dovuto combinare qualcosa, che solo le persone che si danno da fare possono aspirare a qualcosa di più di uno stipendio da fame: fatevene una ragione, se sono ancora povero, è solo colpa vostra.

(quindi attendo fiducioso donazioni, vitalizi e quant’altro. non so, io pensavo ad una cosa tipo il castello di sutri, ma insomma, fate voi)



ultim’ora

dopo i blog-lit, la nuova frontiera della cultura saranno i wagon-lit, le biblioteche viaggianti su rotaia (almeno avremo una scusa per il ritardo della cultura italiana).

venerdì 20 ottobre 2006

e va bene, sono stanco, ma non sono affatto nervoso. non capisco cosa te lo faccia supporre.

il fatto che abbia ripetutamente questionato sulla moralità di una nota popstar statunitense, a mio modo di vedere non prova nulla.

e quegli accostamenti fra divinità e comuni specie animali che tu inspiegabilmente trovi blasfemi non sono altro che il religioso afflato di una convinta adesione al panteismo.

ecco, sembra niente, ma credo potrebbe essere un vantaggio se avessi un cervello che prendesse in considerazione l’ipotesi di svegliarsi, al mattino.

potrebbe essere un vantaggio anche solo se avessi un cervello, effettivamente.

mercoledì 18 ottobre 2006

too many vectors: not enough memory


allora è vero che i plotter alla lunga prendono la personalità di chi li usa.

lunedì 16 ottobre 2006

esercizi di stile

studio # 214

natura morta con autunno


quello che nessuno ti spiega quando sei bambino, è che gli adulti non sanno un sacco di cose, e che fondamentalmente non hanno idea di cosa stia accadendo.

quello che invece ti spiegano, è che devi imparare ad essere forte, che i bambini grandi capiscono le cose e non piangono.

a quel punto io prendevo il libro che stavo leggendo in quel momento, mi sdraiavo sul primo tappeto consunto disponibile, e facevo del mio meglio per fare il lavoro di tutti i bambini, che è quello di cercare di diventare degli adulti disadattati.

a volte invece mi infilavo in un armadio e tutto quello che riuscivo a pensare era che avevo bisogno di piangere, e di qualcuno che mi tenesse stretto e mi dicesse che tutto sarebbe andato bene. questo probabilmente perchè in quei momenti non avrei dato peso al fatto che quella persona stesse mentendo. e comunque essere tenuto stretto è sempre un buon incentivo.

poi negli armadi ti trovano subito. no, per dire.




ultim’ora

secondo un comunicato della segreteria del partito per la salvaguardia dei diritti del ceto medio (p.s.c.m.) occorre porre rimedio alla dura situazione delle categorie di liberi professionisti che hanno gravi difficoltà di guadagno con la loro attività; è infatti emerso dall’analisi delle dichiarazioni dei redditi che alcune categorie, come ad esempio quella dei gioiellieri, ricavino in un anno meno di quanto guadagna nello stesso periodo un operaio metalmeccanico.

sempre secondo il comunicato è allo studio un disegno di legge che, per aiutare queste persone in evidente difficoltà, preveda che il governo ritiri e chiuda le gioiellerie che non forniscono un adeguato reddito ed assicuri ai loro ex proprietari un lavoro da metalmeccanico.

giovedì 12 ottobre 2006

stavo cercando di sondare la solidità dei legami molecolari di un muro usando l’unica arma a disposizione di noi poveri homo sapiens (la testa), quando il suono ritmico che proveniva dalla parete è entrato in risonanza con l’armonia dell’universo e mi ha trascinato in una dimensione parallela (o ortogonale, o anche leggermente obliqua. non lo so, la verità è che mi sono perso. mica è facile orientarsi fra le dimensioni, provateci voi).

gli esperti non sono molto d’accordo sul numero delle dimensioni esistenti, sebbene johnatan hughes, docente di fisica comparata all’università di leyton (essex), nel suo saggio "le dimensioni non contano" abbia tentato di ridurre l’importanza del problema. attualmente gli esperti del settore riconoscono ufficialmente nove dimensioni: altezza, lunghezza, profondità, tempo, tempo incerto, ferie, tornante, frullatore, grande puffo.

oltre tutto, per quanto riguarda le dimensioni spaziali, non c’è un vero accordo fra chi sostiene l’uso dei punti cardinali e chi invece adotta dei punti laici.

ad ogni modo l’importanza dei varchi dimensionali è stata riconosciuta da una riunione congiunta di terrestri e ufi (a cui io non ho partecipato perchè odio le riunioni di condominio) soprattutto per quanto riguarda la possibilità di risolvere problemi di parcheggio.

quando sono tornato in questa dimensione avevo davanti un suv targato argovia che stava cercando di battere il recordo di immobilità ad una rotonda, e tre minuti per arrivare in ufficio. sarà, ma secondo me le dimensioni contano.



problem solving

-senti, sto organizzando la festa di halloween per i bambini della scuola, come scenografia vorrei avere un pentolone da cui esca del fumo finto, tu hai idea di come si faccia il fumo finto?

-boh, metti l’origano al posto della marijuana

-cretino

lunedì 9 ottobre 2006

questo per dire che non è colpa mia. il fatto è che questo individuo sta cercando di compilare un dizionario ragionato del giuoco del calcio, quindi la colpa è soltanto sua.

nel caso parlatene con il mio avvocato. sempre che parlare con criceto siberiano non vi dia fastidio, ovviamente.


fallo da dietro: il fallo da dietro non ha bisogno di commenti. c’è da dire che si può fare, però poi viene punito perchè il calcio è un gioco maschio.

tempo supplementare: branca della fisica che nasce dalla teoria della relatività, per la quale il tempo spazio e tempo non sono assoluti ma relativi all’arbitro.

vincere la coppa: nelle riffe dei bar di paese, possedere il biglietto che ti fa vincere il cesto di salumi (di solito ce l’ha la moglie del barista).

barriera: fila di persone che impedisce al pallone di passare durante l’esecuzione del calcio di punizione. si può aggirare (come il posto di blocco), scavalcare (come il cancello dello stadio), distrarre con boccacce e/o gesti simili (da cui il concetto di ‘distrazione muscolare’) o far saltare (come nelle partite dei militari). non è corretto sostituire ‘barriera’ con ‘casello’, come fanno quelli di ondaverde.

calci di punizione: colui che compie un’azione irregolare, per punizione verrà immediatamente preso a calci

cross: voce di etimo incerta che sta a significare le condizioni non perfettamente regolari del terreno da gioco, che si presenta fangoso come una pista di moto, per cui si può approfittare per mettere il pallone in area nella speranza che qualcuno lo colpisca. probabilmente prende il nome dall’inventore del gesto tecnico, piero cross.

colpo di testa: azione scriteriata che occasionalmente può portare alcuni vantaggi, tipico dei giocatori particolarmente esagitati.

andare a far falle: dicesi di portiere che commette un errore in grado di sabotare la prestazione della propria squadra. etimo derivata dalle azioni dei guastatori della marina inglese che affondarono due navi nel porto di taranto durante la seconda guerra mondiale avvicinandosi di nascosto e aprendo buchi nello scafo.

calcio franco: sinonimo di calcio di punizione, usato particolarmente dai telecronisti elvetici, tipo libano zanolari della tsi2. probabile riferimento al fatto che per avere una punizione a favore è prassi comune pagare l’arbitro.

catenaccio: si dice di una squadra non particolarmente brillante, per associazione con le automobili vecchie che faticano a mettersi in moto (es. ‘ahò, ma quello è un catenaccio’).

lancio della monetina: espressione ambigua riferibile sia all’assegnazione del calcio di inizio da parte dell’arbitro, sia alle manifestazioni di tedio e/o disaccordo con l’arbitro dei tifosi di casa.

