lunedì 23 febbraio 2015

esco dall'ufficio che sto litigando con me stesso. 
il che è oltremodo fastidioso, perché riesco a perdere anche quando litigo da solo.
dunque, ho messo il mio nuovo telefono in carica. è al 44%, e mi dice testualmente "in carica" fin qui tutto bene. poi aggiunge "18 ore al termine".
io credo di avere un problema.
ma non con il telefono, pensavo più con l'universo.
nel frattempo ho finito le divinità.
se avessi un soldino per ogni insulto a divinità più o meno famose sul pianeta terra (da àtrantor a zoroastro, anche se non in rigoroso ordine alfabetico: ho anche io le mie preferenze) probabilmente sarei sulla copertina di forbes tutte le settimane (lo so che è bisettimanale, sennò era troppo facile).
le quattro soluzioni che mi vengono proposte sono: 1. rimandare indietro il telefono, 2. andare in assistenza*, 3. andare a lourdes, 4. lasciare che si scarichi completamente e ricaricare, per due volte di fila.
ovviamente provo la soluzione più sensata delle quattro (l'ultima: le altre tre prevedono che rimanga senza telefono per un periodo indeterminato di tempo ma, inspiegabilmente, vorrei evitare) e incredibilmente funziona.
ho sempre pensato che lavorare nell'ingegneria informatica moderna lasci sempre uno spazio aperto al pensiero magico: sai che alcune cose funzionano, anche se non hai la minima idea del perché. la fede di queste persone mi commuove.
durante i festeggiamenti valuto se mettere sullo stereo a love supreme (che è un capolavoro, ma le frequenze del sax di coltrane mi fanno vibrare l'incisivo sinistro, scheggiato durante una lezione di krav maga con un bradipo) e alla fine ripiego su un greatest hits di louis jordan and his tympany five, poi torno a farmi domande sui grandi interrogativi dell'universo tipo le motivazioni dell'esistenza del cheddar.

* credo intendessero quella del telefono, ma non ne sono del tutto sicuro

mercoledì 4 febbraio 2015

fenomenologia del furbofono (stralci e appunti)

da una settimana sono diventato un garrulo possessore di furbofono.
sono ufficialmente entrato nel terzo millennio dalla porta principale, e mi sono deciso principalmente perché mi ero rotto di spiegare a chiunque perché non ne avessi uno.
quello che ho scoperto è che praticamente i vantaggi di avere un furbofono sono che posso registrare martina navratilova, farmi i selfie con piccettino e mettere come schermata iniziale del telefono la scritta "sogno o son desktop", e questo temo la dica lunga sulle potenzialità dei furbofoni in generale.
in ogni caso non vi dovete immaginare selfie in pose scomposte, il nostro ruolo istituzionale ci impone un certo understatement. giusto ieri ne abbiamo fatto uno che con tutta probabilità finirà sulla nostra tessera di governatori occulti della galassia e su quella dei membri onorari dell'associazione salati di mente (una variante del mensa ma meno insipida)*.
quindi sono entrato nel loop dei sistemi operativi (per contratto si chiamano tutti come delle merendine per adolescenti, perché in realtà svolgono la medesima funzione sociale), perché appena comprato già mi ha chiesto 32 volte se volevo aggiornare il sistema.
ho anche scoperto che l'aggiornamento in realtà è desideratissimo da tutti, mica perché funzioni, ma perché è una cosa nuova.
cioè, in realtà potrebbe essere pure un sistema operativo che va a valvole o un'involuzione del sistema frenante di un autoarticolato iveco del 1972, ma ehi, è nuovo! installiamolo subito!).
alla fine, preso dallo sfinimento dei messaggi informativi, decido saggiamente di aggiornare il tutto.
il primo messaggio che esce sul telefono è il file nelson_muntz.wav.
poi si materializzano dei preziosissimi avvisi che mi informano alternativamente che l'aggiornamento verrà scaricato in 172 minuti. 15 minuti. 136 minuti. 7 giorni e 5 minuti. 45 secondi. giusto il tempo di un weekend a saint tropez, poi vediamo. le faremo sapere. in ogni caso la chiamiamo noi.
io decido di andare a pranzo.
al mio ritorno, quando finalmente il furbofono si riavvia, succede quello che succede ogni volta: la grafica è peggiorata, la logica del sistema si è involuta e ci sono icone nuove che fanno le stesse identiche cose che facevano le icone vecchie, ma che ci metterai due anni a riconoscere.
in compenso sono comparse applicazioni completamente inutili, fra cui due identiche. ma se provi a disinstallarne una a caso ti esce un alert di stampo terroristico che dice che se la disinstalli poi le altre applicazioni vengono a farsi esplodere sotto casa tua, e di questi tempi è meglio andarci cauti.
il fatto è che la maggior parte di chi progetta queste cose, invece che farle testare alle scimmie (che, a pensarci, costano anche meno), le fa testare a della gente che di mestiere guarda se hanno un bel colore e che ignora pervicacemente il principio del rasoio di ockham applicato alla logica: "se funziona semplice, non complicarlo".
voglio dire, caro programmatore, se hai avuto una botta di inspiegabile culo e una cosa funziona, diobono, lasciala stare.
io ho sempre pensato che il genere umano debba inevitabilmente estinguersi, ma ultimamente penso che è meglio che lo faccia in fretta.
dopo aver letto delle recensioni su internet (di qualsiasi cosa, dico: application, alberghi, libri, ristoranti) mi sono convinto che il top sarebbe se si riuscisse a raggiungere l'obiettivo entro lunedì prossimo.
decido di prenderla sul personale, quindi cerco vagamente di ripristinare le impostazioni che avevo scelto e tornare a una situazione quantomeno accettabile. anche perché so che con tutta probabilità per lunedì prossimo non c'è da sperarci troppo.
in realtà questa diffidenza verso gli esseri inanimati è solo la manifestazione del mio lato semiparanoide, quello che pensa che tutti gli esseri viventi mi vogliano bene e tutte le macchine mi odiano; il che è palesemente falso, perché razionalmente è ovvio che ci siano anche degli esseri viventi che mi odiano (per quanto non riesca a farmene una ragione).
la cosa che più mi lascia basito non è solo è che sto cercando di far funzionare una cosa che già funzionava. la cosa che mi lascia più basito è che anche quando funzionava, non serviva a un cazzo.
sfruttando un po' meglio il tempo che sto intelligentemente perdendo per far funzionare una cosa che già funzionava probabilmente avrei ottenuto il nobel per la fisica.


* sta nel solito posto