giovedì 29 giugno 2006

se il sistema operativo non si avvia, boottalo

(manuale per il corretto riciclo dei sistemi operativi)


mi esercito nella pratica meditativa in luoghi che non mi appartengono del tutto, in modo da facilitare il processo di détournement; così, fra carabietta e pianroncate, realizzo che forse avrei bisogno di un reset di sistema (pare che fra carabietta e pianroncate esistano linee energetiche geomantiche che si congiungono in europa con la cattedrale di chartres proseguendo per il complesso di stonehenge, e in america con le rovine di cuzco.

unendo i punti del pianeta in cui sgorgano tutte queste forze energetiche si ottiene un pentacolo, o, a seconda della scuola di pensiero, una caffettiera bialetti).

la sera, cena con visione dell’ultimo quarto dei mondiali con il gruppo per la difesa e salvaguardia del pianeta dagli ufi crudeli (anche gli ufi crudeli guardano i mondiali, quindi non c’era immediato bisogno di noi. esistono anche ufi meno crudeli, va detto, tipo quelli che non ti rapiscono la mattina appena sveglio, o quelli che non fanno esperimenti sul tuo corpo chiedendoti 8 euri per una birra. quelli potrebbero integrarsi con i terrestri, in effetti. d’altra parte, ma chi glielo fa fare?).

considerato che il menu era paella e sangria, decidete per chi tifavamo. però vabbè, mica ce la siamo presi troppo, la sangria aiuta a superare le delusioni. e poi, come dicono i saggi, franza o spagna, purchè se magna.

comunque per smaltire la delusione passo la notte cercando di prenotare un treno in offerta sul sito di trenitalia.

è un passatempo delizioso e consiste nel selezionare un viaggio in 12 comodi step fino all’ultimo in cui esce la schermata con la frase “siamo spiacenti, i biglietti per il viaggio da lei selezionato non sono disponibili, clicca per selezionare una tariffa diversa sullo stesso treno o seleziona un viaggio diverso”, dopo di che si ricomincia a cliccare e via di seguito, fino a quando finalmente arriva il tunnel carpale (che è quel corridoio che usano le carpe per gli spostamenti dimensionali e che rende di fatto inutile prenotare il treno).

quel che resta della notte lo passo a disquisire con un lemming sulle differenze fra logica formale e logica informale, che essenzialmente stanno nel fatto che la seconda non richiede l’uso di giacca e cravatta (qualcuno mi ha scritto che questa cosa dei lemming non è credibile. fidatevi, moltissimi animali potrebbero fare un sacco di cose che facciamo noi umani (tranne quelle che richiedono l’uso di un pollice opponibile, ovviamente) ma essendo ad un livello evolutivo molto più avanzato della specie homo sapiens, non ne vedono il motivo).

il mattino mi sveglio (?) con gli occhi gonfi e iniettati di sangue, una via di mezzo fra un batrace e un personaggio di le fanu.

friederich murnau, in collegamento con il mio salotto 24 ore su 24, chiama il mio agente e gli spiega che stamattina è troppo anche per lui.

alla fine mi iscrivo al concorso per lo sbadiglio più coreografico del 2006 e arrivo fino alle semifinali, dove vengo battuto da un plantigrado di un circo di vladivostock, a cui è stato negato il letargo per esigenze contrattuali.

lunedì 26 giugno 2006

interno giorno, palestra prefabbricata con porte da calcetto. sullo sfondo, otto individui in maglietta e un pallone da calcio.

un giocatore con il pallone fra i piedi osserva insistentemente il portiere avversario, e sembra incerto sul da farsi.

il portere è quasi completamente girato di schiena, e ha lo sguardo perso nel vuoto, in un punto imprecisato fra la copertura in lamiera e il quadro svedese (trattasi probabilmente di arte astratta, che so, un epigono scandinavo di paul klee).



-portiere ...? tutto ok?

-sì, sì, scusa. stavo parlando con un paio di folletti alla base del palo

-...

-no, ma sono andati via, puoi tirare


il giocatore ha un attimo di esitazione e un avversario gli ruba il pallone

mercoledì 21 giugno 2006

- maestro, io mi sforzo molto, ma le cose non vanno come voglio io.

- trovo sia molto maleducato da parte tua dire alle cose come devono andare.

- allora io non conto niente?