presa plastica: gesto atletico del portiere che ne recupera una quando l’inquilina del quinto piano compra un ferro da stiro con la spina tedesca.

scartare l’avversario: frase idiomatica che paragona il giocatore della squadra ad una caramella per significare la relativa facilità del gesto.

mezza rovesciata: dicesi di gesto tecnico dell’attaccante che si spalma per terra nel tentativo di raggiungere il pallone, deve il suo nome alla somiglianza con le movenza degli ubriachi al pub che rovesciano con gesti inconsulti un boccale da mezzo litro di birra sul tavolo.

calcio di rinvio: in casi estremi (ad es. pioggia, o neve) la partita viene sospesa e rinviata a data da destinarsi.

dischetto del rigore: floppy disc contentente le norme della finanziaria utile per rientrare nei parametri di maastricht. viene posto a 11 metri dalla porta e i giocatori ci posano sopra il pallone per calciarlo via, come gesto di estrema ribellione.

corner: generalmente rivolto all’arbitro, epiteto che intende rivelare presunte infedeltà della moglie (ad es. ‘arbitro, i corner che tieni’).

rimessa: deposito per gli autoveicoli particolarmente costosi di proprietà dei calciatori.

centromediano metodista: si contrappone al centro mediano cattolico, con il quale dà vita a dispute sull’ortodossia della fede cristiana applicata al gioco del calcio.

tiro secco: calciare il pallone in un terreno di gioco su cui non piove da giorni e non correttamente irrigato.

modulo di gioco: domanda in carta bollata da presentare in federazione per poter organizzare la partita (var. ‘cambiare modulo’ significa ricorrere in appello contro il tipo di partita che si sta giocando).

stop a seguire: segnala che il giocatore sta per fermare il gioco, il linguaggio è quello tipico dei segnali stradali.

parata in due tempi: sfilata allegorica del portiere che prevede un intervallo per riprendersi dallo stupore

uscire dalla difesa palla al piede: allontanarsi dai compagni del reparto difensivo perchè piuttosto inutili ed eccessivamente rompiscatole.


(l’ho già detto che non è colpa mia?)

giovedì 5 ottobre 2006

mail from darrell tobin to eddiemac

subject: be like a normal man



cazzo. si è sparsa la voce.


ultim'ora

pare siano iniziate le riprese della nuova opera di muccino, un film che racconta la crudeltà umana a partire dal punto di vista di un tubetto di burrocacao che passa di tasca in tasca, legando con un filo rosso il destino dei protagonisti. il film si intitolerà labello e la bestia

venerdì 29 settembre 2006

diario del capitano: supplemento

data stellare da concordarsi con manifestazioni incoerenti del materiale cosmico




forse tendo a sottovalutare il lavoro che faccio. così, in generale.

ne parlavo ieri con il mio nuovo analista, una presa adsl che segue la teoria psicologica degli incastri, per cui insieme si lavora molto sull’adattarsi alle situazioni e si eliminano a priori quelle dove l’adattamento è impossibile.

il fatto è che alle volte me ne esco con risposte del tipo:

- cosa faceva nel posto dove lavorava prima?

- beh, ho seguito alcuni progetti. senza che se ne accorgessero, ovviamente.


il problema è che non sono pronto per le nuove frontiere della comunicazione.

quindi ho deciso di allenarmi acquisendo le necessarie competenze linguistiche atte alla descrizione del mio lavoro:

questa mattina mi sono occupato di advanced technical consulting project manager (ho cercato di convincere un toner a sputare le ultime gocce di inchiostro), total quality excutive manager (controllando che la fotocopiatrice avesse il carrello pulito e pieno di fogli) con attività di back office security management (cercando di non tagliarmi con la carta presa nel ripostiglio).


poichè i limiti del linguaggio sono i limiti del mondo (l. wittgenstein) ecco una nuova linea di strumenti a basso costo, utili per affrontare una perfetta giornata in ufficio:

fotocopiatroce: macchina per le fotocopie dal cattivo funzionamento (stimola il processo creativo della bestemmia)

filosofax: fax che stampa fogli illeggibili per incoraggiare il processo ermeneutico dell’utente

harry plotter: plotter magico che stampa solo quello che vuole lui (effetto sorpresa garantito)

pensola: mensola su cui si ripongono tutte le cose che non si sa dove mettere (dov’è quella roba che non sapevamo dove mettere? boh, penso là)

disco fesso: hard disk in cui i files vengono archiviati a cazzo (ottimo come capro espiatorio)

stancante: stampante che si ostina a dare messaggi di errore (per riempire la giornata dell’utente)

scotch: whisky scozzese in confezione mignon per le pause creative


martedì 26 settembre 2006

piove ininterrottamente da 24 ore.

il che essenzialmente significa a) che le divinità climatiche mi odiano e b) che ho sbagliato latitudine.

per evitare l’incipiente depressione autunnale io e il gatto ce ne stiamo lì a fare i simpatici, scambiandoci battute da architetti, tipo:

-perchè dovrei progettare gli interni, se sono vani?

-il manto di copertura è un indumento dei servizi segreti?

-se questa è una pianta, perchè non è colorata di verde?

-hai visto che ho consegnato il prospetto informativo?

-qual’è il colmo per un tetto?

-se preparo una tavola, tecnicamente si può dire che apparecchio?

-per progettare il cappotto esterno non era meglio un sarto?

ma tutto quello che otteniamo sono delle occhiate di rimprovero, e la minaccia di spedirci sul balcone.

alla fine organizziamo un sit-in di protesta di fianco alla fotocopiatrice, e litighiamo per chi deve tenere il cartello “attenzione: ufi in manovra”


dai microfoni di radio ulna international è stata lanciata l’edizione 2006 di sonora, il festival messicano dei nuovi suoni del deserto (detto anche deserto bufo).

qui ci si difende come si può*

venerdì 22 settembre 2006

ho passato la pausa pranzo a cercare di convincere uno scaldabagno con manie di persecuzione ad aprirsi al mondo e all’universo in generale.

questo mi ha dato la possibilità di imparare alcune cose, tipo che cercare di convincere uno scaldabagno con manie di persecuzione è piuttosto inutile, anche se uno lo incoraggia con frasi dolci e gentili.

nel frattempo io ed alcuni niomi del nord est, in alternativa all’immanentizzazione dell’eschaton, stiamo lavorando ad un aggiustamento della settimana lavorativa con un calendario che distribuirebbe i sette giorni in: martedì, venerdì, sabato, sabato, sabato, domenica, jolly.

questo perchè troviamo inaccettabile che sul pianeta si sia sviluppata una forma di vita che dedica alle ferie una misera percentuale di tempo vissuto (il che sarebbe anche legittimo, se solo non si ostinassero a chiamarsi ‘forma di vita intelligente’)*.

la nostra proposta ha creato un po’ di scompiglio nel direttivo di rappresentanza terrestre, perchè inspiegabilmente i datori di lavoro, su richiesta di alcuni ufi crudeli, si sono schierati contro la risoluzione, e citano il caso di krapfoonbern come esempio di produttività esemplare nella galassia.

voglio dire, è vero che che su krapfoonbern sono previsti solo 10 giorni di ferie all’anno, solo che non bisognerebbe omettere di spiegare che il periodo di rivoluzione su krapfoonbern dura 21 giorni.

poi arrivo a casa, infilo il mio costume da betamax e mi fiondo in una festa a tema oktoberfest, giusto in tempo per mangiare schweinshaxe e bere birra in caduta.


