sabato 15 febbraio 2014


esercizi di stile* 
studio # 104
natura morta con autobus vista mare



alla fine non è male avere sette anni ed essere in giro da solo in un posto che non conosci, così lontano da casa, e vedere il mare dall’alto. 
che io al mare ci ero stato una volta sola prima, a milano marittima, e mi era piaciuto anche se non sapevo nuotare e mi tenevano sempre in pineta perché dicevano che il sole mi rende nervoso. 
mi piace vedere il mare, anche se è fine settembre e non ci va quasi più nessuno, e mi piace che qui non mi conosce nessuno anche se poi sono tutti gentili, tipo l’autista dell’autobus che mi ha spiegato dove dovevo scendere.
mi piacciono un sacco di cose, a pensarci. 
mi piace: leggere, correre, infilarmi negli armadi, anche se poi negli armadi è buio e non riesci mica tanto a leggere. mi piacciono le persone allegre e quelle che ti sanno ascoltare anche se sei piccolo.
ci sono anche cose che non mi piacciono, comunque.
non mi piace: fare le punture, mangiare, quando ti dicono che sei troppo piccolo (sono piccolo, mica stupido), quando i grandi mentono. 
che a me mi dicono sempre che non bisogna dire le bugie, e io ci avevo anche creduto, che io sono davvero bravo a fare quello che mi dicono. e quando ho scoperto che i grandi invece le dicono, le bugie, sono stato male e mi sono chiuso nell’armadio per un sacco di tempo. forse è solo che l’ho scoperto troppo presto, forse dovevo scoprirlo da grande.
l’unica volta che non mi arrabbio quando i grandi dicono le bugie è quando ti dicono che andrà tutto bene, e che si sistemerà tutto, e ti tengono stretto e hanno un buon profumo. che io lo so che non si sistema niente, devi solo adattarti alle cose che succedono, ma mi piace sentirmelo dire, e mi piace che mi tengano stretto.
che in fondo è questo che facciamo noi bambini, ci facciamo scivolare addosso quello che succede, così che da grandi possiamo diventare dei disadattati senza problemi.
la prima volta che ho provato a scappare di casa non sapevo dove andare e mi sono fermato sulla porta di casa. 
la volta che sono scappato davvero, invece, sono stato fino a sera nascosto sul balcone delle scale al quarto piano. forse non ho fatto molta strada, ma era perfetto, non ci va mai nessuno sui balconi delle scale condominiali.
però poi sono tornato a casa perché la sera avevo freddo. quando a cinque anni scappi di casa non sai che ti servirà una felpa.
anche adesso potrei scappare, o nascondermi nei tombini, che non ti trovano mai, nei tombini, invece di andare in quella casa strana che è più bella della mia e si vede il mare, ma dentro c’è gente che non conosco. però so già che alla fine ci vado, perché mi aspettano, e perché faccio sempre quello che mi dicono, che sono un bravo bambino, anche se a volte vorrei non esserlo.




* questo per dire che oltre alle robe serie che scrivo di solito, so anche scrivere minchiate. solo che non mi va, tutto qui.

3 commenti:

s.i.m.o.n.a. ha detto...

abbiamo molte cose in comune

ci passo io stasera appena esco dall'armadio

e.l.e.n.a. ha detto...

mi piacciono le tue minchiate come le tue seriate.

(le affinità municipali sono sicuramente affinità elettive)

eddiemac ha detto...

s.i.m.o.n.a. ci ho pensato (sì, sono lento a pensare). io non so, forse è stato un bene, forse invece non l'ho ancora superata.
non lo so, sono confuso (ho detto che sono lento a pensare, non che poi arrivo a dei risultati soddisfacenti)