venerdì 28 luglio 2006

mi sveglio con la faccia di uno che ha sognato dracula vs messer coniglio, e non ha capito chi ha vinto.

do un rapido sguardo all’universo, ne valuto approfonditamente l’utilità, poi mi rimetto a dormire.

incidentalmente, dovrei andare a lavorare.

infatti mi risveglio poco dopo e, inspiegabilmente, sono in ritardo.

mi fiondo verso l’ufficio a velocità warp, mentre l’equipaggio di una mercedes targata osnabrück si chiede perplesso a cosa sarà dovuta l’improvvisa lacerazione nello spazio-tempo con conseguente spostamento d’aria.

arrivo in ufficio giusto in tempo per disquisire con il gatto sugli scopi dell’esistenza e sulle motivazioni che spingono una persona ad andare al lavoro.

poi mi siedo e seleziono la partita di freecell 3235.

è di fondamentale importanza avere uno scopo nella vita e delle motivazioni nel lavoro.

solo che uno deve scegliersi degli obiettivi adeguati.

ad esempio, ho calcolato che avendo, mettiamo, l’obiettivo primario di comprare una casa, non prevedendo alcuna spesa aggiuntiva (che significa tagliare cose inutili tipo affitto, gas, cibo, luce, auto), con uno stipendio di 900 euro dovrei lavorare circa 25 anni. prevedendo invece le attuali spese mensili, dovrei farcela in 134. mi sembra un po’ fuori portata.

ora, cambiando l’obiettivo primario in "finire tutte le partite di freecell partendo da 1 fino a 32000" dovrei cavarmela al massimo in qualche anno. con una percentuale di successo decisamente maggiore
.

passo la pausa pranzo a cercare di capire perchè un esercito di lanzichenecchi ha progettato un attacco in grande stile al supermercato, e se questo ha qualcosa a che fare con le centinaia di bambini urlanti e le code chilometriche alle casse.

nel pomeriggio, prima di perdere definitivamente conoscenza, mi sembra che mi abbia avvicinato oddone da cluny per propormi un accordo decisamente vantaggioso.

c’è anche da dire che il genere di accordo che io considero molto vantaggioso è una cosa tipo brest-litovsk per i russi.

martedì 25 luglio 2006

(supplemento)

ho visto la luce (questo significa soprattutto che enel non mi ha ancora tagliato la corrente)


ho visto la luce, ma non vedo più la tsi.

al suo posto, del tenero rumore bianco, che quantomeno è in sincrono con il mio cervello.

per mitigare la depressione sono stato da un’amica che ha sky, e mi sono fatto una cultura.

che io credevo che sky fosse una cosa socialmente utile, tipo un’emittente che prende un servizio potenzialmente gratuito (i mondiali di calcio, le finali di nba) e te lo mette a pagamento, però prima devi chiamare un tecnico, però prima devi avere un decoder, però prima devi avere una parabola, però prima devi avere un balcone dove metterla, però prima devi avere un televisore con 13 prese scart, però prima devi avere un impianto abilitato, però prima devi imparare l’ugro-finnico per le istruzioni, e dopo che hai speso l’equivalente di 15 toledo 1991ä non puoi più uscire di casa per alcuni anni, per recuperare l’investimento.

insomma, pensavo che proponesse ore e ore di cartoni animati con i programmi "sky fermo" e "sky tranquillo" per poterci lasciare i bambini quando non hai tempo di sedarli, tipo la rassegna in loop dei cartoons anni ’80 (sky d. le caprette ti fanno ciao). oppure che facesse programmi inutili e tecnicissimi tipo i corsi di pesca sportiva d’altura (pe sky), o ancora i telegiornali d’assalto nelle città (sky line)

invece ho scoperto che c’è questo canale che si chiama fox crime che nella fascia di maggior ascolto (il crime time, suppongo) trasmette c.s.i. che è un programma che mi piace (l’ho scoperto perchè, quando uscì sulla televisione in chiaro, io mi chiedevo per quale motivo trasmettessero in tv le imprese sportive dei dilettanti. ho scritto a italia 1 per avere lumi. non mi hanno risposto. in compenso qualche anno dopo è uscito "campioni" e io, nell’ipotesi che fosse colpa mia, ho meditato il suicidio).

su fox crime c’è anche un programma con carlo lucarelli che imita fabio de luigi che imita carlo lucarelli.

l’ipotesi è che volessero de luigi ma costasse troppo, quindi hanno ripiegato sull’originale.


