martedì 26 luglio 2011

il mio collo ha assunto una mobilità articolare che ricorda da vicino quella di lurch o, in alternativa, di un paracarro.
secondo il ghiro pratico di problemi articolari che vive nel bosco qui di fianco, il fatto che periodicamente il mio collo assuma la consistenza del cemento a presa rapida potrebbe dipendere dalla postura in ufficio, dall’umidità (alcuni studiosi della foresta pluviale hanno deciso di trasferirsi da queste parti per via del clima, anche se lo svantaggio è che gli autoctoni sono decisamente meno ospitali degli amerindi), dalla mancanza di potassio, dalle posizioni assunte mentre dormo, dalle congiunzioni astrali, da un battito di farfalla a tokyo, oppure è solo il mio collo che mi vuole male.
come soluzione temporanea, ora vado in giro con il collo fosforescente causa taping neuromuscolare ed emano profumo tipo padre pio, solo un po’ più canforato.
nel pomeriggio, in ufficio io e il gatto stiamo disquisendo di oggettività (il problema era: cosa può considerarsi davvero oggettivo. avevamo iniziato a usare i protocolli di carnap ma poi abbiamo abbandonato perché al gatto veniva difficile prendere appunti. credo che qualcuno dovrebbe di universalizzare i protocolli di carnap rendendoli compatibili anche per chi non ha un pollice opponibile) quando mi appare il fantasma di bart kosko in piedi sulla fotocopiatrice. è un fenomeno decisamente interessante, soprattutto se consideriamo che bart kosko non è ancora morto (tra l’altro, secondo alcuni studi, bart kosko non morirà: semplicemente si sposterà un po’ troppo verso il valore 1 della linea vita/morte).
secondo il mio consulente di realtà primaria (un lemming che vive su un davanzale a detroit) questo tipo di visioni non hanno alcunché di preoccupante; potrebbero essere provocate da un eccesso di dopamina nel cervello provocato dai primi progressi nella mobilità articolare oppure da un’eccessiva sensibilità alla canfora.

lunedì 11 luglio 2011

secondo un’antichissima religione sapienziale, il gatto è l’unico animale in grado di unire l’uomo con il divino. con il passare del tempo il gattolicesimo è stato poi sostituito da altre religioni e se ne sono perse le tracce.
secondo altre religioni orientali invece, avere un gatto in casa potrebbe essere un serio ostacolo verso il raggiungimento del nirvana, o almeno così sostiene richard marston nel saggio "niente è impassibile" (bompiani). il saggio contiene comunque alcuni buoni consigli per la pratica ascetica buddhista: per esempio, se volete raggiungere il nirvana è sempre meglio sapere quanto tempo prima è partito e dove è diretto.
io sono in ufficio ad aspettare la solita tempesta delle 17.30 e, visto il clima tipico del golfo del tonchino, decisamente intenzionato a dotarmi di mezzi anfibi, anche se non sono ancora del tutto esperto nel segare rane.
nel frattempo un team di esperti di spionaggio industriale sta cercando di forzare il contenuto del mio cervello con una versione più sofisticata del phreaking di van eck somministrato attraverso una serie di telefonate mute in ufficio. finora hanno ottenuto solo del rumore bianco, il che significa che la tecnica funziona.
verso sera arrivo a casa, infilo il mio costume da benjamin franklin ed esco in cerca di fulmini in grado di riorientarmi gli assoni, poi rientro e mi infilo direttamente nella lavastoviglie.