*adam kernison, nel saggio ‘dodecafonia e dissonanza cognitiva’ prova a dare una spiegazione di questo fenomeno.

il saggio, pur essendo brillante ed estremamente rigoroso, purtroppo non incontrò il favore della comunità accademica, e spinse john fenderson-bendit docente di strategie di marketing all’università di des moines (iowa) ad effettuare uno studio sul perchè il libro di kernison non avesse incontrato il favore degli accademici.

dopo qualche anno di ricerca, fenderson-bendit concluse che il motivo era da ricercarsi nel fatto che alle presentazioni del libro non era previsto il buffet.


lunedì 18 settembre 2006

arrivo in ufficio in un clamoroso stato ipnagogico, palesando l’entusiasmo di un celenterato ad una festa di matrimonio.

il gatto mi guarda, poi per mostrare tutto il suo disprezzo si infila nel cestino della plastica e non esce più per un paio d’ore (qui siamo gente civile e abbiamo la raccolta differenziata, quindi c’è un cestino per la plastica, uno per l’umido, uno per la carta, uno per il secco e uno per il gatto).

nel frattempo è ufficialmente iniziata la stagione delle piogge di cui tutti sentivano il bisogno, e il tasso di umidità di toledo 1991™ è in continua ascesa, peggio del debito pubblico.

passo la pausa pranzo disquisendo con il mio analista (uno scoiattolo junghiano con problemi di tabagismo*) sulla prova ontologica applicata alla quiche lorraine e la svolta del comunismo italiano dopo i fatti di ungheria*, poi svengo sul divano.

avrei bisogno di dormire.

del resto le opzioni per la serata sono guardare miss italia, sbattere la testa contro mobili di un certo spessore o immanentizzare l'eschaton

alla fine metto sullo stereo miles gloriosus davis e mi sdraio sul letto ad aspettare l’ecpirosi.

martedì 12 settembre 2006

poi sono stato in una città del centro italia (di cui non dirò il nome per generare mistero nel lettore) e ho visto la notte bianca (per la notte bernie il sindaco aspetta l’ok dalla disney).

in questa città hanno qualche problema con i nomi, quindi potete trovare vie come: via ardeatina, piazzale ardeatino, via di porta ardeatina, via di fosse ardeatine, via circonvallazione ardeatina, via di porta ardeatina bis (altrimenti detta ‘ardeatina supplementare’), via ardeatina antica, via ardeatina quasi nuova, le mura ardeatine, il caffè ardeatino, il parcheggio ardeatino, la fontana ardeatina, il marciapiede ardeatino. per la stazione ardeatina si stanno attrezzando.

per facilitare le persone non autoctone, tutte queste cose possono trovarsi anche a svariati chilometri di distanza, per cui se intervistate alcuni pedoni vi giureranno di aver visto anche la madonna ardeatina.

però, per far vedere che nonostante tutto la fantasia non manca, esiste via tata giovanni, detto anche il tata buono.

comunque c’erano un sacco di persone ed anche alcuni ufi non troppo pericolosi, fra cui uno che aveva un trasmettitore camuffato da telefono cellulare e mentre parlava con l’astronave madre davanti al monumento chiamato anche ‘altare della patria’, esattamente sotto la targa viaria, ha fermato un vigile e gli ha chiesto "scusi, in che piazza siamo?" e io ho pensato che a lui si addiceva di più un altro titolo di dostoevskij, ma non vi dirò quale.

adesso ho la soglia di attenzione di una carpa con grossi problemi di apprendimento, un debito di sonno che quello del burkina faso con la banca mondiale è una cosa da pochi spiccioli, e un’estrema difficoltà nel raggiungere degli obiettivi intelligenti.

praticamente è tutto come al solito.

venerdì 8 settembre 2006

a un certo punto rimango a fissare il pavimento in attesa di un’illuminazione.

fissare il pavimento non è un’attività del tutto oziosa, come vi saprebbe dire con certezza un piastrellista.

ad ogni modo, l’illuminazione richiede tempo. soprattutto perchè non sai mai quando arriveranno i tecnici enel.

e se non hai l’illuminazione fissare il pavimento è difficile, perchè mica lo vedi.

insomma, non tutto è semplice come sembra in apparenza e molte volte tutto è riconducibile ad un’argomentazione circolare, come vi saprebbe dire un vigile urbano. ma anche un assonnato maleducato, credo.

comunque giusto ieri riflettevo anche sulla possibilità di assumere ufficialmente il lemming come animale guida (un sacco di persone famose avevano l’animale guida, che so, l’asino di buridano, i cani di pavlov, le mucche di hegel, il gatto di schrödinger, la papera di arconada. l’unica domanda a cui ancora non so rispondere è se un animale guida deve avere la patente).

al mattino, invece, il mio cervello trasmette alcuni jingle pubblicitari fino a che non eseguo una manovra di heimlich sui neuroni e li richiamo all’ordine. non è una cosa complicata, ma mi permette di riflettere su alcuni eventi che caratterizzano la mia vita in questo periodo.

per dire, il martedì ho la riunione del corso di rilassamento creativo: il mio maestro sostiene che io abbia un atteggiamento troppo conflittuale con alcune manifestazioni emotive. comunque sostiene anche che managua sia in venezuela, che farsi fotografare sottragga energia vitale, e che gli eventi significativi per la vita nell’universo possano avvenire solo di martedì. insomma, non è sempre affidabile, managua in venezuela proprio non si può sentire. però il corso si tiene in una piscina all’aperto, quindi fino a metà settembre è abbastanza frequentato.

il mercoledì in pausa pranzo vado a contare i cavedani e le macchine targate argovia (mica è facile: provate voi a dire a un cavedano di stare fermo; con un svizzero viene meglio), oltre che disquisire con un germano sull’essenza del reale.

alla fine mi sono reso conto che è il tempo lavorativo che scandisce i tempi della vita di un uomo (anche di un castoro, immagino, se un castoro andasse in ufficio. suppongo che questo sia uno dei motivi per cui i castori non vanno in ufficio. questo è un punto a favore dei castori su homo sapiens, in effetti), il che non è saggio.

voglio dire, lunedì sarò di nuovo qui a costruire percorsi creativi per fotocopiatrici e ad insegnare ikebana alle giovani murature.

una società civile che si rispetti dovrebbe prevedere undici mesi di ferie all’anno, non viceversa.

giovedì 7 settembre 2006

siamo tutti qui

e tutti insieme vogliamo vedere

quo e qua.



avverto un fremito nella forza.

come se milioni di voci che chiedevano aiuto da un pianeta lontano all’improvviso si fossero zittite.

o forse è la pasta al sugo con salsiccia e ceci di ieri sera.

nel frattempo le divinità preposte alla gestione clima hanno deciso di regalarci alcune meravigliose giornate estive; naturalmente:

1. io lavoro esattamente fino al tramonto

2. le meravigliose giornate estive vengono sospese per manutenzione nel weekend

3. la temperatura del lago nelle sere di settembre assomiglia alla minima di vladivostock in gennaio

deve esserci una morale in tutto questo, ma non ho capito esattamente quale.

visto che avevo per le mani il prefisso di asgaard ho provato a chiedere spiegazioni a frigga, dea del destino e della cottura in olio di semi, ma c’era la segreteria telefonica.

lunedì 4 settembre 2006

no, guarda, preferirei evitare di spiegartelo ancora: sono contrario all’accanimento terapeutico

giovedì 31 agosto 2006

diario del capitano, data astrale da concordarsi con alcune manifestazioni dissonanti dell’universo


eravamo riuniti, tutti i capitani del quadrante beta (è un quadrante ancora in prova), alla locanda "il coregone impazzito", per capire se anche questa volta riusciamo a salvare il mondo dagli ufi (e smettetela di dire che non facciamo niente: gli ufi non ci hanno ancora invaso del tutto, vuol dire che stiamo facendo un buon lavoro, no?).

in realtà la riunione era finita e ce ne stavamo lì a mangiare la famosa pasta del capitano, quando si è scatenata la furia degli elementi (opere di euclide che distruggevano l’ecosistema, scoperchiando tetti e sradicando alberi secolari, il che è piuttosto seccante, immagino, almeno dal punto di vista dell’albero).

