giovedì 29 marzo 2007

da giovane volevo cambiare il mondo ma poi non sono riuscito perché ho perso lo scontrino


mi hanno rapito gli ufi.

cioè, loro cercavano di capire perché gli esseri umani credono di governare la terra (quando è evidente che sono altre specie a farlo) e io avevo voglia di fare un giro, così ci siamo accordati per un co.co.pro di due settimane, anche perché poi uno pensa che in assenza di gravità non succeda mai niente di serio.

solo che poi me ne sono andato subito perché:

a. problemi urgenti richiedevano la mia presenza qui

b. gli ufi non avevano l’adsl

c. non c’è stato verso di trovare un quarto per la scopa d’assi

nel frattempo il gatto ha deciso che per un po’ non viene più da queste parti perché quando ci vediamo litighiamo sempre sul problema della finitezza o meno dell’universo (cioè, il problema si può riassumere in questi termini: esiste sul piano della realtà fenomenica qualcosa di infinito? e se l’universo fosse infinito, come si fa a verificarlo? d’altra parte, ammettendo che l’universo sia finito, quando si arriva alla fine dell’universo e si trova, diciamo, il muro dell’universo, cosa c’è dall’altra parte? la mia posizione è che l’universo sia finito e contemporaneamente infinito, a seconda da dove lo si guardi. ad esempio se sei inseguito dai creditori l’universo è sicuramente finito, ma se stai cercando di visitare tutti i posti interessanti dell’universo, allora è sicuramente infinito. questa teoria scettica non concorda con la tesi del prof. granisberg che sostiene di poter provare la finitezza dell’universo nel libro “l’universo è sicuramente finito: ho guardato in frigo e non ce n’è più”).

fra le altre cose fa freddo, ma forse sta arrivando la primavera, come dimostra una serie di eventi tipici della bella stagione, tipo che ho dovuto respingere un attacco di formiche a colpi di graffette, al mercato si vedono gli svizzeri al pascolo, e un coro di passeri sulla ringhiera del balcone sta cinguettando stayin’ alive.

io ho sonno, nel caso non si fosse capito.

mercoledì 28 marzo 2007

scusate, non ho tempo di scrivere perché devo di nuovo salvare l’universo

(non è che ci voglia molto a salvare l’universo, è una questione di minuti; ci vuole molto a capire se è il caso di farlo)

mercoledì 21 marzo 2007


sia messo a verbale che l’universo non collabora



msn

xx: no, devo assolutamente dare quei due esami

io: bah, secondo me non c’è fretta per entrare nel magico mondo della disoccupazione

xx: sì, ma io voglio laurearmi in corso

io: quindi vai a studiare ad ajaccio?

xx: sei un cretino

venerdì 16 marzo 2007

non ho tempo.

secondo una teoria che fa capo a scuole di pensiero relativiste, secondo le quali l’essere umano è inscindibile dal suo rapporto con la temporaneità e la percezione di essa, chi non ha tempo ha una buona probabilità di essere morto. io, comunque, non azzarderei una percentuale.

il mio cervello trasmette le repliche di george e mildred (ho i neuroni fuori sincrono) mentre converso amabilmente con un tanuki che aderisce al buddhismo theravada (molto simile a quello gigavada, ma con più spazio) che si lamenta del mercato immobiliare italiano.

non che abbia tutti i torti, voglio dire, gli affitti sono insostenibili e un tanuki che volesse convivere con una fidanzata in una casa di proprietà si troverebbe invischiato in un mutuo fino al 2076. come dire, due cuori e una caparra (tra le altre cose, dalle informazioni che ho ricavato da alcuni miei informatori impiegati di banca ho realizzato che l’unico mutuo a cui potrei aspirare io in questo momento sarebbe il mutuo soccorso).

nel pomeriggio riesco appena in tempo a fuggire da un commando di membri del pathet lao che mi vogliono rifilare degli involtini primavera perché sostengono siano di stagione, quando mi informano che devo scrivere una bozza di relazione statica (una relazione che non si evolve neanche a pagarla) entro sera; fortunatamente sono giorni difficili anche per gli ufi, due settimane fa sono atterrati in mezzo ad una svendita di un centro commerciale e non hanno retto allo stress, quindi credo che per qualche tempo la rete di controllo ufi passerà a defcon 1.

alla fine arrivo a casa e mi chiudo nella lavatrice.

tutto quello che vorrei io sarebbe stare in ferie pagate non solo fino alla fine dei tempi, ma anche fino alla fine dei tempi supplementari.


