giovedì 26 ottobre 2006

ero impegnato a firmare la petizione della campagna per l’abolizione dell’universo (diciamolo, qualcuno ha un motivo sensato per cui l’universo dovrebbe esistere?) quando il comitato centrale per il controllo ufi* mi avvisa che è stata programmata una riunione il mercoledì sera, e quindi questa settimana dovrò rinunciare al corso di ikebana per neuroni.

più tardi esco dall’ufficio ed è buio. ovviamente questo non influisce affatto sul mio umore. cazzo.

mi infilo in toledo 1991™ e mi appiccico dietro a una toyota targata zurich che evidentemente è in missione di ricognizione gasteropodi. alla fine mi offro di aiutarli, perchè altrimenti restiamo lì tutta la notte, e io avrei anche altro da fare.

la riunione la passiamo a mangiare gnocchi fatti in casa (che notoriamente tengono lontani gli ufi**) e bere primitivo (che sarà anche primitivo, però è buono), poi ce ne torniamo a casa piuttosto soddisfatti.

arrivo in camera, metto sullo stereo gli arizona amp and alternator, provo ad ubriacarmi di sinalco®*** e saluto teodorico di chartres che mi spia dal bordo dello specchio mentre compila alcune glosse al de trinitate di boezio.

quando realizzo che in camera sono secoli che non ho uno specchio, sto già dormendo.



* qualcuno sostiene che non si dica ‘ufi’ ma ‘ufo’, perchè significa sempre ‘oggetto volante non identificato’. ora, mi sembra chiaro che ‘oggetto volante non identificato’ viene ‘ovni’, mica ‘ufo’, quindi, al massimo potrei chiamarli ovni. ma ufi è meglio. ufi. oltre al fatto che mica tutti gli ufi volano. per dire, tipo quando c’è brutto tempo, o sono troppo ubriachi preferiscono non volare. poi ci sono quelli che proprio hanno paura di volare, e al corso di ufi prendevano sempre le insufficienze, quelli volano solo se sono costretti.

** è facile da dimostrare. avete mai visto un ufo mentre mangiavate gli gnocchi fatti in casa? ecco.

*** besuchen sie sinalco®, der klassiker weltberühmt seit 1905. l’unica bevanda gusto arancio, mandarino e gas metano.

martedì 24 ottobre 2006

metablog (e metà qualcos’altro)


c’è questa cosa che splinder ha un aggeggio che si chiama counter, che dovrebbe contare le persone che entrano a vedere il blog. solo che questo counter è un po’ distratto, e non si accorge se una persona entra, poi esce, poi entra di nuovo, da dove arriva, quanto si ferma, se entra ed esce vorticosamente, se è confusa e ha dimenticato di attaccarsi sulla schiena il cartello ‘non seguitemi, mi sono perso anch’io’.

insomma, non è che a questo counter interessi proprio quello che succede realmente lì intorno, gli basta avere una vaga idea; diciamo che è un po’ come un dipendente dell’azienda trasporti che sta nei mezzanini delle metropolitane.

ci sarebbero shinystat e affini, certo, ma io ho un’idiosincrasia alle statistiche, oltre il fatto che non trovo significativo sapere che uno è arrivato su questo blog cercando “strategie sessuali: rapoport e la zia di perelman a lovanio”, anche perchè con tutta probabilità sarei io.

il concetto è che non so esattamente quante persone sono passate di qui, effettivamente; però uno un’idea se la fa.

quello che ho capito è che, se ogni volta che qualcuno fosse passato di qui mi avesse lasciato un soldino, adesso sarei ricco e potrei fare a meno di lavorare.

qui ci vuole una parentesi: io li vedo tutti questi imprenditori, uno lavora per diventare ricco, poi quando diventa ricco davvero, si è dimenticato perchè stava lavorando, e va avanti a lavorare per diventare ancora più ricco. non è mica logico; voglio dire, fai imprendere qualcun altro, che magari diventa ricco pure lui. invece no, si ostinano. qui si scambia il fine con il mezzo, che è come scambiare un lord inglese con un autobus (questa la capite solo se avete problemi psichici gravi. lo so che li avete, per quello l’ho scritta).

insomma, quello che intendo dire è che adesso nessuno può dirmi che alla mia età avrei dovuto combinare qualcosa, che solo le persone che si danno da fare possono aspirare a qualcosa di più di uno stipendio da fame: fatevene una ragione, se sono ancora povero, è solo colpa vostra.