siccome siamo capitani coraggiosi, io, il capitano nemo (con un nutrito seguito di compatrioti adoranti, perchè è un profeta in patria), e il capitano tuttammè (della compagnia degli alienati mentali con manie di persecuzione), siamo rimasti al chiuso a veder volare via una tapparella che approfittava dell’occasione per fuggire verso la libertà, e siamo usciti solo quando siamo stati sicuri che la grandine non ci avrebbe tumefatto.

siamo capitani coraggiosi, mica scemi.

nel frattempo l’universo continuava ad andare per conto suo, e questa individualità dell’universo è una cosa che mi dà da pensare.

comunque al telegiornale non hanno detto quasi niente del tornado (che prima non c’era, quindi non so con esattezza perchè si chiami tornado): non che fossero intimamente connessi con l’universo, infatti parlavano di attualità (avrete notato che non si parla spesso di attualità da queste parti, l’attualità mica esiste, è un invenzione dei telegiornali).

ad ogni modo volevo giusto far notare che le notizie erano del tipo che ad oggi è sfuggita ai commentatori politici il ruolo svolto dalla moglie del primo ministro libanese (sin ora s’ignora l’influenza della signora di siniora) e che dopo una settimana si sarebbe aperta la mostra del cinema di venezia, che è un po’ come un parente giovane del più famoso festival di cannes (tant’è che nei bar della serenissima capita spesso di sentire i critici cinematografici usare come intercalare "zio cannes" davanti a un pinot bianco), mentre non dicevano niente della tapparella nè degli alberi secolari crollati sulle macchine e sulle case.

questo per dire che i giornalisti sanno sempre distinguere le notizie importanti, e inventano un’attualità davvero utile, tanto che a volte credo che i giornalisti siano in realtà degli ufi travestiti (d’accordo, sono paranoico. ma sono abbastanza paranoico? (op. cit.))

poi però, dopo un paio di giorni di vento, adesso ci sono delle giornate bellissime, solo molto fredde, che la sera devi mettere i maglioni e ti viene da dire che l’estate è finita, ma poi pensi che non è vero che è finita, perchè da queste parti neanche è cominciata, solo che non è una gran consolazione.

e ieri il cielo, appena dopo il tramonto, sul lago, era così bello che faceva venire i lucciconi (cioè, io credo che sia il contrasto, il trucco: quando il sole si nasconde dietro le montagne, dopo un po’ quelle diventano nere e perdono qualsiasi spessore, tanto che sembrano fatte di compensato (che è un legno piuttosto ricco, immagino) mentre il cielo è di un blu luminosissimo, che quando la pantone lo vede muore di invidia. se vi fate teletrasportare qui capite cosa intendo


disclaimer: nessuna grammatica è stata realmente maltrattata per scrivere questo post. effettivamente qualche parentesi è stata molestata, ma sembrava consenziente


lunedì 28 agosto 2006

(scrivo i post fuori sincrono, come ghezzi su blob. il problema è che io lavoro, mica sono qui a far ballar la scimmia. c’è anche da dire che far ballar la scimmia sarebbe decisamente più interessante).


gli inglesi chiamano il tanga "g-string". (io sarò ingenuo, ma mi sfuggono le implicazioni con il sol. probabilmente sarà il sol dell’avvenire)

ad ogni modo, ecco un test che vi fornirà il vostro grado di adattabilità ad un paese anglosassone, o, in alternativa, una tessera sconto in tutti i pub del commonwealth



la pinta è:

a. 0,568 litri

b. 0,437 litri

c. una delle caravelle di colombo


3.000 piedi significa:

a. 914,4 metri

b. 719,3 metri

c. circa 1.500 persone


uno scellino è:

a. 1/20 di sterlina

b. 1/25 di sterlina

c. un piccolo indumento che ci si mette sulle spalle nelle fresche sere primaverili in puglia


il miglio corrisponde a:

a. 1,6093 chilometri

b. 0,9761 chilometri

c. un cereale


12 pence fanno:

a. uno scellino

b. una sterlina

c. un vestito piuttosto eccentrico


yard sta per:

a. 0,9144 metri

b. 1,2312 metri

c. la sigla di un programma tv sui medici in prima linea


il gallone è:

a. 4,546 litri

b. la mostrina che si guadagnano i militari

c. un animale da cortile particolarmente grosso


due once sono:

a. 56,699046 grammi

b. 12,346 cablo grammi

c. due ciclisti spagnoli


il pollice è:

a. 2,54 centimetri

b. uno dei dioscuri

c. lo strumento preferito dagli autostoppisti


due acri sono:

a. 0,8092 ettari

b. due parassiti che si annidano nella polvere

c. due individui che emanano un afrore piuttosto pungente


risposte:

maggioranza di risposte c: abbiamo delle cose in comune (io ho lasciato un ombrello all’anagrafe, ad esempio)

maggioranza di risposte b: ah, se solo vi applicaste di più (sareste probabilmente un adesivo)

maggioranza di risposte a: siete un parente della regina elisabetta. il che non depone esattamente a vostro favore, immagino


lunedì 21 agosto 2006

sono tornato.

ancora mi sto chiedendo il perché.

il fatto che mi siano finite le ferie mi sembra comunque una buona ragione.

stupida quanto si vuole (una società che prevede due settimane di ferie su 52 è indegna. in qualsiasi posto civile dovrebbe essere l’opposto) ma insomma.

un’altra ragione potrebbe essere che, avendo avuto a che fare con gli aeroporti, posso aiutarvi a non avere gli stessi problemi diffondendo il manuale per le procedure di sicurezza recentemente approvato dagli stati uniti.

sebbene la situazione negli aeroporti stia lentamente migliorando, il livello di allerta terrorismo resta ovviamente molto alto. le agenzie di gestione e gli addetti alla sicurezza degli aeroporti statunitensi hanno diramato un comunicato per agevolare l’utente nelle procedure di controllo, che qui pubblichiamo per intero.


i consigli dell’amministrazione usa per un corretto utilizzo dei voli e del bagaglio a mano, al fine di salvaguardare la sicurezza degli aeroporti


1. vi preghiamo di non lasciare incustoditi i vostri bagagli all’interno dell’aerostazione. tutti i bagagli incustoditi verranno rimossi e distrutti.


2. vi preghiamo di non lasciare incustoditi i vostri bambini all’interno dell’aerostazione. tutti i bambini incustoditi verranno rimossi e distrutti.


3. evitate comportamenti sospetti, come controllare insistentemente il vostro biglietto o presentarvi al banco del check-in sbagliato. chi verrà sorpreso in questi atteggiamenti all’interno dell’aerostazione sarà immediatamente bloccato dalle forze dell’ordine e passato per le armi.


4. non è consentito trasportare i propri effetti personali in borse, valigie o zaini che potrebbero essere usati per soffocare i piloti in caso di dirottamento. orologi, telefoni cellulari e dispositivi elettronici, in quanto potenziali detonatori, verranno fatti esplodere prima dell’imbarco.


5. i vestiti sintetici potrebbero essere fonte di un incendio a bordo; per questo motivo, chiunque indossi vestiti sintetici sarà imbarcato nudo.


6. i lacci delle scarpe, invece, costituiscono una seria minaccia alla sicurezza dell’aereo, perchè potrebbero essere usati per garrotare l’equipaggio. fino a nuova comunicazione saranno ammessi solo passeggeri che indossano mocassini o moon boot.


7. prima dell’ingresso nell’aeromobile saranno allestite delle docce in cui dovranno lavarsi tutti i passeggeri per evitare che odori sgradevoli compromettano la sicurezza dell’equipaggio e dei piloti con pericolose reazioni chimiche. ci scusiamo per i ritardi che eventualmente ne potrebbero derivare.


8. per lo stesso motivo un’equipe medica valuterà le condizioni di salute dei passeggeri prima dell’ingresso a bordo. i passeggeri che dovessero presentare disturbi intestinali saranno imbarcati nella stiva, onde evitare esplosioni a bordo dell’aeromobile.


