mercoledì 28 luglio 2010

il mercoledì mattina, in estate, da queste parti, il parcheggio libero più vicino al mio ufficio è in un autosilo appena fuori plutone. il che è piuttosto significativo se si pensa che il resto della settimana la densità media di automobili parcheggiate qui vicino, alle otto del mattino, è quasi uguale a quella del sahel (se si escludono le auto dei turisti olandesi e tedeschi che si sono persi nei supermercati il giorno prima e ancora non hanno capito come tornare alla macchina).

poi dicono che uno non dovrebbe immanentizzare l'eschaton.

nel frattempo sto cercando un esperto di chakra in grado di sbloccarmi i meridiani, perché vorrei cambiare fuso orario.

per ora il mio cervello è sincronizzato sul fuso orario di baku, ma è quanto meno scomodo, se uno non vive a baku e dintorni*.

fra le altre cose, io e alcuni cavedani stiamo sperimentando nuove tecniche di rilassamento, che è una cosa molto ecologica perché tenere bassa la tensione aiuta anche a limitare il consumo energetico.


* dintorni è la seconda città più grande dell’azerbaigian dopo baku.


martedì 20 luglio 2010

ogni forma di tecnologia sufficientemente avanzata è indistinguibile dalla magia (a. c. clarke)

ogni forma di magia sufficientemente avanzata è indistinguibile da una stampante laser dotata di libero arbitrio (eddie)


secondo una scuola di pensiero supportata da alcune correnti del misticismo occidentale e da un’alborella che si fa chiamare calamity jaynes che ho conosciuto al lago un paio di sere fa, per ottenere delle risposte alle domande esistenziali basterebbe organizzare uno split brain in modo da ottenere un emisfero destro totalmente indipendente.

a quel punto una voce dovrebbe svelarti il mistero della vita e spiegarti il significato dell’universo, anche se c’è il rischio che poi tu debba sterminare i tuoi vicini di casa perchè te l'ha ordinato la macchina del caffè.

il mio maestro di ikebana per neuroni (una trota salmonata che ha studiato a oxford) ha deciso di lasciare il gruppo di allievi per trasferirsi in un’università del nevada a lavorare alla ricerca di vita intelligente extraterrestre.

ha lasciato un grande vuoto, ma in fondo lo capisco, perché la ricerca di vita intelligente sul pianeta terra andava un po’ a rilento.

io, tutto quello di cui avrei bisogno oggi è un software in grado di interfacciarsi con la stampante (o, in alternativa, un esorcista) e un ak47 in grado interfacciarsi con un paio di esseri umani.


mercoledì 7 luglio 2010

stavo cercando di imitare il tappetino del bagno, sdraiato in riva al lago, cercando di capire se fosse il caso di rientrare in acqua e contendere il territorio a una papera subaquea o se rimandare lo shock termico a tempi migliori, quando un’alborella travestita da györgy sárosi mi ricorda che devo tornare in tempo per la semifinale dei mondiali sulla zdf (i mondiali di calcio non sono più gli stessi da quando non prendo più la tsi2. il giorno in cui gli svizzeri capiranno che il digitale terrestre è una boiata pazzesca vado in pellegrinaggio a comano. poi mi aspetto di trovare una maestà di libàno zanolari su pala d’altare e una foto di mariuccia medici che piange sangue).

qualche minuto prima, mentre tornavo dall’ufficio in macchina, si era accesa la spia dell’olio ma avevo deciso di ignorarla per non incoraggiare manie di protagonismo (le spie dell’olio sono agenti dei servizi segreti che vengono addestrati nei frantoi del medio oriente. l’onu sta attivando un programma di oil for food in cambio del loro smantellamento).

comunque arrivo a casa in tempo per vendere oliver kahn in studio con una pettinatura da monciccì, le azioni tipiche di arjen robben (dribbling, altro dribbling, palla persa), chiedermi perché l’olanda ha giocato senza portiere (del resto la svizzera ha sempre giocato senza portiere dai tempi di marco pascolo e senza attaccanti dai tempi di stephan chapuisat. praticamente ha sempre avuto solo difesa e centrocampo, il che è molto svizzero, in effetti) e farmi l’opinione che l’uruguay ha perso perché oltre forlan doveva schierare il tridente con crax e andreott.