(quindi attendo fiducioso donazioni, vitalizi e quant’altro. non so, io pensavo ad una cosa tipo il castello di sutri, ma insomma, fate voi)



ultim’ora

dopo i blog-lit, la nuova frontiera della cultura saranno i wagon-lit, le biblioteche viaggianti su rotaia (almeno avremo una scusa per il ritardo della cultura italiana).

venerdì 20 ottobre 2006

e va bene, sono stanco, ma non sono affatto nervoso. non capisco cosa te lo faccia supporre.

il fatto che abbia ripetutamente questionato sulla moralità di una nota popstar statunitense, a mio modo di vedere non prova nulla.

e quegli accostamenti fra divinità e comuni specie animali che tu inspiegabilmente trovi blasfemi non sono altro che il religioso afflato di una convinta adesione al panteismo.

ecco, sembra niente, ma credo potrebbe essere un vantaggio se avessi un cervello che prendesse in considerazione l’ipotesi di svegliarsi, al mattino.

potrebbe essere un vantaggio anche solo se avessi un cervello, effettivamente.

mercoledì 18 ottobre 2006

too many vectors: not enough memory


allora è vero che i plotter alla lunga prendono la personalità di chi li usa.

lunedì 16 ottobre 2006

esercizi di stile

studio # 214

natura morta con autunno


quello che nessuno ti spiega quando sei bambino, è che gli adulti non sanno un sacco di cose, e che fondamentalmente non hanno idea di cosa stia accadendo.

quello che invece ti spiegano, è che devi imparare ad essere forte, che i bambini grandi capiscono le cose e non piangono.

a quel punto io prendevo il libro che stavo leggendo in quel momento, mi sdraiavo sul primo tappeto consunto disponibile, e facevo del mio meglio per fare il lavoro di tutti i bambini, che è quello di cercare di diventare degli adulti disadattati.

a volte invece mi infilavo in un armadio e tutto quello che riuscivo a pensare era che avevo bisogno di piangere, e di qualcuno che mi tenesse stretto e mi dicesse che tutto sarebbe andato bene. questo probabilmente perchè in quei momenti non avrei dato peso al fatto che quella persona stesse mentendo. e comunque essere tenuto stretto è sempre un buon incentivo.

poi negli armadi ti trovano subito. no, per dire.




ultim’ora

secondo un comunicato della segreteria del partito per la salvaguardia dei diritti del ceto medio (p.s.c.m.) occorre porre rimedio alla dura situazione delle categorie di liberi professionisti che hanno gravi difficoltà di guadagno con la loro attività; è infatti emerso dall’analisi delle dichiarazioni dei redditi che alcune categorie, come ad esempio quella dei gioiellieri, ricavino in un anno meno di quanto guadagna nello stesso periodo un operaio metalmeccanico.

sempre secondo il comunicato è allo studio un disegno di legge che, per aiutare queste persone in evidente difficoltà, preveda che il governo ritiri e chiuda le gioiellerie che non forniscono un adeguato reddito ed assicuri ai loro ex proprietari un lavoro da metalmeccanico.

giovedì 12 ottobre 2006

stavo cercando di sondare la solidità dei legami molecolari di un muro usando l’unica arma a disposizione di noi poveri homo sapiens (la testa), quando il suono ritmico che proveniva dalla parete è entrato in risonanza con l’armonia dell’universo e mi ha trascinato in una dimensione parallela (o ortogonale, o anche leggermente obliqua. non lo so, la verità è che mi sono perso. mica è facile orientarsi fra le dimensioni, provateci voi).

gli esperti non sono molto d’accordo sul numero delle dimensioni esistenti, sebbene johnatan hughes, docente di fisica comparata all’università di leyton (essex), nel suo saggio "le dimensioni non contano" abbia tentato di ridurre l’importanza del problema. attualmente gli esperti del settore riconoscono ufficialmente nove dimensioni: altezza, lunghezza, profondità, tempo, tempo incerto, ferie, tornante, frullatore, grande puffo.

oltre tutto, per quanto riguarda le dimensioni spaziali, non c’è un vero accordo fra chi sostiene l’uso dei punti cardinali e chi invece adotta dei punti laici.

ad ogni modo l’importanza dei varchi dimensionali è stata riconosciuta da una riunione congiunta di terrestri e ufi (a cui io non ho partecipato perchè odio le riunioni di condominio) soprattutto per quanto riguarda la possibilità di risolvere problemi di parcheggio.

quando sono tornato in questa dimensione avevo davanti un suv targato argovia che stava cercando di battere il recordo di immobilità ad una rotonda, e tre minuti per arrivare in ufficio. sarà, ma secondo me le dimensioni contano.



problem solving

-senti, sto organizzando la festa di halloween per i bambini della scuola, come scenografia vorrei avere un pentolone da cui esca del fumo finto, tu hai idea di come si faccia il fumo finto?