giovedì 20 luglio 2006

secondo uno studio del professor lloyd korsner, docente di psicologia della comunicazione al m.i.t. di boston, (autore, fra l’altro, del libro "conigli per gli acquisti" in cui analizza le implicazioni della pet terapy nell’incremento dell’attitudine ai consumi dell’utente medio) nonchè creatore di una teoria che rivoluziona tecniche e strategie di advertising, l’estate è la stagione ideale per il lancio di nuove campagne pubblicitarie.

secondo lo studio, avvalorato anche da un sondaggio effettuato dello stesso korsner su un campione di scala mondiale, pare che nei periodi di caldo estremo le persone sono più disposte a farsi condizionare.



per i solutori più abili

un campione di scala mondiale è:

a) il detentore del record di salita sull'empire state building a piedi

b) un uomo in formato a1

c) il vincitore dei campionati mondiali di scala quaranta

d) il modellino della rampa del santiago bernabeu percorsa da zoff l'11.07.82

lunedì 17 luglio 2006

ho ricevuto una visita da un’equipe di climatologi impegnati nello studio dell’area subalpina.

pare che i copiosi temporali che devastano quotidianamente le spiagge fra le 18 e le 21 dal lunedì al venerdì siano dovuti al fatto che ho sempre un costume nello zaino, nel caso riesca ad uscire dall’ufficio alle 18.30.

nonostante questo, uno non dovrebbe dimenticare quello che ti insegnano al corso di interconnessione dell’universo, ossia che eventi apparentemente insignificanti possono comunque essere gravidi di conseguenze.

venerdì sera, all’approssimarsi del solito temporale, coinvolgo nel dibattito intorno al mio disappunto una teoria di santi impegnati in una disputa per questioni di calendario.

puntualmente, lunedì mattina, sulle scale incrocio san bernardo di chiaravalle che mi tormenta con i commenti della finale dei mondiali* tratta dal suo de gratia et libero arbitro fino a quando non gli faccio notare che, secondo l’iconografia tradizionale, dovrebbe avere una piccola botte di ruhm appesa al collo.

mi guarda strano, e io lo spingo sul balcone prima che la discussione prenda una brutta piega spazio temporale, spiegandogli che, nel frattempo, dovrebbe avere la cortesia di tenermi lontano il gatto (a sottolineare l’inettitudine di san bernardo, il gatto arriva poco dopo, lasciando una scia di peli su qualsiasi superficie computabile dell’ufficio, me compreso).

io il lunedì proprio non lo sopporto.

giusto l’altro ieri ho camminato per cinque ore per cercare di scroccare un invito a cena da una marmotta (le marmotte sono un po’ schive, ma non cucinano male) e oggi sono seduto in ufficio. per dire.

quando esco per la pausa pranzo prendo l’ascensore astrale e mi faccio lasciare su un piano astrale qualsiasi.





(mu-mon-kan, la porta senza porta, manuale di feng shui e architettura zen, xii secolo)

il maestro ed il suo discepolo camminavano sul ciglio della strada, dietro una curva.

- maestro, come posso capire se l’essenza della nostra vita è davvero il nulla?

- può il nulla esistere?

- ma se nulla esistesse, come potrei saperlo?

- come puoi aprire una porta, se la porta non esiste?

- una d.i.a. in variante?

e rimasero fermi in quel luogo a meditare, fino a che si fece notte.

improvvisamente, dalla curva spuntò un’automobile con gli abbaglianti accesi, ed entrambi furono illuminati.


mercoledì 12 luglio 2006

verso sera raggiungo un po’ di amici in una succursale di asgaard per guardare la finale.

si beve birra, si officiano riti votivi a odino zoff, si rinsalda il gemellaggio con il thor vergata fan’s club, si stringono nuove alleanze con i sostenitori del dio loki, ma buoni.

a metà primo tempo si esce in terrazza per assistere al festival della bestemmia creativa edizione 2006 (secondo una vecchia tradizione panteista, bestemmiare è impossibile. ad asgaard invece sono tutti convinti del contrario).

verso la fine del secondo supplementare i più nervosi vengono sedati con della birra extra e una tromba da stadio appoggiata direttamente sul timpano.

poi tutto va secondo i piani e cerco di tornare verso casa mentre tra la folla si colgono alcuni frammenti di conversazione


- (cantato) siamo noi, siamo noi, i campioni dell’italia siamo noi

- i più bravi sono materassi e guttuso, anche se dalla faccia si vede che sono furbetti. più guttuso, comunque

- oh io domani non vengo a lavorare, eh



questo per dire che c’è gente che ha il controllo della situazione.


