martedì 21 aprile 2015

finalmente è arrivata la primavera. le piante mettono i fiori, le strade mettono le mercedes dei tedeschi, e il termometro della farmacia segna 35 gradi.
ma chissenefrega, il termometro della farmacia è rotto da due anni.
per celebrare degnamente il ritorno della bella stagione, mi sta colando dal naso anche il cervello (o perlomeno come se ne avessi uno) e io starnutisco come se ci fosse un domani, ma fosse pieno di pollini.
provo a chiedere un breve consulto a un branco di cavedani che passano di lì per caso, ma tutto quello che ottengo è che nuotino in modo da formare la scritta “bella zio, ti saluta enki”*.
verso sera una delegazione di ufi venuta a negoziare una partita di idromele mi chiede se può parcheggiare l'astronave in giardino (pare ci fossero problemi con le pastiglie dei freni di uno sprinter**, ma sospetto sia un modo per evitare l'alcol test intergalattico).
visto il nobile scopo decido di assentire e, siccome il saggio dice che nessuna buona azione resterà impunita, il pomeriggio del giorno dopo mi esplode il pc di casa (che in realtà è (era?) un pc portatile. forse è solo che non sapeva come definirsi e ora è entrato in terapia. non è facile non avere un’identità) (non è facile neanche usare le parentesi, se è solo per quello).
dopo aver messo in dubbio le virtù di una nota popstar statunitense e la competenza operativa di alcune delle maggiori divinità del pianeta, scelgo una linea di basso profilo e recito alcuni nam shub di tranquillità, tipo “ci resto di stucco, è un barbatrucco” e “sopra la panca la capra avvampa, sotto la panca la crepa arranca”*** prima di inumarmi dentro una vasca di antistaminico.


* gli adepti di enki ultimamente hanno preso una piega piuttosto modernista
** non credo serva spiegarvi cos’è un sprinter, ma posso dirvi che si tratta di un modello piuttosto datato, il carliuis
*** se non siete abituati alla meditazione è pericoloso, non fatelo a casa. poi non dite che non ve l’avevo detto

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