mercoledì 25 luglio 2012

in tarda mattinata l'agenzia di rating moody's ha declassato il mio gatto da A+ a rompicoglioni.
nel frattempo il lago ha assunto una tonalità verde smeraldo (ma è un contratto a tempo, e non le paga i contributi), i cavedani ballano le coreografie di karma chameleon (ma vestiti più sobriamente) e io sto parlando telepaticamente con una surfinia higlander che a quanto pare ha dei parenti nell’appenzello interno (parlare con le piante è semplice: basta interrarsi, mettersi vicino a un vaso e poi viene tutto facile per via della nota teoria dei vasi comunicanti).
prima di cena, io e martina navratilova lottiamo contro una scarpa. non è il caso di sottovalutare una scarpa, tanto più che questa ha un aspetto decisamente sinistro.
infatti alla fine la scarpa vince, e noi ci rifugiamo sul divano a captare messaggi degli ufi: ieri pensavamo ci avessero mandato una mappa dell’universo oltre la nube di oort e invece era un poster gigante di stefka kostadinova

lunedì 9 luglio 2012

venerdì ha grandinato per 35 minuti di fila. chiunque decida il tempo da queste parti, è una brutta persona.
in compenso in giardino sono spuntate diverse specie di funghi, insieme a un coro di nani che intonano auferstanden aus ruinen ogni volta che torna il sole, il che accade più o meno ogni venti minuti (und die sonne schön wie nie über garten scheint).
io passo 20 minuti della mia vita a questionare con il mio stilista di riferimento (un cavedano che si fa chiamare gennaro van gennep che vive in una pozza poco distante dal mio ufficio e si monoalimenta a pizza) sui possibili vestiti da indossare a un matrimonio: gli sposi insistono per giacca e cravatta, noi restiamo fermi su pantaloncini di jeans e maglietta (il matrimonio, come qualsiasi cerimonia, è in realtà un rito di passaggio, tipo l’autostop), poi mi avvio verso l’aeroporto (è una terapia consigliata. vedere il pianeta da 8 km di altezza è una cosa che ti rimette nella giusta prospettiva).
torno giusto in tempo per vedere gli highlights della finale di wimbledon sulla svizzera francese. l’unico problema di vederla in francese era che rogér federér giocava contro un certo ondì maré, che francamente misconoscevo.
poi niente, sono svenuto sul divano. quando mi sveglio, avverto.