9. i capelli sono materiale altamente infiammabile e rappresentano una minaccia all’integrità dell’aeromobile. per questo motivo saranno imbarcati solo passeggeri calvi o rasati. un servizio di barbiere sarà allestito in tutti gli aeroporti nazionali ed internazionali. sono allo studio misure di sicurezza per contenere passeggeri affetti da ipertricosi.


10. gli occhiali, se usati come specchio o per provocare riflessi e/o abbagliamenti, oppure rotti per ottenere dei vetri taglienti, sono un potenziale pericolo per i piloti. devono essere deposti in speciali contenitori in cui verranno sbriciolati alla partenza e consegnati all’arrivo ai passeggeri.


11. i bastoni da passeggio per anziani non sono ovviamente considerati supporti vitali. verranno bruciati alla partenza. le ceneri saranno restituite all’arrivo a chi ne farà richiesta.


12. l’acqua, se svuotata sui comandi, può mandare in corto circuito il sistema di pilotaggio dell’aereo. su tutti i voli nazionali ed internazionali è proibito bere o portare liquidi. abbiate cura di salire idratati sull’aeromobile.


13. per evitare che passeggeri sospetti si appartino a bordo dell’aereomobile, i bagni verranno chiusi. eventuali bisogni fisiologici dovranno essere espletati in speciali servizi igienici trasparenti sistemati al centro del velivolo.


14. controllate i vostri vicini. se vi appaiono sospetti, agitati, se ingeriscono sostanze sospette (i.e. travelgum, benzodiazepine o similari) non esitate a strozzarli con la cintura di sicurezza e ad avvertire l’equipaggio una volta che siano stati messi in condizione di non nuocere. nel caso si agitino o tentino di opporre resistenza avrete la sicurezza che si tratta di pericolosi terroristi.


mercoledì 2 agosto 2006

“in un mondo perfetto, nelle riunioni direttive delle più grandi ditte mondiali si sentirebbe spesso la frase ‘l'idea di fondo va bene, ma servono più gatti’”

evaristo.blogspot.com, via babsi


mi sveglio al solito orario e un orribile sospetto si fa strada nelle connessioni neuronali congestionate: è agosto; è mercoledi; il parcheggio libero più vicino all’ufficio dovrebbe essere nei dintorni di alnilak.

il livello di allerta passa direttamente a defcon 5 senza passare dal via.

rinuncio all’auto e mi dedico al mezzofondo: arrivo in ufficio che sembro la controfigura di dorando petri. non è che non sia sportivo, è solo che di solito faccio esercizi diversi, di prima mattina.

infatti nel pomeriggio io e il gatto ci piazziamo sul pavimento dell’ufficio e ci alleniamo per il prossimo campionato di bob a due con equipaggio misto. non funzionerebbe male se lui non si ostinasse a voler pilotare a tutti i costi.

poi ci spostiamo sul balcone e giochiamo a tirare graffette sui turisti.

la sera arrivo in spiaggia, nuoto quanto basta, mi sdraio sull’asciugamano, metto le cuffiette e ascolto la sinfonia n. 7 (ode al pericardio) di herman glichting, nella partitura per stendipanni e rasoio elettrico, live in cadempino 1997.

o almeno è quello che farei se il cielo non scatenasse pioggia e tempesta ogni volta che alle 18.30 apro la porta dell’ufficio con un costume addosso (quelli del call center clima mi sentiranno, altrochè).

nel frattempo la tv continua a trasmettere rumore bianco, che è peggio della tsi, ma meglio di quello che danno di solito sugli altri canali.

il primo agosto era la festa nazionale svizzera.

per festeggiare l’evento ho appeso un cartello sulla porta che dice "guglielmo tel. ore pasti"



sms

io: quando arrivi?

xx: ho appena scoperto di avere la batteria a terra

io: io ho la chitarra sul letto ma non ne faccio una tragedia

xx: cretino



comunicazione disservizio

secondo i miei piani, dovrei riuscire a fuggire in una realtà alternativa entro fine settimana.

come diceva il colonnello smith, mi piacciono i piani ben riusciti (o era il colonnello steinway, adesso non ricordo).

questo significa che con molta probabilità questo blog resterà chiuso per alcuni giorni per manutenzione neuronale.

nel frattempo siete pregati di vigilare e non permettere agli ufi di conquistare l’universo mentre sono via.

in caso di emergenza potete:

a) proiettare un lemming luminoso nei cieli della vostra città (e farmi una telefonata, perchè difficilmente sarò nella vostra città, e quindi non lo vedo)

b) chiamare il call center divinità varie ed eventuali (dove però un semidio in stage vi dirà che sono tutti in vacanza)

c) inalare del freon in piccole dosi (così, per rinfrescarvi le idee)

se non è strettamente necessario, non fatevi prendere dal panico.

vi sosterrei con il mio vincastro, se ne avessi uno.


venerdì 28 luglio 2006

mi sveglio con la faccia di uno che ha sognato dracula vs messer coniglio, e non ha capito chi ha vinto.

do un rapido sguardo all’universo, ne valuto approfonditamente l’utilità, poi mi rimetto a dormire.

incidentalmente, dovrei andare a lavorare.

infatti mi risveglio poco dopo e, inspiegabilmente, sono in ritardo.

mi fiondo verso l’ufficio a velocità warp, mentre l’equipaggio di una mercedes targata osnabrück si chiede perplesso a cosa sarà dovuta l’improvvisa lacerazione nello spazio-tempo con conseguente spostamento d’aria.

arrivo in ufficio giusto in tempo per disquisire con il gatto sugli scopi dell’esistenza e sulle motivazioni che spingono una persona ad andare al lavoro.

poi mi siedo e seleziono la partita di freecell 3235.

è di fondamentale importanza avere uno scopo nella vita e delle motivazioni nel lavoro.

solo che uno deve scegliersi degli obiettivi adeguati.

ad esempio, ho calcolato che avendo, mettiamo, l’obiettivo primario di comprare una casa, non prevedendo alcuna spesa aggiuntiva (che significa tagliare cose inutili tipo affitto, gas, cibo, luce, auto), con uno stipendio di 900 euro dovrei lavorare circa 25 anni. prevedendo invece le attuali spese mensili, dovrei farcela in 134. mi sembra un po’ fuori portata.

ora, cambiando l’obiettivo primario in "finire tutte le partite di freecell partendo da 1 fino a 32000" dovrei cavarmela al massimo in qualche anno. con una percentuale di successo decisamente maggiore
.

passo la pausa pranzo a cercare di capire perchè un esercito di lanzichenecchi ha progettato un attacco in grande stile al supermercato, e se questo ha qualcosa a che fare con le centinaia di bambini urlanti e le code chilometriche alle casse.

nel pomeriggio, prima di perdere definitivamente conoscenza, mi sembra che mi abbia avvicinato oddone da cluny per propormi un accordo decisamente vantaggioso.

c’è anche da dire che il genere di accordo che io considero molto vantaggioso è una cosa tipo brest-litovsk per i russi.

martedì 25 luglio 2006

(supplemento)

ho visto la luce (questo significa soprattutto che enel non mi ha ancora tagliato la corrente)


ho visto la luce, ma non vedo più la tsi.

al suo posto, del tenero rumore bianco, che quantomeno è in sincrono con il mio cervello.

per mitigare la depressione sono stato da un’amica che ha sky, e mi sono fatto una cultura.

che io credevo che sky fosse una cosa socialmente utile, tipo un’emittente che prende un servizio potenzialmente gratuito (i mondiali di calcio, le finali di nba) e te lo mette a pagamento, però prima devi chiamare un tecnico, però prima devi avere un decoder, però prima devi avere una parabola, però prima devi avere un balcone dove metterla, però prima devi avere un televisore con 13 prese scart, però prima devi avere un impianto abilitato, però prima devi imparare l’ugro-finnico per le istruzioni, e dopo che hai speso l’equivalente di 15 toledo 1991ä non puoi più uscire di casa per alcuni anni, per recuperare l’investimento.

