venerdì 30 novembre 2007

da martedì a mercoledì, in meno di 48 ore, ho viaggiato su sei treni; sommando il ritardo di tutti e sei, si arriva a malapena a venti minuti.

credo sia un evidente segno dell’apocalisse.

martedì 27 novembre 2007

dopo mesi di assidua frequentazione posso affermare con certezza che un treno che arrivi in orario nella stazione ferroviaria principale di roma è una contraddizione in termini.


perché non pesi niente

i brutti sogni non mi piacciono per niente, e allora ti scrivo.

detto così suona un po’ incongruente, ma adesso ti spiego e poi tu capisci. (questa fiducia, credere sempre che quando tu spieghi una cosa poi l’altro capisce, questa cosa ingenua me la porto dietro da quando ero bambino).

non lo so, è che io ai brutti sogni mica ci sono abituato.

che nei sogni succedono delle cose che mi sembrano vere, e non riesco più a distinguere la differenza. forse è per quello che non me li ricordo mai, i sogni, voglio dire, la vita da sveglio basta e avanza.

poi succede che i brutti sogni mi fanno pensare, e pensare è una cosa che a volte fa bene, ma a volte mica tanto, e siccome poi nel sogno c’eri anche tu, e adesso io mica mi ricordo bene cosa succedeva, so solo che stavo male, ero triste ed ero anche arrabbiato, e insomma, non sono bravo a gestire i sogni, che poi mi sveglio in ritardo perchè non suona la sveglia e mi resta addosso quella sensazione di sapere che stai male ma non ricordi perchè, e ti sembra stupido, perchè uno non dovrebbe stare male per le cose che stanno solo nella sua testa, ma poi se ci pensi bene, alla fine quasi tutto sta solo nella tua testa, e allora non dovresti stare male mai.


venerdì 23 novembre 2007

no, dico.

sono due giorni che piove in orizzontale.

quelli del call center clima stanno dando il meglio di se stessi (da un'altra parte, però)



alcuni crimini contro l’umanità per cui qualcuno, spero, prima o poi sarà chiamato a rispondere


- la violenza in genere

- lo sfruttamento

- l’odio razziale

- la privatizzazione delle risorse del pianeta

- mettere tutto pratchett nel reparto “letteratura per ragazzi”

venerdì 16 novembre 2007

le specie intelligenti del pianeta vanno in letargo oppure svernano a sud; homo sapiens ha inventato il cappotto. fate un po’ voi.


il weekend scorso, per le vie di milano, ho incontrato una signora che voleva leggermi la mano. io le ho spiegato che se proprio voleva avrei preferito dei classici, che so, melville, ma lei mi ha guardato male, e io non ho capito perchè.

ma, come dicono quando ti danno indicazioni sulla circonvallazione interna: porta garibaldi, porta genova, e porta pazienza.

in settimana mi sveglio (?) e appendo al collo il cartello “cervello momentaneamente non disponibile”, poi mi infilo il mio costume da roald amundsen e faccio rotta verso l’ufficio. c’è un vento gelido che spazza le nubi e io approfitto delle giornate limpide per cercare un passaggio a nord ovest, poi però entro dal portone.

quanto meno non piove da giorni (io lo so che questa cosa non dovevo dirla, eh. tipo che magari le divinità a progetto del call center clima non se n’erano accorte).

alle 12.55 mi addormento, in qualsiasi posto sia, e mi risveglio verso le 14.20, cercando di capire dove mi trovi. a volte scopro che ho cambiato dimensione (tipo che sono diventato ancora più alto) e allora arrivo tardi in ufficio. evidentemente il mio corpo vuole mandarmi un messaggio, ma non capisco perché non usa la mail, come tutti.

fra le altre cose, passo tutti i pomeriggi a disegnare case sul computer, solo che la sera la donna delle pulizie passa lo straccio umido e mi cancella tutto, e questo è molto irritante.

poi torno a casa e mi chiudo in camera a farmi predire il futuro dalla maglietta che ho appena comprato.

non c’è niente di strano, è una medium.


lunedì 12 novembre 2007

call center ufi

protocollo d’intesa messaggi interplanetari

frammenti di dialogo




-cosa vuole che le dica, ho già visto una cosa simile, esseri che non capivano che tutto deve essere visto nel contesto dell’universo in cui si vive.

-un po’ come la specie homo sapiens, che pensa di essere la più importante del pianeta

ridono (n.d.t.)

- esatto. si comincia passando da un’economia legata alla terra, che si rigenera, ad un’economia estrattiva, che distrugge l’ecosistema. il petrolchimico distrugge il regime naturale, si inquina l’ambiente, si passa ad un livello economico non sostenibile. nascono le corporation, si sfrutta il pianeta pensando che ciò aiuti a migliorare le condizioni di vita di alcuni dei suoi abitanti, questo perché non si è abituati a pensare in prospettiva.

anche un bambino capirebbe che nessuna forma di vita può prosperare se anche le altre forme di vita non prosperano: un sistema secondario non può sopravvivere se il sistema primario è malato.

- e quindi?

- quando capirono questo, iniziarono a capire che avevano una missione da compiere: mettere in discussione tutto l'accumulo delle tradizioni e della visione del mondo e iniziare uno sviluppo che tenesse conto dell’universo, del fatto che si è sempre parte di un tutto interconnesso.

- a livello pratico?

- svilupparono un sistema economico sostenibile, smisero si sfruttare il pianeta per scopi contrari alla sua sopravvivenza, ricominciarono a stare in armonia con il cosmo, sfruttando le energie naturali rinnovabili.

capirono che la tecnologia non può essere fine a se stessa e governare il mondo, se poi lo distrugge, e finalmente, dopo secoli di rivoluzioni e sofferenze, tutto il pianeta cambiò la sua economia; le persone cambiarono il modo di concepire se stessi in relazione all’universo, e dal primo giorno di quell’anno, iniziò una nuova era

- deve essere fantastico vivere su quel pianeta adesso

- beh, non esattamente. è stato distrutto da un enorme meteorite, tre settimane dopo

- …

- eh, sa com’è, succede

mercoledì 7 novembre 2007

scusate, la mia area di wernicke è in sciopero.

volevo assumere un’area di servizio, ma costa troppo.


ultim’ora

fonti interne alla casa editrice einaudi precisano che sarà presto dato alle stampe il nuovo saggio di wu ming dal titolo “credenze popolari e frigoriferi privati: cibo e mitopoiesi nelle differenti classi sociali nell’arco di un millennio”