il mattino dopo arrivo in ufficio, mando un curriculum a george romero nel caso voglia girare il sequel della notte dei morti viventi (dopo “l’alba dei morti viventi” dovrebbe avere in programma “la prima colazione dei morti viventi” e “i morti viventi in ufficio”) poi perdo conoscenza.

alle 18.30 eludo il gatto con un dribbling secco ed esco dall’ufficio, giusto in tempo per fiondarmi in spiaggia a dormire. è importante avere continuità, nella vita.

tra l’altro mi tocca litigare con un gabbiano per questioni di territorio (eravamo solo io e lui, era inevitabile) però poi l’ho perdonato quando ho capito che mi aveva scambiato per un tedesco.


supplemento (diventa anche tu giornalista)


la stampa (?) italiana è scatenata sulla passione di domenech per l’astrologia e l’odio per il segno dello scorpione, che lo spingeva a tenere trezeguet in panchina.

cioè, è chiaro a tutti perché trezeguet non giocava.


un ultimo pensiero a domenech, c.t. francese. aveva ragione lui con le sue manie astrologiche spinte fino alla fissazione. detestava gli scorpioni. provate a indovinare: di che segno è trezeguet, l’unico in campo ad aver sbagliato un rigore? (corriere della sera, 10.07.2006)


ecco. secondo tutti i siti specializzati trezeguet è nato il 15.10.1977. bilancia

a questo punto zidane sarà ariete.



giovedì 6 luglio 2006

dove si spiega che la vita, tutto sommato, è una questione di algoritmi


chiamatemi ismaele. ma anche eddie va benissimo.

piove quasi ininterrottamente da ieri sera, e io ho appena finito di presentare le mie rimostranze ad alcune divinità preposte al controllo del clima. voglio dire, se si chiama ‘bella stagione’ dovrà esserci un motivo.

giusto ieri pomeriggio guidavo con i finestrini abbassati e il tettuccio aperto per cercare di far passare più aria possibile negli interstizi di toledo 1991™ che, in caso di esposizione prolungata al sole, sviluppa un mix di calore e umidità riscontrato solo in alcune zone della foresta vergine (alcuni tecnici sono al lavoro nel tentativo di spiegare il fenomeno; per ora l’ipotesi più accreditata è che l’auto sia stata assemblata da uno stregone indio nostalgico).

verso le 23, probabilmente in segno di protesta per la semifinale più noiosa di tutte le semifinali giocate da qualsiasi forma di vita senziente nell’intero universo, si scatena la tempesta.

piove che dio (o qualcuno di molto incazzato) la manda, e la pioggia intasa i tombini, allaga le strade, abbatte rami, mentre una quantità di fulmini pari al debito interno lordo si deposita al suolo allietando il riposo notturno (facile dormire mentre stanno giocando il campionato del mondo di bowling sopra la tua testa).

intorno alle tre il capitano achab bussa alla finestra e mi chiede di entrare, che è troppo anche per lui.

il mattino dopo mi sveglio assonnato con il rumore dei tuoni ancora nelle orecchie, nonostante la pioggia abbia concesso qualche temporaneo minuto di tregua. il che non significa che non faccia freddo.

scendo in strada, arrivo alla macchina, chiudo i finestrini e il tettuccio e chiamo il giornale di annunci gratuiti per mettere un’inserzione in cui offro un posto di lavoro come bagnino part time.

poi indosso la mia cuffietta da piscina e mi avvio verso l’ufficio.

mercoledì 5 luglio 2006

ho sempre sognato di fare il ghost writer
indossare lenzuolo e catene, infestare le stanze degli scrittori, e indulgere con gli schiamazzi fino al mattino, bevendo birra e scarabocchiando nel frattempo qualcosa di insulso su dei logori taccuini.
inspiegabilmente, nessuno mi ha ancora offerto del denaro per farlo.
nel frattempo mi tengo aggiornato

appunti dal manuale del perfetto ghost writer, sezione ‘come superare il blocco dello scrittore’.

prendete il blocco dello scrittore e posatelo sul pavimento, pochi centimetri davanti a voi.
fate qualche passo.
nel caso il blocco si muova più veloce di voi, legàtelo, oppure appoggiateci sopra un armadio.
se lo scrittore se la prende, abbiate cura di avere una confezione di xanax nella borsa, gli scrittori ne vanno matti.
è anche opportuno sapere che, per evitare l’orrore della pagina bianca, alcuni astuti produttori di blocchi hanno cominciato a produrre pagine colorate.



(caressa che sbraita “sale grosso” sembra una massaia ipertesa. ridatemi libàno zanolari)