lunedì 30 settembre 2013

mi sveglio e spengo la sveglia che suona mentre segna le 7.30. niente di strano, visto che è stata programmata per suonare alle 7.30 e l’universo sembra procedere normalmente.
quello che è strano è che accendo la luce, chiudo gli occhi, mi alzo, ma la sveglia improvvisamente segna le 8.05, e l’universo è d’accordo con lei.
un team di fisici quantistici sta cercando di esaminare scientificamente i miei momenti di sfasamento spazio temporale, per ora le ipotesi più accreditate sono: interazione con degli universi alternativi, abduction, sindrome di korsakov.
comunque avere una linea temporale accettabile non è un requisito fondamentale per vivere bene, sappiatelo.
al gruppo di auto aiuto del venerdì (quello gestito da un cavedano in crisi depressiva) sostengono che per vivere bene bisogna liberarsi delle figure ingombranti. io ho iniziato buttando via una gigantografia di barbadillo, ma non so se ha già funzionato.
comunque un gruppo di auto aiuto è sempre comodo perché oltre a farti sapere che ci sono persone più strane di te sul tuo stesso pianeta ti insegnano anche a cambiare le gomme, controllare l’olio, ricaricare la batteria. da quando li frequento ho imparato che non si deve masticare lo stesso chewing gum per più di una settimana, a friggere solo quando l’olio è ben caldo e a non far spegnere continuamente il telefono cellulare.

giovedì 19 settembre 2013

mentre cerco di arrivare in ufficio, con la tipica espressione di boris karloff quando scopre di aver sbagliato candeggio, incontro due testimoni di genova (la percentuale di testimoni di genova in questo paese è incredibile, specie se si pensa che non siamo neanche in liguria) che mi sventolano in faccia una foglio di carta con su scritto “svegliatevi”. fosse facile, è almeno un’ora che ci provo, con scarsissimi risultati.
per evitare questioni eseguo il vecchio trucco dell’invisibilità (è facile se si ha il mantello magico*) e mi avvio verso l’ufficio orientandomi con le fessure nei marciapiedi e le voci in schwyzerdütsch (basta stare lontani da entrambi).
nel pomeriggio, io e la sindrome vertiginosa parossistica posturale (svpp) abbiamo in programma una sessione di allenamento con la la tecnica di dispersione di brandt-daroff. per chi non sapesse cos’è la tecnica di dispersione di di brandt-daroff vi basti sapere che il paziente deve passare a prendere con la macchina i signori brandt (detto willy) e daroff, bendarli e lasciarli in mezzo a un bosco di notte.
non è sicuro passino le vertigini, ma è una tecnica che può dare le sue soddisfazioni.
verso sera torno a casa, metto sullo stereo la sonata ak47 di johan karposkij per campanello, violino e kalashnikov, mi infilo della lavatrice e metto il programma per i delicati.
fra le altre cose volevo anche dire che ho noleggiato un aerosol. e niente, è davvero accordato in sol.

* il mantello dell’invisibilità è un oggetto magico che puoi indossare avendo cura che ti copra la testa e buona parte del corpo. quando hai addosso il mantello dell’invisibilità nessuno può vederti in volto mentre cammini, anche se aumentano le possibilità che tu prenda in fronte il primo palo della luce a bordo strada. è pur sempre un mantello dell'invisibilità, mica uno scudo spaziale.

lunedì 2 settembre 2013

campioni del mondo, campioni del mondo, campioni del mondo
(per quelli che contano, la risposta è ovviamente 42.)*


avevano combinato il tutto sorseggiando gin tonic, bellini e un’aranciata amara donata dal proprietario della villa in cui si trovavano quasi per caso, uno di quegli impeti travolgenti che a volte scuotono il branco.
si sa come andavano quelle cose in quegli anni, tutti ubriachi a notte fonda, quando l’intellettuale del gruppo, sciarpa al collo, vaticina di lotta di classe e con stile sobrio e gesti dotati di estremo fascino spiega che gli uomini mica son fatti per essere schiavi od operai, e bisogna porsi nella prospettiva storica che l’uomo è fatto per lottare contro l’ingiustizia, ballare in piazza e godersi la vita, girare tardi le strade con ferrari a marce automatiche o sgambettare felice nei prati senza alcuna preoccupazione, libero una volta per sempre.
continuava imbaldanzito forse anche dagli effetti dell’alcol, mentre gli altri turbati stavano a guardare, e sfilava in passarella con la sicumera dei giovani mai erranti, come se tutto seguisse un perfetto filo logico.
non si curava se qualcuno gli faceva notare che erano tutte castronerie, che c’è il rischio di dover scappare sui monti e darsi alla macchia, senza neanche poter mai lavare la biancheria, mangiare un piatto caldo, sentire gli investigatori alitarti sul collo o, peggio ancora, che ti schiaffino in prigione per il resto della vita.
non so ancora perché alla fine andò così, sono quelle cose che maturano in un crescere sinfonico, prima sussurrate poi interiorizzate, fino quando alcuni progettarono davvero l’assalto alla national banks vicino agli orti zoologici.
avevano programmato tutto, i mascheroni da buffone che non rivelino le morfologie dei volti, il palo fermo ore all’ingresso per studiare l’attimo adatto, l’auto per la fuga.
e poi l’irruzione, le armi puntate sugli astanti con fare gentile e misurato, con gli occhi rossi di adrenalina che sbucavano dalle maschere e tradivano l’affanno di un azzardo inconfessabile.
quello che li salvo dalla forca fu che alla fine non avevano ucciso nessuno ma rimasero fare i conti con il proprio grosso errore per molto tempo, soli nelle proprie celle.

* se siete qui per caso e non ci avete capito nulla, non avete di che preoccuparvi. questa è una cosa che faccio ogni tanto con i lettori affezionati di questo blog (tre), e quindi niente.
se poi avete capito di cosa si tratta e non avete niente di meglio da fare, volevo dirvi che questa volta è davvero difficile, e anche i pochi malati di mente che di solito fanno queste cose potrebbero incontrare grosse difficoltà. io vi ho avvertito, se poi tentate il suicidio non potete farmi causa, o almeno così sostiene il mio avvocato (che attualmente è uno scoiattolo che pago a ghiande, perché carcarlo è impegnato).
sto ancora cercando un premio adeguato per chi ci riuscirà (ma tanto non ci riuscite), ma sono orientato per un giro in battello sul lago con esegesi di germani reali e germani immaginari, o un tso.
la soluzione completa starà nei commenti, fra qualche giorno