insomma, pensavo che proponesse ore e ore di cartoni animati con i programmi "sky fermo" e "sky tranquillo" per poterci lasciare i bambini quando non hai tempo di sedarli, tipo la rassegna in loop dei cartoons anni ’80 (sky d. le caprette ti fanno ciao). oppure che facesse programmi inutili e tecnicissimi tipo i corsi di pesca sportiva d’altura (pe sky), o ancora i telegiornali d’assalto nelle città (sky line)

invece ho scoperto che c’è questo canale che si chiama fox crime che nella fascia di maggior ascolto (il crime time, suppongo) trasmette c.s.i. che è un programma che mi piace (l’ho scoperto perchè, quando uscì sulla televisione in chiaro, io mi chiedevo per quale motivo trasmettessero in tv le imprese sportive dei dilettanti. ho scritto a italia 1 per avere lumi. non mi hanno risposto. in compenso qualche anno dopo è uscito "campioni" e io, nell’ipotesi che fosse colpa mia, ho meditato il suicidio).

su fox crime c’è anche un programma con carlo lucarelli che imita fabio de luigi che imita carlo lucarelli.

l’ipotesi è che volessero de luigi ma costasse troppo, quindi hanno ripiegato sull’originale.


giovedì 20 luglio 2006

secondo uno studio del professor lloyd korsner, docente di psicologia della comunicazione al m.i.t. di boston, (autore, fra l’altro, del libro "conigli per gli acquisti" in cui analizza le implicazioni della pet terapy nell’incremento dell’attitudine ai consumi dell’utente medio) nonchè creatore di una teoria che rivoluziona tecniche e strategie di advertising, l’estate è la stagione ideale per il lancio di nuove campagne pubblicitarie.

secondo lo studio, avvalorato anche da un sondaggio effettuato dello stesso korsner su un campione di scala mondiale, pare che nei periodi di caldo estremo le persone sono più disposte a farsi condizionare.



per i solutori più abili

un campione di scala mondiale è:

a) il detentore del record di salita sull'empire state building a piedi

b) un uomo in formato a1

c) il vincitore dei campionati mondiali di scala quaranta

d) il modellino della rampa del santiago bernabeu percorsa da zoff l'11.07.82

lunedì 17 luglio 2006

ho ricevuto una visita da un’equipe di climatologi impegnati nello studio dell’area subalpina.

pare che i copiosi temporali che devastano quotidianamente le spiagge fra le 18 e le 21 dal lunedì al venerdì siano dovuti al fatto che ho sempre un costume nello zaino, nel caso riesca ad uscire dall’ufficio alle 18.30.

nonostante questo, uno non dovrebbe dimenticare quello che ti insegnano al corso di interconnessione dell’universo, ossia che eventi apparentemente insignificanti possono comunque essere gravidi di conseguenze.

venerdì sera, all’approssimarsi del solito temporale, coinvolgo nel dibattito intorno al mio disappunto una teoria di santi impegnati in una disputa per questioni di calendario.

puntualmente, lunedì mattina, sulle scale incrocio san bernardo di chiaravalle che mi tormenta con i commenti della finale dei mondiali* tratta dal suo de gratia et libero arbitro fino a quando non gli faccio notare che, secondo l’iconografia tradizionale, dovrebbe avere una piccola botte di ruhm appesa al collo.

mi guarda strano, e io lo spingo sul balcone prima che la discussione prenda una brutta piega spazio temporale, spiegandogli che, nel frattempo, dovrebbe avere la cortesia di tenermi lontano il gatto (a sottolineare l’inettitudine di san bernardo, il gatto arriva poco dopo, lasciando una scia di peli su qualsiasi superficie computabile dell’ufficio, me compreso).

io il lunedì proprio non lo sopporto.

giusto l’altro ieri ho camminato per cinque ore per cercare di scroccare un invito a cena da una marmotta (le marmotte sono un po’ schive, ma non cucinano male) e oggi sono seduto in ufficio. per dire.

quando esco per la pausa pranzo prendo l’ascensore astrale e mi faccio lasciare su un piano astrale qualsiasi.





(mu-mon-kan, la porta senza porta, manuale di feng shui e architettura zen, xii secolo)

il maestro ed il suo discepolo camminavano sul ciglio della strada, dietro una curva.

- maestro, come posso capire se l’essenza della nostra vita è davvero il nulla?

- può il nulla esistere?

- ma se nulla esistesse, come potrei saperlo?

- come puoi aprire una porta, se la porta non esiste?

- una d.i.a. in variante?

e rimasero fermi in quel luogo a meditare, fino a che si fece notte.

improvvisamente, dalla curva spuntò un’automobile con gli abbaglianti accesi, ed entrambi furono illuminati.


mercoledì 12 luglio 2006

verso sera raggiungo un po’ di amici in una succursale di asgaard per guardare la finale.

si beve birra, si officiano riti votivi a odino zoff, si rinsalda il gemellaggio con il thor vergata fan’s club, si stringono nuove alleanze con i sostenitori del dio loki, ma buoni.

a metà primo tempo si esce in terrazza per assistere al festival della bestemmia creativa edizione 2006 (secondo una vecchia tradizione panteista, bestemmiare è impossibile. ad asgaard invece sono tutti convinti del contrario).

verso la fine del secondo supplementare i più nervosi vengono sedati con della birra extra e una tromba da stadio appoggiata direttamente sul timpano.

poi tutto va secondo i piani e cerco di tornare verso casa mentre tra la folla si colgono alcuni frammenti di conversazione


- (cantato) siamo noi, siamo noi, i campioni dell’italia siamo noi

- i più bravi sono materassi e guttuso, anche se dalla faccia si vede che sono furbetti. più guttuso, comunque

- oh io domani non vengo a lavorare, eh



questo per dire che c’è gente che ha il controllo della situazione.


il mattino dopo arrivo in ufficio, mando un curriculum a george romero nel caso voglia girare il sequel della notte dei morti viventi (dopo “l’alba dei morti viventi” dovrebbe avere in programma “la prima colazione dei morti viventi” e “i morti viventi in ufficio”) poi perdo conoscenza.

alle 18.30 eludo il gatto con un dribbling secco ed esco dall’ufficio, giusto in tempo per fiondarmi in spiaggia a dormire. è importante avere continuità, nella vita.

tra l’altro mi tocca litigare con un gabbiano per questioni di territorio (eravamo solo io e lui, era inevitabile) però poi l’ho perdonato quando ho capito che mi aveva scambiato per un tedesco.


supplemento (diventa anche tu giornalista)


la stampa (?) italiana è scatenata sulla passione di domenech per l’astrologia e l’odio per il segno dello scorpione, che lo spingeva a tenere trezeguet in panchina.

cioè, è chiaro a tutti perché trezeguet non giocava.


un ultimo pensiero a domenech, c.t. francese. aveva ragione lui con le sue manie astrologiche spinte fino alla fissazione. detestava gli scorpioni. provate a indovinare: di che segno è trezeguet, l’unico in campo ad aver sbagliato un rigore? (corriere della sera, 10.07.2006)


ecco. secondo tutti i siti specializzati trezeguet è nato il 15.10.1977. bilancia

a questo punto zidane sarà ariete.



giovedì 6 luglio 2006

dove si spiega che la vita, tutto sommato, è una questione di algoritmi


chiamatemi ismaele. ma anche eddie va benissimo.

piove quasi ininterrottamente da ieri sera, e io ho appena finito di presentare le mie rimostranze ad alcune divinità preposte al controllo del clima. voglio dire, se si chiama ‘bella stagione’ dovrà esserci un motivo.