- non saprei. potresti provare con le pecore, quando non riesci a dormire

(la maniglia senza maniglia, conversazioni con il maestro, libro iv)




verso le quattro del pomeriggio l’universo implode.

in una visione del mondo a molteplici universi questo non è un gran danno, ammettiamolo.

ma quando implode il tuo di universo, gli elettori di sinistra tendono a frullare vorticosamente con conseguenze nefaste, perchè pare che in questo caso il vortice abbia provocato l’annientamento di una flotta stellare dalle parti di alpha centauri, e adesso gli ufi hanno un motivo in più per odiarmi (è il principio dell’interconnessione, una farfalla batte le ali a pechino e scatena un tifone a new york. questo è uno dei motivi per cui servono leggi speciali contro il terrorismo: una task force di agenti cia deve vigilare perchè gli iracheni cattivi stanno cercando di importare farfalle in cina).

tornando a casa cerco di leggere il futuro studiando la disposizione dei branchi di alborelle (bisogna essere molto esperti e tenere conto di eventuali pescatori che alterano le condizioni ambientali, ma il metodo ‘fondi di caffè’ è sconsigliato dall’associazione internazionale chiromanti onde evitare previsioni esageratamente ottimistiche, tipo leibniz e il migliore dei fondi possibili) ma tutto quello che ottengo è la visione sfuocata di un fritto misto.

provo a consolarmi guardando svezia-inghilterra. il momento più emozionante è quando beckenbauer consegna il premio per il migliore in campo degli inglesi alla traversa.

la mattina dopo, l’unico modo per calmarmi e resistere all’invasione dello switzerdütch è ripetere in loop "ci resto di stucco è un barbacrucco".


(che poi mi chiedevo, se uno che parla in lingua francese è un francofono, uno che parla in una lingua sassone è un sassofono?)

lunedì 19 giugno 2006

i poteri forti aspirano all’ordine (che poi, giusto un seminarista può aspirare all’ordine), il popolo vuole refrigerio (un sovrano longobardo), io vorrei una birra.

il mio spirito guida (un lemming travestito da kaiser guglielmo) mi accompagna per le strade che costeggiano il lago increspato (c’è vento, sì), mentre intavolo un dibattito sulla fenomenologia husserliana in cui l’unica cosa che capisco a fondo è che a volte non sono d’accordo con me stesso.

come in tutte le democrazie avanzate, il dibattito interno è fondamentale, ma qui si tende ad esagerare. allora provo ad eseguire una manovra di heimlich sulla coscienza, ma con scarsi risultati. c’è anche da dire che il mio spirito guida malissimo.

così resto qui, appoggiato alla ringhiera che dà sul lago, a masticare quel che resta del giorno e della pizza più invidiata dai cavedani (la famosa pizza da sporto).

poi arrivo a casa, mi imbatto in una crostata di mele con sopra scritto "non aprite quella torta", ascolto pauli schönwetter sostenere che ‘la corea del zud non ha ciocato male, ha ciocato peccio la francia’ (comunque molto meglio di altafini in versione biblica che urla ‘atensione amisci, noè contento di questo’), insulto chi ha deciso di oscurare la tsi (il mio mantra giornaliero), poi mi ritiro nei miei alloggi a mandare mail a sconosciuti fino a notte fonda.

adesso scusate, avrei delle cose molto importanti da fare, tipo svenire sul tappeto.

mercoledì 14 giugno 2006

ero da qualche parte nella ventitreesima dimensione (uno dei maggiori problemi con la realtà multidimensionale è un corretto orientamento degli assi; ecco perchè alcuni esperti sostengono che uno dei modi migliori per districarsi nelle diverse dimensioni sia una partita a scopa)* quando un inopinato mutidimensional scaling mi catapulta in un punto preciso del mio ufficio, esattamente davanti ad un computer portatile.

non so se l’abbiate mai provato, comunque è oltremodo fastidioso, soprattutto se il pc è evidentemente affetto da turbe comportamentali e disordini bipolari.

prima di cena, mentre torno verso casa, mi fermo a disquisire di anfibi e creazione dell’universo con un’anatra seguita da otto copie in miniatura (anche i germani si accoppiano, a quanto pare) poi vado alla solita riunione del club dei salati di mente, mi verso una weiβ e mi siedo a guardare la partita.

il brasile indossa magliette a scacchi bianchi e rossi e perde clamorosamente uno a zero.