lunedì 12 marzo 2007

nel pomeriggio di sabato avevo intenzione di disquisire con un lemming sull’inevitabilità della metafisica, ma giusto prima di elaborare dei concetti base mi sono addormentato.

non si dica che non prenda posizione in questioni fondamentali per l’acquisizione di una visione del mondo: dormire è una presa di posizione. tendenzialmente orizzontale.

questo spiega solo parzialmente perché stamattina, in evidente stato ipnagogico, seguivo senza protestare una mercedes targata nidwaldo guidata da uno svizzero in lizza per il premio “fernando redondo 2007” destinato all’autista che riesce a inserire meno volte in un anno marce superiori alla seconda

nel frattempo, i focolai di rivolta localizzati in aree cervicali stanno lentamente ritornando alla normalità.

che fosse una questione di tempo lo sosteneva anche un medium che ho consultato un paio di anni fa, capace di contattare entità paranormali in grado di spiegare perché i muscoli del mio collo abbiano tendenze separatiste; questo perché, come dice il generale marshall, il medium è il massaggio (la saggezza popolare ha da sempre riconosciuto ai medium una capacità esoterica in grado di spiegare l’apparenza fenomenica, e per la loro diversità essi erano temuti, ma anche isolati dalla comunità dileggiati e odiati per il dono che possedevano. ecco perché, ancora oggi, mostrare il medium ha un significato offensivo).


mercoledì 7 marzo 2007

piove.

cascate di acqua colano dai tetti delle bancarelle e si infilano nel collo dei turisti senza ombrello, ed è senza dubbio l’unica soddisfazione della mattinata.

la mia camera sembra la ricostruzione di dien bien phu nel ‘54. questo immagino possa innervosire alcune frange ortodosse della società civile, però ho ricevuto una lettera di plauso da hanoi*.

io passo la mattinata in ufficio a cercare dei documenti che da un cassetto si sono trasferiti in una dimensione non raggiungibile da questo universo (un team di scienziati ha infatti stabilito che i campi spazio-temporali sono inevitabilmente distorti in presenza di a. scrivania da ufficio; b. sedili di toledo 1991™; c. tasche; d. cassetti di qualsiasi forma e dimensione. sono state escluse dalla ricerca le borse da donna, che usufruiscono di una legislazione fisica del tutto autonoma) e ad esercitarmi per i mondiali di risposta creativa al telefono. tra l’altro dovrei essere in semifinale contro un ragioniere di oslo.

poi provo a telefonare a un’agenzia di comunicazione per recitare in una pubblicità del fenobarbital (versione ‘dopo la cura’) ma mi spiegano che avevano in mente qualcosa di meno credibile.

verso sera torno a casa, metto sullo stereo il concerto f-16 per archi e motore a reazione, e mi chiudo nell’armadio.


*il commento adatto sarebbe “hanoi non interessa”, ma mi vergognavo a scriverlo


sms

io: ci vediamo verso le 21?

xx: facciamo 21.45, alle 21 sono ancora a casa di dio

io: salutamelo. viene anche lui stasera?

xx: sei un cretino

venerdì 2 marzo 2007

poi, in una taverna di asgaard (per intenderci, quella con la mobilia in materiale resistente alle colluttazioni fra divinità particolarmente irascibili, e il cartello “attenti al luppolo” appeso sopra il bancone) ci si ritrova per fare il punto della situazione (viene più difficile in mancanza di zanzare, ma va bene uguale).


- ho un po’ di mobilità in più e molti euri in meno (ora il detto popolare ‘fare i conti senza l'osteopata’ acquista un significato), gli gnomi hanno lasciato perdere il collo per concentrarsi sulla schiena e temo dovrò appaltare il servizio di controllo ufi, per qualche giorno.

- il maestro del corso di smaterializzazione dice che non proseguirà con le lezioni finchè non paghiamo l’intera somma del corso (il che è ingiusto, secondo me: uno cosa si smaterializza a fare se non per evitare i creditori?)

- con il gruppo di auto-aiuto (il counseling filosofico non individuale svolto mentre si guida sulle statali) siamo quasi pronti per la pubblicazione del saggio sulle differenze fra panta rei e panta collant.


alla fine della riunione ci aggiorniamo, come un software microsoft qualsiasi, e torniamo verso casa.

fra le altre cose, ho di nuovo i capelli corti. se vedete uno con i capelli corti che prova a smaterializzarsi, fate ciao con la manina.


haiku nippo-ticinesi

sibila il föhn

sotto il malcantone

sogno d’estate