giusto ieri pomeriggio guidavo con i finestrini abbassati e il tettuccio aperto per cercare di far passare più aria possibile negli interstizi di toledo 1991™ che, in caso di esposizione prolungata al sole, sviluppa un mix di calore e umidità riscontrato solo in alcune zone della foresta vergine (alcuni tecnici sono al lavoro nel tentativo di spiegare il fenomeno; per ora l’ipotesi più accreditata è che l’auto sia stata assemblata da uno stregone indio nostalgico).

verso le 23, probabilmente in segno di protesta per la semifinale più noiosa di tutte le semifinali giocate da qualsiasi forma di vita senziente nell’intero universo, si scatena la tempesta.

piove che dio (o qualcuno di molto incazzato) la manda, e la pioggia intasa i tombini, allaga le strade, abbatte rami, mentre una quantità di fulmini pari al debito interno lordo si deposita al suolo allietando il riposo notturno (facile dormire mentre stanno giocando il campionato del mondo di bowling sopra la tua testa).

intorno alle tre il capitano achab bussa alla finestra e mi chiede di entrare, che è troppo anche per lui.

il mattino dopo mi sveglio assonnato con il rumore dei tuoni ancora nelle orecchie, nonostante la pioggia abbia concesso qualche temporaneo minuto di tregua. il che non significa che non faccia freddo.

scendo in strada, arrivo alla macchina, chiudo i finestrini e il tettuccio e chiamo il giornale di annunci gratuiti per mettere un’inserzione in cui offro un posto di lavoro come bagnino part time.

poi indosso la mia cuffietta da piscina e mi avvio verso l’ufficio.

mercoledì 5 luglio 2006

ho sempre sognato di fare il ghost writer
indossare lenzuolo e catene, infestare le stanze degli scrittori, e indulgere con gli schiamazzi fino al mattino, bevendo birra e scarabocchiando nel frattempo qualcosa di insulso su dei logori taccuini.
inspiegabilmente, nessuno mi ha ancora offerto del denaro per farlo.
nel frattempo mi tengo aggiornato

appunti dal manuale del perfetto ghost writer, sezione ‘come superare il blocco dello scrittore’.

prendete il blocco dello scrittore e posatelo sul pavimento, pochi centimetri davanti a voi.
fate qualche passo.
nel caso il blocco si muova più veloce di voi, legàtelo, oppure appoggiateci sopra un armadio.
se lo scrittore se la prende, abbiate cura di avere una confezione di xanax nella borsa, gli scrittori ne vanno matti.
è anche opportuno sapere che, per evitare l’orrore della pagina bianca, alcuni astuti produttori di blocchi hanno cominciato a produrre pagine colorate.



(caressa che sbraita “sale grosso” sembra una massaia ipertesa. ridatemi libàno zanolari)

giovedì 29 giugno 2006

se il sistema operativo non si avvia, boottalo

(manuale per il corretto riciclo dei sistemi operativi)


mi esercito nella pratica meditativa in luoghi che non mi appartengono del tutto, in modo da facilitare il processo di détournement; così, fra carabietta e pianroncate, realizzo che forse avrei bisogno di un reset di sistema (pare che fra carabietta e pianroncate esistano linee energetiche geomantiche che si congiungono in europa con la cattedrale di chartres proseguendo per il complesso di stonehenge, e in america con le rovine di cuzco.

unendo i punti del pianeta in cui sgorgano tutte queste forze energetiche si ottiene un pentacolo, o, a seconda della scuola di pensiero, una caffettiera bialetti).

la sera, cena con visione dell’ultimo quarto dei mondiali con il gruppo per la difesa e salvaguardia del pianeta dagli ufi crudeli (anche gli ufi crudeli guardano i mondiali, quindi non c’era immediato bisogno di noi. esistono anche ufi meno crudeli, va detto, tipo quelli che non ti rapiscono la mattina appena sveglio, o quelli che non fanno esperimenti sul tuo corpo chiedendoti 8 euri per una birra. quelli potrebbero integrarsi con i terrestri, in effetti. d’altra parte, ma chi glielo fa fare?).

considerato che il menu era paella e sangria, decidete per chi tifavamo. però vabbè, mica ce la siamo presi troppo, la sangria aiuta a superare le delusioni. e poi, come dicono i saggi, franza o spagna, purchè se magna.

comunque per smaltire la delusione passo la notte cercando di prenotare un treno in offerta sul sito di trenitalia.

è un passatempo delizioso e consiste nel selezionare un viaggio in 12 comodi step fino all’ultimo in cui esce la schermata con la frase “siamo spiacenti, i biglietti per il viaggio da lei selezionato non sono disponibili, clicca per selezionare una tariffa diversa sullo stesso treno o seleziona un viaggio diverso”, dopo di che si ricomincia a cliccare e via di seguito, fino a quando finalmente arriva il tunnel carpale (che è quel corridoio che usano le carpe per gli spostamenti dimensionali e che rende di fatto inutile prenotare il treno).

quel che resta della notte lo passo a disquisire con un lemming sulle differenze fra logica formale e logica informale, che essenzialmente stanno nel fatto che la seconda non richiede l’uso di giacca e cravatta (qualcuno mi ha scritto che questa cosa dei lemming non è credibile. fidatevi, moltissimi animali potrebbero fare un sacco di cose che facciamo noi umani (tranne quelle che richiedono l’uso di un pollice opponibile, ovviamente) ma essendo ad un livello evolutivo molto più avanzato della specie homo sapiens, non ne vedono il motivo).

il mattino mi sveglio (?) con gli occhi gonfi e iniettati di sangue, una via di mezzo fra un batrace e un personaggio di le fanu.

friederich murnau, in collegamento con il mio salotto 24 ore su 24, chiama il mio agente e gli spiega che stamattina è troppo anche per lui.

alla fine mi iscrivo al concorso per lo sbadiglio più coreografico del 2006 e arrivo fino alle semifinali, dove vengo battuto da un plantigrado di un circo di vladivostock, a cui è stato negato il letargo per esigenze contrattuali.

lunedì 26 giugno 2006

interno giorno, palestra prefabbricata con porte da calcetto. sullo sfondo, otto individui in maglietta e un pallone da calcio.

un giocatore con il pallone fra i piedi osserva insistentemente il portiere avversario, e sembra incerto sul da farsi.

il portere è quasi completamente girato di schiena, e ha lo sguardo perso nel vuoto, in un punto imprecisato fra la copertura in lamiera e il quadro svedese (trattasi probabilmente di arte astratta, che so, un epigono scandinavo di paul klee).



-portiere ...? tutto ok?

-sì, sì, scusa. stavo parlando con un paio di folletti alla base del palo

-...

-no, ma sono andati via, puoi tirare


il giocatore ha un attimo di esitazione e un avversario gli ruba il pallone

mercoledì 21 giugno 2006

- maestro, io mi sforzo molto, ma le cose non vanno come voglio io.

- trovo sia molto maleducato da parte tua dire alle cose come devono andare.

- allora io non conto niente?