* un riassunto delle dimensioni possibili lo trovate anche nel saggio della dottoressa alice munroe, docente di fisica teorica al trinity college (connecticut) e autrice del saggio "le dimensioni contano" nel quale passa in rassegna alcune delle principali dimensioni come: lunghezza, larghezza, profondità, tempo, tempo supplementare (ma solo durante i mondiali di calcio), kleenex, vodka (nelle sue infinite manifestazioni), burocrazia, mozzarella di bufala, call center.

venerdì 9 giugno 2006

l’analista junghiano che avevo incaricato per alcune terapie di gruppo sul sistema ‘pc di casa-connessione ad internet’, è riuscito a risolvere gran parte delle crisi di incompatibilità ma non è riuscito a recuperare l’uso del masterizzatore (non chiedetemi perchè, pare che il masterizzatore abbia a che fare con i miti collettivi sulla paura della clonazione, o cose del genere).

ovviamente, per procurarmi uno shock iniziale che mi permettesse di accettare la cosa, non mi ha detto niente prima, ha preferito mettermi davanti al fatto computer.

d’altra parte, anche gran parte del nostro cervello resta inutilizzata (anzi, in alcuni casi la parte utilizzata è praticamente infinitesimale).

secondo alcune scuole di pensiero, lasciare che alcune funzionalità di un sistema restino inutilizzate rispecchia la struttura della realtà, così come prefigurata da alcuni studi che hanno come base il teorema di incompletezza (questo, almeno, stando al saggio teorico di riferimento, il libro del professor paul kratchewsnick, docente di scienze cognitive presso la libera università di des moines (iowa), intitolato "chi si accontenta, gödel". sempre secondo queste scuole di pensero, il fatto che le lezioni del professor kratchewsnick fossero seguite solo da pannocchie non è affatto rilevante; alcuni dei seguaci di queste scuole sono giunti all’elaborazione di un sistema che considera la pannocchia come base della struttura del reale).

la sera passo il mio tempo dietro una subaru targata graubünden che ha installato un dispositivo che attiva una bomba a neutroni quando supera i 30 km/h, augurando morte e distruzione agli stambecchi della lega caddea, a johannes i. pfefferhard, e a chi ha deciso di oscurare definitivamente la tsi

martedì 6 giugno 2006

signore, è bello qui. facciamo tre tende, una per te, una per quo, e una per qua. (mc 9,5)


quando ti rapiscono gli ufi, poi non ricordi più nulla e ti ritrovi su un treno in galleria senza la più pallida idea di come ci sei finito e nessun progetto per il futuro (a parte finire free cell e disegnare crop circle sui tappetini del mouse, intendo).

all’improvviso la galleria finisce ed appare il lago, luccicante e rosa, con grande invidia della pantone®. dura solo un attimo, ma è quanto di più vicino esista alla sensazione di trovarsi a casa (wo darf ich heimisch sein?).

nel frattempo sto cercando di convincere una gengiva anarchica che non è ancora arrivato il momento di esplodere, trattandola con del nimesulide*, con scarsi risultati. giovani gengive rivoluzionarie.

mi fermo qualche minuto sulle scale a disquisire con un lemming sulle tecniche per il raggiungimento dell’atarassia (l’atarassia, in quanto tale, non può essere cercata a meno di non cadere nel paradosso, risolvibile solo apparentemente con la teoria dei tipi di russell, il primo a scrivere ‘beh, non è carina, è un tipo’. del resto, come recita il saggio, l’erba voglio non cresce neanche nel giardino del mi bemolle) poi mi ritiro nei miei alloggi a scrivere dialoghi per i questuanti in metropolitana, (ma chi glieli scrive, adesso? e perchè usano tutti lo stesso format?) e performance teatrali per gli ipermercati.



*secondo una teoria medica innovativa, la quantità di sofferenza ha cause che dipendono dal sistema olistico di riferimento, per cui nel corpo umano deve restare invariata. quindi se bisogna far diminuire un dolore nella cavità orale occorre sistemare una bomba atomica nello stomaco


ultim’ora

dick van antwerp, segretario della protezione animali olandese nonchè attivista della sezione locale di greenpeace, ha stilato un rapporto sulle inefficienze e ritardi delle leggi in favore degli animali nei paesi bassi. il rapporto, intitolato ‘non meniamo il can per l’aja’ sarà pubblicato in italia da isbn edizioni