lunedì 21 marzo 2011

qui non si parla di attualità. l’attualità non esiste in genere, figuriamoci in un blog.
ma questo è un anche un blog di servizio (significa che ha un water), quindi deve aiutare i lettori (e gli ufi) a capire la logica che soggiace nelle azioni umane, in termini generali, senza stare a scendere nei dettagli degli eventi del momento.
ad esempio, in termini generali, se accolgo un capo di stato con tutti gli onori, lo bacio, gli procuro le ragazze, gli faccio comprare una mia banca, faccio sfilare il suo esercito nella mia piazza, mi inchino davanti a lui, quella è cortesia internazionale; se due mesi dopo lo bombardo è perché le persone cambiano e lui nel frattempo è diventato un dittatore (oppure mentre stava qui i suoi cavalli mi hanno rovinato la moquette).
c’è una logica in tutto.
ad esempio, secondo logica, per proteggere delle vite umane è necessario bombardare delle altre vite umane, il che è ineccepibile.
ma quello che mi rende particolarmente orgoglioso, è far parte di un gruppo di volenterosi per i quali è doveroso aiutare le popolazioni oppresse, persone che non possono esprimere liberamente la propria opinione perché governate con la tirannia da chi non è stato eletto dal popolo.
quindi suppongo che entro la settimana prossima bombarderemo la cina.
poi nei ritagli di tempo e in ordine sparso: corea del nord, birmania, bielorussia, eritrea, ciad, togo, camerun, repubblica democratica del congo, uzbekistan, kazakistan, cambogia, maldive, honduras, angola, vietnam, laos, zimbabwe, siria, emirati arabi uniti, guinea equatoriale, gambia, sudan, iran, yemen, cuba, arabia saudita, brunei, e per finire, città del vaticano (il tibet si è salvato per un pelo).
sono sicuro che una volta bombardato mezzo pianeta saremo tutti felici e finalmente vivremo in pace. come potrebbe essere altrimenti?
visto che però è possibile che la cosa vada un pochetto per le lunghe, vi lascio un piccolo decalogo commentato, utile per capire i principi generali e interpretare gli eventi

  1. la guerra è una bruttissima cosa. dite a vostro figlio che solo la gente cattiva fa la guerra; io sono buono e non faccio mai la guerra, al massimo faccio la pace (se dite a vostro figlio di fare la pace con un suo amichetto, abbiate l’accortezza di regalargli un m16, prima).

  2. un’azione militare in un paese straniero è una guerra; un’azione militare in un paese povero è una missione di pace. l’azione militare è molto diversa, nei due casi: nel primo caso non si sa chi vince, nel secondo caso sì.

  3. se sparano a me in casa mia è aggressione; se io sparo a qualcuno in casa sua è solo per difendere qualcun altro (in genere, me). l’azione di sparare è molto diversa, nei due casi: nel primo caso si spara per uccidere, nel secondo si spara per uccidere, ma essendo noi in pace, l’altro muore in pace.

  4. chi combatte per me è un difensore della patria; chi combatte per l’altro è al soldo di un tiranno. l’azione di combattere è molto diversa, nei due casi: nel primo caso si difende la patria, nel secondo si difende la patria sbagliata.

  5. se muore uno dei miei è un eroe che ha dato la vita per il proprio paese; se muore uno dei loro si dice che c’è stato un avanzamento territoriale. la morte è molto diversa, nei due casi: in un caso si muore con tutti gli onori (cosa che chi è morto apprezzerà moltissimo, immagino) nel secondo caso si muore ma non è che importi davvero a qualcuno.

  6. se muore un civile dei miei in casa mia è terrorismo, e il colpevole va punito; se muore un civile dei loro in casa loro si chiamano danni collaterali, e tendenzialmente basta chiedere scusa. la morte è molto diversa, nei due casi: nel primo caso si muore senza potersi difendere, nel secondo caso bastava andare da un’altra parte.

  7. un militare che ordina di uccidere civili del proprio paese deve essere giudicato da un tribunale di guerra internazionale; un militare che ordina azioni di pace in cui muoiono civili di un altro paese, è stato sfortunato e non serve che venga processato. nel primo caso si sono uccisi barbaramente dei civili inermi, nel secondo, è pura sfiga. chi se l’aspettava che dei missili di pace uccidessero qualcuno?

  8. se mi attaccano devo sparargli; se attaccano qualcuno devo sparargli per difendere chi hanno attaccato; se non attaccano nessuno ma hanno delle armi devo sparargli perché magari mi attaccheranno (io armi mica ne avevo, le ho trovate lì per caso).

  9. dio è unico e sta sempre dalla mia parte. infatti scopo di dio è far sì che io abbia molte più armi di te e farmi vincere, quindi il tuo dio è falso. nell’improbabile caso che avessimo lo stesso dio, egli sta comunque dalla mia parte, ma poi gli pago la clinica per curare la schizofrenia.

  10. in ogni caso, non è mai una questione di soldi.



mercoledì 16 marzo 2011

secondo gli scienziati, le specie viventi mediamente vivono 5 milioni di anni sul pianeta terra prima di estinguersi: non so in che anno siamo, ma statisticamente credo che per homo sapiens ci sia ancora un po’ di tempo. a meno di non fare tutto da soli, ovviamente, non dimentichiamoci di essere una specie dotata di una certa intelligenza (anche se ancora non ho capito bene quale).
io avevo deciso di farmi rapire dagli ufi e gli avevo dato un appuntamento per ieri sera alle 19.30.
contrariamente a quanto molti credono, non è difficile contattare gli ufi, basta seguire la procedura corretta (ora non sto qui a spiegare, per chi non lo sapesse, la procedura corretta è una procedura con grappa).
solo che ieri pioveva, e gli ufi non volano con la pioggia (non è difficile da dimostrare, avete mai sentito parlare di avvistamenti di ufi quando piove? appunto); quindi sono rimasto lì ad aspettarli per un po’, poi sono tornato a casa continuando a ripetere ossessivamente il mantra delle lampadine (mani padme ohm*).
la mattina, grazie alla gioiosa temperatura esterna, la sveglia festeggia l’anniversario della prima apparizione di arnaquashaq una divinità inuit che può assumere l’aspetto di una trota salmonata o di un autoarticolato scania (cosa che la rende piuttosto riconoscibile in mezzo al ghiaccio) e decide di entrare in sciopero.
io arrivo in ufficio in orario, ma con l’espressione rilassata di un tarsio spettro, solo per scoprire che la stampante si è trasferita in un universo alternativo dove tutti portano l’eskimo e ascoltano indie pop. alla fine decido di smaterializzarmi in un cassetto della scrivania e riapparire il lunedì mattina.
come dicono i fisici sperimentali, un bacio a tutti i quanti.

* nonostante quello che sostengono alcune scuole di pensiero, non è l’abbreviazione di ohmadonna

ultim’ora
secondo alcune anticipazioni ricevute, il titolo del quotidiano la padania di domani sarà “dubbi sulle dichiarazioni del primo ministro giapponese sulla sicurezza delle centrali atomiche nipponiche: è giallo”