-boh, metti l’origano al posto della marijuana

-cretino

lunedì 9 ottobre 2006

questo per dire che non è colpa mia. il fatto è che questo individuo sta cercando di compilare un dizionario ragionato del giuoco del calcio, quindi la colpa è soltanto sua.

nel caso parlatene con il mio avvocato. sempre che parlare con criceto siberiano non vi dia fastidio, ovviamente.


fallo da dietro: il fallo da dietro non ha bisogno di commenti. c’è da dire che si può fare, però poi viene punito perchè il calcio è un gioco maschio.

tempo supplementare: branca della fisica che nasce dalla teoria della relatività, per la quale il tempo spazio e tempo non sono assoluti ma relativi all’arbitro.

vincere la coppa: nelle riffe dei bar di paese, possedere il biglietto che ti fa vincere il cesto di salumi (di solito ce l’ha la moglie del barista).

barriera: fila di persone che impedisce al pallone di passare durante l’esecuzione del calcio di punizione. si può aggirare (come il posto di blocco), scavalcare (come il cancello dello stadio), distrarre con boccacce e/o gesti simili (da cui il concetto di ‘distrazione muscolare’) o far saltare (come nelle partite dei militari). non è corretto sostituire ‘barriera’ con ‘casello’, come fanno quelli di ondaverde.

calci di punizione: colui che compie un’azione irregolare, per punizione verrà immediatamente preso a calci

cross: voce di etimo incerta che sta a significare le condizioni non perfettamente regolari del terreno da gioco, che si presenta fangoso come una pista di moto, per cui si può approfittare per mettere il pallone in area nella speranza che qualcuno lo colpisca. probabilmente prende il nome dall’inventore del gesto tecnico, piero cross.

colpo di testa: azione scriteriata che occasionalmente può portare alcuni vantaggi, tipico dei giocatori particolarmente esagitati.

andare a far falle: dicesi di portiere che commette un errore in grado di sabotare la prestazione della propria squadra. etimo derivata dalle azioni dei guastatori della marina inglese che affondarono due navi nel porto di taranto durante la seconda guerra mondiale avvicinandosi di nascosto e aprendo buchi nello scafo.

calcio franco: sinonimo di calcio di punizione, usato particolarmente dai telecronisti elvetici, tipo libano zanolari della tsi2. probabile riferimento al fatto che per avere una punizione a favore è prassi comune pagare l’arbitro.

catenaccio: si dice di una squadra non particolarmente brillante, per associazione con le automobili vecchie che faticano a mettersi in moto (es. ‘ahò, ma quello è un catenaccio’).

lancio della monetina: espressione ambigua riferibile sia all’assegnazione del calcio di inizio da parte dell’arbitro, sia alle manifestazioni di tedio e/o disaccordo con l’arbitro dei tifosi di casa.

presa plastica: gesto atletico del portiere che ne recupera una quando l’inquilina del quinto piano compra un ferro da stiro con la spina tedesca.

scartare l’avversario: frase idiomatica che paragona il giocatore della squadra ad una caramella per significare la relativa facilità del gesto.

mezza rovesciata: dicesi di gesto tecnico dell’attaccante che si spalma per terra nel tentativo di raggiungere il pallone, deve il suo nome alla somiglianza con le movenza degli ubriachi al pub che rovesciano con gesti inconsulti un boccale da mezzo litro di birra sul tavolo.

calcio di rinvio: in casi estremi (ad es. pioggia, o neve) la partita viene sospesa e rinviata a data da destinarsi.

dischetto del rigore: floppy disc contentente le norme della finanziaria utile per rientrare nei parametri di maastricht. viene posto a 11 metri dalla porta e i giocatori ci posano sopra il pallone per calciarlo via, come gesto di estrema ribellione.

corner: generalmente rivolto all’arbitro, epiteto che intende rivelare presunte infedeltà della moglie (ad es. ‘arbitro, i corner che tieni’).

rimessa: deposito per gli autoveicoli particolarmente costosi di proprietà dei calciatori.

centromediano metodista: si contrappone al centro mediano cattolico, con il quale dà vita a dispute sull’ortodossia della fede cristiana applicata al gioco del calcio.

tiro secco: calciare il pallone in un terreno di gioco su cui non piove da giorni e non correttamente irrigato.

modulo di gioco: domanda in carta bollata da presentare in federazione per poter organizzare la partita (var. ‘cambiare modulo’ significa ricorrere in appello contro il tipo di partita che si sta giocando).

stop a seguire: segnala che il giocatore sta per fermare il gioco, il linguaggio è quello tipico dei segnali stradali.

parata in due tempi: sfilata allegorica del portiere che prevede un intervallo per riprendersi dallo stupore

uscire dalla difesa palla al piede: allontanarsi dai compagni del reparto difensivo perchè piuttosto inutili ed eccessivamente rompiscatole.


(l’ho già detto che non è colpa mia?)

giovedì 5 ottobre 2006

mail from darrell tobin to eddiemac

subject: be like a normal man



cazzo. si è sparsa la voce.


ultim'ora

pare siano iniziate le riprese della nuova opera di muccino, un film che racconta la crudeltà umana a partire dal punto di vista di un tubetto di burrocacao che passa di tasca in tasca, legando con un filo rosso il destino dei protagonisti. il film si intitolerà labello e la bestia