poi non ho capito perché nessuno ha ancora detto che il successore di domenech dovrebbe essere lunedich (ma forse c’è un motivo).


ultim’ora

un gruppo di musicisti argentini sta dando alle stampe una serie di lavori che prevedono la rivisitazione dei drammi musicali di richard wagner in chiave latino americana: il primo album si intitolerà tristango e isotta



stavo cercando di imitare il tappetino del bagno, sdraiato in riva al lago, cercando di capire se fosse il caso di rientrare in acqua e contendere il territorio a una papera subaquea o se rimandare lo shock termico a tempi migliori, quando un’alborella travestita da györgy sárosi mi ricorda che devo tornare in tempo per la semifinale dei mondiali sulla zdf (i mondiali di calcio non sono più gli stessi da quando non prendo più la tsi2. il giorno in cui gli svizzeri capiranno che il digitale terrestre è una boiata pazzesca vado in pellegrinaggio a comano. poi mi aspetto di trovare una maestà di libàno zanolari su pala d’altare e una foto di mariuccia medici che piange sangue).

qualche minuto prima, mentre tornavo dall’ufficio in macchina, si era accesa la spia dell’olio ma avevo deciso di ignorarla per non incoraggiare manie di protagonismo (le spie dell’olio sono agenti dei servizi segreti che vengono addestrati nei frantoi del medio oriente. l’onu sta attivando un programma di oil for food in cambio del loro smantellamento).

comunque arrivo a casa in tempo per vendere oliver kahn in studio con una pettinatura da monciccì, le azioni tipiche di arjen robben (dribbling, altro dribbling, palla persa), chiedermi perché l’olanda ha giocato senza portiere (del resto la svizzera ha sempre giocato senza portiere dai tempi di marco pascolo e senza attaccanti dai tempi di stephan chapuisat. praticamente ha sempre avuto solo difesa e centrocampo, il che è molto svizzero, in effetti) e farmi l’opinione che l’uruguay ha perso perché oltre forlan doveva schierare il tridente con crax e andreott.

poi non ho capito perché nessuno ha ancora detto che il successore di domenech dovrebbe essere lunedich (ma forse c’è un motivo).


ultim’ora

un gruppo di musicisti argentini sta dando alle stampe una serie di lavori che prevedono la rivisitazione dei drammi musicali di richard wagner in chiave latino americana: il primo album si intitolerà tristango e isotta



stavo cercando di imitare il tappetino del bagno, sdraiato in riva al lago, cercando di capire se fosse il caso di rientrare in acqua e contendere il territorio a una papera subaquea o se rimandare lo shock termico a tempi migliori, quando un’alborella travestita da györgy sárosi mi ricorda che devo tornare in tempo per la semifinale dei mondiali sulla zdf (i mondiali di calcio non sono più gli stessi da quando non prendo più la tsi2. il giorno in cui gli svizzeri capiranno che il digitale terrestre è una boiata pazzesca vado in pellegrinaggio a comano. poi mi aspetto di trovare una maestà di libàno zanolari su pala d’altare e una foto di mariuccia medici che piange sangue).

qualche minuto prima, mentre tornavo dall’ufficio in macchina, si era accesa la spia dell’olio ma avevo deciso di ignorarla per non incoraggiare manie di protagonismo (le spie dell’olio sono agenti dei servizi segreti che vengono addestrati nei frantoi del medio oriente. l’onu sta attivando un programma di oil for food in cambio del loro smantellamento).

comunque arrivo a casa in tempo per vendere oliver kahn in studio con una pettinatura da monciccì, le azioni tipiche di arjen robben (dribbling, altro dribbling, palla persa), chiedermi perché l’olanda ha giocato senza portiere (del resto la svizzera ha sempre giocato senza portiere dai tempi di marco pascolo e senza attaccanti dai tempi di stephan chapuisat. praticamente ha sempre avuto solo difesa e centrocampo, il che è molto svizzero, in effetti) e farmi l’opinione che l’uruguay ha perso perché oltre forlan doveva schierare il tridente con crax e andreott.

poi non ho capito perché nessuno ha ancora detto che il successore di domenech dovrebbe essere lunedich (ma forse c’è un motivo).


ultim’ora

un gruppo di musicisti argentini sta dando alle stampe una serie di lavori che prevedono la rivisitazione dei drammi musicali di richard wagner in chiave latino americana: il primo album si intitolerà tristango e isotta