- non saprei. potresti provare con le pecore, quando non riesci a dormire

(la maniglia senza maniglia, conversazioni con il maestro, libro iv)




verso le quattro del pomeriggio l’universo implode.

in una visione del mondo a molteplici universi questo non è un gran danno, ammettiamolo.

ma quando implode il tuo di universo, gli elettori di sinistra tendono a frullare vorticosamente con conseguenze nefaste, perchè pare che in questo caso il vortice abbia provocato l’annientamento di una flotta stellare dalle parti di alpha centauri, e adesso gli ufi hanno un motivo in più per odiarmi (è il principio dell’interconnessione, una farfalla batte le ali a pechino e scatena un tifone a new york. questo è uno dei motivi per cui servono leggi speciali contro il terrorismo: una task force di agenti cia deve vigilare perchè gli iracheni cattivi stanno cercando di importare farfalle in cina).

tornando a casa cerco di leggere il futuro studiando la disposizione dei branchi di alborelle (bisogna essere molto esperti e tenere conto di eventuali pescatori che alterano le condizioni ambientali, ma il metodo ‘fondi di caffè’ è sconsigliato dall’associazione internazionale chiromanti onde evitare previsioni esageratamente ottimistiche, tipo leibniz e il migliore dei fondi possibili) ma tutto quello che ottengo è la visione sfuocata di un fritto misto.

provo a consolarmi guardando svezia-inghilterra. il momento più emozionante è quando beckenbauer consegna il premio per il migliore in campo degli inglesi alla traversa.

la mattina dopo, l’unico modo per calmarmi e resistere all’invasione dello switzerdütch è ripetere in loop "ci resto di stucco è un barbacrucco".


(che poi mi chiedevo, se uno che parla in lingua francese è un francofono, uno che parla in una lingua sassone è un sassofono?)

lunedì 19 giugno 2006

i poteri forti aspirano all’ordine (che poi, giusto un seminarista può aspirare all’ordine), il popolo vuole refrigerio (un sovrano longobardo), io vorrei una birra.

il mio spirito guida (un lemming travestito da kaiser guglielmo) mi accompagna per le strade che costeggiano il lago increspato (c’è vento, sì), mentre intavolo un dibattito sulla fenomenologia husserliana in cui l’unica cosa che capisco a fondo è che a volte non sono d’accordo con me stesso.

come in tutte le democrazie avanzate, il dibattito interno è fondamentale, ma qui si tende ad esagerare. allora provo ad eseguire una manovra di heimlich sulla coscienza, ma con scarsi risultati. c’è anche da dire che il mio spirito guida malissimo.

così resto qui, appoggiato alla ringhiera che dà sul lago, a masticare quel che resta del giorno e della pizza più invidiata dai cavedani (la famosa pizza da sporto).

poi arrivo a casa, mi imbatto in una crostata di mele con sopra scritto "non aprite quella torta", ascolto pauli schönwetter sostenere che ‘la corea del zud non ha ciocato male, ha ciocato peccio la francia’ (comunque molto meglio di altafini in versione biblica che urla ‘atensione amisci, noè contento di questo’), insulto chi ha deciso di oscurare la tsi (il mio mantra giornaliero), poi mi ritiro nei miei alloggi a mandare mail a sconosciuti fino a notte fonda.

adesso scusate, avrei delle cose molto importanti da fare, tipo svenire sul tappeto.

mercoledì 14 giugno 2006

ero da qualche parte nella ventitreesima dimensione (uno dei maggiori problemi con la realtà multidimensionale è un corretto orientamento degli assi; ecco perchè alcuni esperti sostengono che uno dei modi migliori per districarsi nelle diverse dimensioni sia una partita a scopa)* quando un inopinato mutidimensional scaling mi catapulta in un punto preciso del mio ufficio, esattamente davanti ad un computer portatile.

non so se l’abbiate mai provato, comunque è oltremodo fastidioso, soprattutto se il pc è evidentemente affetto da turbe comportamentali e disordini bipolari.

prima di cena, mentre torno verso casa, mi fermo a disquisire di anfibi e creazione dell’universo con un’anatra seguita da otto copie in miniatura (anche i germani si accoppiano, a quanto pare) poi vado alla solita riunione del club dei salati di mente, mi verso una weiβ e mi siedo a guardare la partita.

il brasile indossa magliette a scacchi bianchi e rossi e perde clamorosamente uno a zero.



* un riassunto delle dimensioni possibili lo trovate anche nel saggio della dottoressa alice munroe, docente di fisica teorica al trinity college (connecticut) e autrice del saggio "le dimensioni contano" nel quale passa in rassegna alcune delle principali dimensioni come: lunghezza, larghezza, profondità, tempo, tempo supplementare (ma solo durante i mondiali di calcio), kleenex, vodka (nelle sue infinite manifestazioni), burocrazia, mozzarella di bufala, call center.

venerdì 9 giugno 2006

l’analista junghiano che avevo incaricato per alcune terapie di gruppo sul sistema ‘pc di casa-connessione ad internet’, è riuscito a risolvere gran parte delle crisi di incompatibilità ma non è riuscito a recuperare l’uso del masterizzatore (non chiedetemi perchè, pare che il masterizzatore abbia a che fare con i miti collettivi sulla paura della clonazione, o cose del genere).

ovviamente, per procurarmi uno shock iniziale che mi permettesse di accettare la cosa, non mi ha detto niente prima, ha preferito mettermi davanti al fatto computer.

d’altra parte, anche gran parte del nostro cervello resta inutilizzata (anzi, in alcuni casi la parte utilizzata è praticamente infinitesimale).

secondo alcune scuole di pensiero, lasciare che alcune funzionalità di un sistema restino inutilizzate rispecchia la struttura della realtà, così come prefigurata da alcuni studi che hanno come base il teorema di incompletezza (questo, almeno, stando al saggio teorico di riferimento, il libro del professor paul kratchewsnick, docente di scienze cognitive presso la libera università di des moines (iowa), intitolato "chi si accontenta, gödel". sempre secondo queste scuole di pensero, il fatto che le lezioni del professor kratchewsnick fossero seguite solo da pannocchie non è affatto rilevante; alcuni dei seguaci di queste scuole sono giunti all’elaborazione di un sistema che considera la pannocchia come base della struttura del reale).

la sera passo il mio tempo dietro una subaru targata graubünden che ha installato un dispositivo che attiva una bomba a neutroni quando supera i 30 km/h, augurando morte e distruzione agli stambecchi della lega caddea, a johannes i. pfefferhard, e a chi ha deciso di oscurare definitivamente la tsi

martedì 6 giugno 2006

signore, è bello qui. facciamo tre tende, una per te, una per quo, e una per qua. (mc 9,5)


quando ti rapiscono gli ufi, poi non ricordi più nulla e ti ritrovi su un treno in galleria senza la più pallida idea di come ci sei finito e nessun progetto per il futuro (a parte finire free cell e disegnare crop circle sui tappetini del mouse, intendo).

all’improvviso la galleria finisce ed appare il lago, luccicante e rosa, con grande invidia della pantone®. dura solo un attimo, ma è quanto di più vicino esista alla sensazione di trovarsi a casa (wo darf ich heimisch sein?).

nel frattempo sto cercando di convincere una gengiva anarchica che non è ancora arrivato il momento di esplodere, trattandola con del nimesulide*, con scarsi risultati. giovani gengive rivoluzionarie.

mi fermo qualche minuto sulle scale a disquisire con un lemming sulle tecniche per il raggiungimento dell’atarassia (l’atarassia, in quanto tale, non può essere cercata a meno di non cadere nel paradosso, risolvibile solo apparentemente con la teoria dei tipi di russell, il primo a scrivere ‘beh, non è carina, è un tipo’. del resto, come recita il saggio, l’erba voglio non cresce neanche nel giardino del mi bemolle) poi mi ritiro nei miei alloggi a scrivere dialoghi per i questuanti in metropolitana, (ma chi glieli scrive, adesso? e perchè usano tutti lo stesso format?) e performance teatrali per gli ipermercati.



*secondo una teoria medica innovativa, la quantità di sofferenza ha cause che dipendono dal sistema olistico di riferimento, per cui nel corpo umano deve restare invariata. quindi se bisogna far diminuire un dolore nella cavità orale occorre sistemare una bomba atomica nello stomaco


ultim’ora

dick van antwerp, segretario della protezione animali olandese nonchè attivista della sezione locale di greenpeace, ha stilato un rapporto sulle inefficienze e ritardi delle leggi in favore degli animali nei paesi bassi. il rapporto, intitolato ‘non meniamo il can per l’aja’ sarà pubblicato in italia da isbn edizioni